VIBO VALENTIA – L’operazione dei carabinieri è scattata questa mattina a a Vibo Valentia, Novara, Teramo e Benevento, su richiesta della Dda di Catanzaro, guidata dal Procuratore Nicola Gratteri. Cinque persone sono state arrestate per alcuni episodi estorsivi, aggravati dal metodo mafioso, commessi a Vibo fra il 2009 e il 2022. Si tratta di Domenico “Mommo” Macrì e Michele Pugliese Carchedi, entrambi 38enni, Andrea Ruffa di 28, Domenico Serra di 30 anni e Michele Manco 34enne. Altre sette persone sono indagate.
La misura scaturisce da autonome attività d’indagine condotte dai carabinieri e dalla Guardia di finanza di Vibo Valentia, che hanno riscontrato l’operatività delle ‘ndrine radicate sul territorio vibonese anche con il contributo di alcuni collaboratori di giustizia. Gli investigatori hanno ricostruito:
– un’estorsione commessa nel 2009 ai danni un’impresa edile impegnata in lavori di movimento terra e riqualificazione urbana, per un ammontare di € 20.000;
– un’estorsione commessa tra il 2015 e il 2017 all’impresa aggiudicataria della raccolta dei rifiuti urbani, per una cospicua somma di denaro fatti (nel medesimo contesto il 20.04.2016 la ditta ha subito l’incendio di autocompattatore il cui autista veniva minacciato con una pistola);
– 4 tentate estorsioni in danno di altrettante ditte (una delle quali aggiudicataria nel 2018 della raccolta dei rifiuti urbani di Vibo Valentia;
– una impegnata nel 2020 nei lavori di costruzione del nuovo ospedale di Vibo Valentia; mentre le altre impegnate dal 2021 al 2022 in lavori di riqualificazione di edifici – c.d. ecobonus 110%).
Le mani sulla raccolta dei rifiuti
L’attività offre uno spaccato sul controllo esercitato dalla criminalità organizzata nel settore della raccolta dei rifiuti nel comune di Vibo Valentia e le estorsioni subite dalle ditte incaricate, la ASED srl e la DUSTY srl, il cui responsabile all’epoca era Gregorio Farfaglia, ha consentito anche di acclarare il profilo associativo di uno degli arrestati che il GIP ha riconosciuto nel periodo successivo alle contestazioni contenute nel procedimento “Rinascita-Scott”. Lo stesso rimesso in libertà nei giorni successivi al 19 dicembre 2019 per annullamento della misura cautelare da parte del Tribunale della Libertà, ha ripreso l’attività del gruppo iniziando a commettere estorsioni sul territorio sino al suo arresto avvenuto a maggio di quest’anno a seguito della condanna riportata in abbreviato nel processo “Rinascita-Scott”.