COSENZA – L’anestesia, l’operazione, il dramma nel dramma. Un noto imprenditore di Cosenza, Giuseppe di 55 anni, è da anni ridotto un stato
vegetativo, per via di un errore, commesso da un anestesista, nella pre-operatoria. Il fatto risale a sette anni fà, quando il 55enne, si recò in un centro d’eccellenza medica di Bologna, per sottoporsi ad un delicato intervento chirurgico per la rimozione di un aneurisma cerebrale. Ma a parte l’errore medico e lo stato vegetativo dell’imprenditore, il dramma nel dramma di questa triste storia è l’istanza di pignoramento avviata da Equitalia Sud e dall’Agenzia delle Entrate di Cosenza, per recuperare oltre 300mila euro di tasse non versate. La radiografia di questo dramma nel dramma che, ha sconvolto, travolto, distrutto e seppellito, la tranquillità delle famiglia dell’imprenditore, è stata letta dall’avvocato Massimiliano Coppa, legale di fiducia della famiglia del 55enne, nonchè uno dei massimi esperti in casi giudiziari relativi a colpe mediche. In aula, il tribunale si sta celebrando a Bologna, il giudice ha dato ragione all’avvocato Coppa, anche attraverso la relazione medico-legale, presentata dal cattedratico Enzo Ronchi, ordinario di Medicina legale all’Università Statale di Milano e dalla professoressa Concezione Tommasino, docente di Anestesiologia presso l’ateneo meneghino. I due esperti, nominati dai giudici del tribunale felsineo, hanno riconosciuto che, a causare lo stato vegetativo del paziente è stato “l’anestesista che non ha agito con perizia, prudenza e diligenza, sia nella fase di intubazione che, soprattutto, in quella di estubazione, causando gravi danni intracerebrali di natura ipossica, causando così uan condizione di totale (100%) ed irreversibile macroinvalidità, con carattere di permanenza”. La famiglia dell’imprenditore ha avanzato richiesta risarcitoria pari a due milioni di euiro, non ricevendo al momento nemmeno un centesimo. L’anamnesi della storia del 55enne racconta che, Giuseppe, nel lontano 2005, decise di ricorrere ad un intervento chirurgico al cervello. Esclusi in partenza gli ospedali calabresi, la famiglia del 55enne optò per il capoluogo bolognese, ritenuto in fatto di competenze medico-specialistiche, uno dei centri più all’avanguardia in Italia e in Europa. Quello che era stato classificato dai componenti dell’equipe chirurgica bolognese, come un intervento di routine, seppur di classificazione elevata, s’è trasformato in un dramma. La moglie del 55enne per stare vicino al marito ha lasciato il lavoro, così come anche la figlia ha “mollato” gli studi per stare vicino al padre. La prossima udienza, sempre davanti ai giudici di Bologna, si celebrerà nel novembre del prossimo anno. Nel frattempo, nel maggio del 2011, Equitalia ha dato corso alla procedura esecutiva nei confronti di Giuseppe e della sua famiglia per 300mila euro, cui si deve aggiungere il calcolo degli interessi maturati. L’avvocato Coppa, ha informato dell’accaduto la Ausl Bellaria-Maggiore di Bologna, affinchè provvedano al risarcimento dovuto e certificato, lo ricordiamo si tratta di due milioni di euro, ma senza ricevere alcuna risposta.