REGGIO CALABRIA – La Calabria è in stato di polemica per le elezioni primarie per la scelta dei candidati al parlamento.
Cesare Marini, deputato uscente, ha rinunciato alla candidatura parlando di “primarie farsa” e di risultato gia’ scritto a tavolino e, prefissato in precedenza.
Malumori si registrano a Reggio Calabria, dove tra le candidature alle primarie spicca quella del presidente del partito, Rosy Bindi, mentre a Catanzaro, la polemica e’ concentrata contro il commissario regionale, Alfredo D’Attorre, e la sua decisione di correre a sua volta per la “nomination” in vista della candidatura al Parlamento, svestendo, quindi, i panni di uomo “super partes”.
“La sua candidatura e’ un’impostura politica ed e’ un furto per la democrazia calabrese” dice Fernanda Gigliotti, candidata e rapprsentante del gruppo” 25 aprile”. “Alfredo D’Attore non mi ha mai chiesto di ritirarmi dalla primarie, – aggiunge – cosi’ come nessuno dei sindaci e dei coordinatori dei circoli del PD della provincia di Catanzaro hanno chiesto a lui di candidarsi”. La candidatura di D’Attorre, dice, “e’ un’impostura perche’ dietro il tentativo di farla passare come un suo personale sacrificio si nasconde chi, travestito da arbitro, ha fatto di tutto per far vincere una squadra, fino ad indossarne la maglia e a segnare il “goal decisivo” a Catanzaro, come a Reggio. Tutto questo – secondo Gigliotti – dimostrando scarsa considerazione per la classe dirigente che in quei territori lavora, che il territorio conosce ed apprezza e per tutti i calabresi che hanno il diritto di essere rappresentati da donne ed uomini che abbiano radici forti nella terra di Calabria. E’ un furto per la democrazia perche’ la sua candidatura e’ l’ennesimo “tombino” in cui far cadere la rappresentativita’ dei calabresi. E non e’ possibile parlare di democrazia e di confronto aperto, – continua – se ci si affronta senza lealta’ partendo da posizioni ben diverse, una delle quali nettamente piu’ debole e svantaggiata rispetto all’altra”. D’Attorre, secondo Gigliotti, “ha accuratamente evitato di applicare il regolamento per la selezione dei candidati, proponendo la rosa che piu’ gli e’ stata funzionale e che dovrebbe anche consentire una graduale e naturale defezione”.
L’art. 4 comma 3 e 4 del regolamento – ricorda Gigliotti – prevedeva infatti, che “le rose dei candidati devono rispettare il principio della parita’ di genere e rispondere a criteri di radicamento territoriale, proiezione nazionale, competenza e apertura alla societa’”. Dunque, aggiunge, “se questo regolamento fosse stato applicato, il primo a dovere essere eliminato dalla rosa dei candidati sarebbe stato proprio Alfredo D’Attorre la cui candidatura non risponde al primo ed essenziale criterio cui le primarie stesse si ispirano: il radicamento territoriale. La mia canditura, quindi, resta in piedi malgrado tutto cio’ poiche’ spero che le primarie democratiche di sabato, malgrado il tentativo di farle restare una cosa per pochi intimi, possano essere un momento di grande partecipazione, e possano ridare fiducia al nostro elettorato. Anche perche’ il 24 febbraio non ci saranno le preferenze, ma i voti calabresi – conclude – conteranno comunque e siamo curiosi di capire come sara’ spiegato a Roma un risultato magari piu’ “debole” di quello atteso, dovuto a candidati che la Calabria non conosce e che della Calabria ignorano tutto o quasi”.