REGGIO CALABRIA – “L’amministrazione dello Stato non vuole il racconto della realtà di Riace, oggi la mission dello Stato, lo Stato è composto come qua da voi. C’è l’opposizione”. E’ il contenuto di un’intercettazione – secondo quanto riportato da Repubblica e dal Manifesto – la carta in mano a Mimmo Lucano e ai suoi difensori Andra Dacqua e Giuliano Pisapia per un possibile nuovo corso del processo l’ex sindaco del comune calabrese, diventato il simbolo dell’accoglienza ai migranti, condannato dal Tribunale di Locri a 13 anni e due mesi.
Secondo una ricostruzione dei fatti, i legali avrebbero notificato la sparizione dell’intercettazione dagli atti presenti nel processo di primo grado che coinvolgerebbe Salvatore Del Giglio, uno dei funzionari prefettizi, autore di una delle relazioni sullo Sprar di Riace diventate prove che incastrerebbero Lucano.
La prefettura reggina inoltre, riferito all’ex sindaco di Riace ha aggiunto: “l’obiettivo dell’integrazione è una parola buttata là. Non è improbabile che un domani, se non è già arrivata, verrà la Guardia di finanza”. Le varie intercettazioni hanno composto una serie di prove, finite al centro di una perizia, su richiesta dei legali di Lucano e con il consenso dei sostituti procuratori Adriana Fimiani e Antonio Giuttari.
Questa intercettazione, secondo Daqua e Pisapia potrebbe far pendere l’ago della bilancia dalla parte opposta e ribaltare le sorti del processo in corso d’opera. Lucano ribadisce attraverso le proprie parole la volontà di uscire da tutta questa storia a testa alta, dichiarando: “non mi interessa una riduzione pena, sconti o altro – io voglio l’assoluzione piena, voglio ristabilire la verità”.
Prc: “gioia per la riapertura dell’istruttoria contro Lucano”
“Apprendiamo con gioia la riapertura dell’istruttoria nell’inchiesta che ha portato a condannare l’ex sindaco di Riace, in primo grado ad oltre 13 anni di carcere. L’intercettazione non considerata nel processo, a fronte di un abuso spropositato di tale strumento, mette in dubbio le stesse ragioni di base che hanno portato ad una assurda condanna”. Lo scrivono in una nota Maurizio Acerbo, Segretario nazionale e Stefano Galieni, Responsabile nazionale immigrazione del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea. “Ci sono speranze forse – proseguono – ma Lucano non cerca “sconti di pena”. Dichiara di aver agito per difendere i diritti di persone altrimenti lasciati senza scampo e rivendica non come colpa, l’aver continuato a garantire accoglienza”.