CATANZARO – Fanghi solidificati da anni e mai smaltiti, quadri elettrici divelti, assenza di pompe di sollevamento, abitazioni e interi villaggi non collettati alla fogna, per non parlare della quantità enorme di scarichi illegali che finiscono a mare. Ma anche depuratori obsoleti e vecchi anche di 20 anni, rapporti poco chiari tra i comuni e le ditte che gestiscono in gestione gli impianti, ma anche morosità, assenza di presidi e conoscenza non dettagliata del proprio territorio. Un lavoro di censimento certosino effettuato dal dipartimento della Regione e iniziato dalla costa tirrenica calabrese, che è quella che presenta il maggior inquinamento, con la mappatura e la geolocalizzazione di tutto il territorio e le criticità emerse impianto per impianto. Una fonte di informazione importantissima non solo per la Regione ma anche per i Comuni interessati, ai quali saranno fatte vedere le problematiche dei loro impianti, nel loro territorio, quali interventi effettuare e come intervenire con un finanziamento da 3 milioni di euro.
Ai comuni finanziamenti e scheda degli interventi
Insomma i comuni avranno per iscritto nero su bianco quello che manca nei loro depuratori e il finanziamento stanziato per intervenire. Non avranno più alibi “gli diamo 10 giorni di tempo dal momento in cui riceveranno il decreto di finanziamento per mettersi in regola – ha detto Occhiuto. Tra l’altro, per molti interventi si tratta di somma sotto i 140mila euro in modo che la richiesta possa essere effettuata velocemente sul Mepal ( il Mercato elettronico della Pubblica amministrazione locale), la piattaforma elettronica per le forniture pubbliche da parte degli Enti. Questi documenti di interventi che forniremo ai Comuni, saranno dati in copia anche alle competenti Procure, alle capitanerie di Porto e alle forze dell’ordine affichè tutte le istituzioni possano vigilare e controllare. Dopo le operazioni “Deep” dei carabinieri lungo il litorale costiero tirrenico della regione e la decisione nei giorni scorsi di dare al Corap il compito di supervisionare su 14 impianti di depurazione, stamattina il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto ha tenuto un incontro con i giornalisti sui temi del mare pulito e della depurazione.
L’occasione è legata proprio ai contenuti dell’ultima ordinanza sui 14 depuratori della costa tirrenica, sulle recenti iniziative della Giunta e sul lavoro svolto in questi mesi dal Dipartimento Territorio e tutela dell’ambiente della Regione. Al suo fianco il direttore generale del Dipartimento Ambiente, Salvatore Siviglia.
“Riceveremo oggi i sindaci dei Comuni interessati dalle criticità ai quali daremo un decreto nel quale è contenuto quello puntualmente deve essere fatto per procedere alla riparazione o al ripristino del depuratore di competenza, il finanziamento, e i sindaci avranno 10 giorni per completare la procedura. Sulla depurazione – ha dichiarato il presidente Occhiuto – tolleranza zero. Chi ha aperto un’azienda in Calabria non si è mai occupato di come depurare. Per 20 anni non si è mai parlato di depurazione e non sarà facile avere il mare cristallino già questa estate, ma faremo di tutto”.
Criticità maggiori a Nocera Terinese e Gioia T., a Falconara scoperto un fiume fogna
Una battaglia che il governatore ha deciso di affrontare a muso duro spiegando che “non si tratta di un commissariamento”. Il riferimento è alla disposizione sul ruolo del Corap su 14 impianti calabresi: “ho chiesto a Corap di svolgere un servizio di supporto per verificare che i lavori che si devono fare, si facciano. Un processo che si deve mettere in campo per risolvere i problemi degli impianti: alcuni vanno potenziati, resi idonei alla capacità di quei territori che hanno maggiori necessità soprattutto durante l’estate. Da settembre – spiega Occhiuto – velocizzeremo le operazioni ma in questi ultimi mesi quello che possiamo fare, lo faremo. La situazione è molto critica ad esempio a Nocera Terinese, ma da sud a nord, le criticità sono diverse. A Belvedere Marittimo per esempio, non è stata mai attivata la pompa sottomarina. Ancora a Falconara abbiamo scoperto un “fiume fogna” che correva sotto il terreno. Lo abbiamo fatto emergere, ce ne stiamo occupando perché ci sono diverse abitazioni e attività economiche non collettate. Le attività economiche, i villaggi che abbiamo scoperto non essere collettati li stiamo segnalando alla Procura e ai carabinieri perché facciano quello che devono”.
“Abbiamo scelto solo una parte del territorio regionale e da novembre ci stiamo dedicando al tratto potenzialmente più inquinato da Tortora a Nicotera. Studiato il modello, lo esporteremo”. Ora saranno i Comuni a dover fare la loro parte: “ognuno riceverà procedure e modalità di intervento – ha spiegato il direttore generale del Dipartimento Ambiente, Siviglia. – Abbiamo verificato tutte le criticità, impianto per impianto, verificato e individuato i problemi. Quantificato quanto serviva e comunicato tutto ai Comuni ai quali diamo decreto di finanziamento e tutte le operazioni che sono chiamati ad eseguire”.