CROTONE – La Guardia di Finanza, coordinata dalla Dda di Catanzaro, ha eseguito un decreto di sequestro, finalizzato all’applicazione della confisca prevista dal Codice Antimafia, del patrimonio, del valore di circa 1,5 milioni di euro, riconducibile all’ex parroco di Isola di Capo Rizzuto, don Edoardo Scordio, 75 anni, e a due suoi nipoti. Il sacerdote attualmente agli arresti domiciliari nel Centro internazionale di studi rosminiani di Stresa (Verbania), era stato arrestato nel 2017 nell’operazione “Jonny”, é stato condannato dal Tribunale di Crotone ad 8 anni di reclusione per associazione mafiosa, sentenza confermata in appello. Per l’accusa sarebbe stato il promotore di una truffa ai danni dello Stato in favore della cosca di ‘ndrangheta degli Arena attraverso la quale sarebbero state distratte consistenti somme di denaro che dovevano essere utilizzate per la gestione di un centro di accoglienza per migranti di Isola Capo Rizzuto.
In particolare sono stati sottopostia sequestro 3 fabbricati e una villa di pregio, un autoveicolo, la partecipazione totalitaria in una società, all’epoca dei fatti (inchiesta Jonny) attività del settore del turistico alberghiero e tutti i rapporti bancari intestati e/o riconducibili ai soggetti ed ai loro familiari.
Il provvedimento di natura cautelare è stato eseguito sulla base di complesse indagini di natura economico-patrimoniale svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Crotone, volte a verificare la provenienza dell’ingente patrimonio riferibile ai destinatari del provvedimento e la sproporzione rispetto ai redditi dichiarati e alla attività lavorativa. Le investigazioni hanno riguardato le vicende patrimoniali degli interessati a partire dal 2009 e si sono avvalse delle risultanze investigative dell’inchiesta “Jonny” che ha portato alla condanna dell’ex parroco. I due nipoti avrebbero amministrato i guadagni illeciti dello zio.