COSENZA – Ago e filo, la ferita è chiusa. Peccato solo per le graffette dimenticate. Nell’addome. Una 39enne di Roggiano Gravina, dopo mesi di interventi chirurgici, controlli specialistici in giro
per gli ospedali e le strutture private più all’avanguardia d’Italia, è riuscita non solo ad ottenere precise rassicurazioni sul suo stato di salute, ma anche a vedersi riconosciuto un sostanzioso risarcimento danni dall’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Quei forti dolore all’addome che, con il passare del tempo, le avevano modificato anche le abitudini di alimentazione, non erano dovuti ad un male nascosto ma a delle graffette mediche che l’equipe medico-chirurgica che l’aveva operata di colicistectomia. L’incubo per la paziente era inziato a luglio del 2011. La 39enne, s’era recata all’Ospedale Ferrari di Castrovilllari, per dei dolori all’addome. I medici, dopo averla visitata, avevano optato per rimuovere chirurgicamente la colicisti, causa di quei fastidi addominali. L’intervento, perfettamente riuscito, era durato un paio d’ore. La donna, infatti, passate le ore classiche di controllo post-operatorio, era stata dimessa e rimandata a casa. Ma finito l’effetto dell’anestesia, i dolori s’erano risvegliati, come e anche più forti di prima. Corsa di nuovo in ospedale, era stata rassicurata dai medici del Ferrari sulla garanzia che quei dolori erano solo passeggeri. nemmeno per idea. Giorno e notte quei dolori erano sempre lì con lei, a tormentarla dall’alba al tramonto. Su suggerimento di una parente, s’era recata in centri specializzati fuori regione. E in un centro di Roma i medici facevano la scoperta dei suoi dolori. Semplicemnente con una ecografia. Quelle due graffette premevano sull’addome, causando il dolore. Immediatamente veniva disposto un intervento chirugico di rimozione delle due clips. Terminato l’intervento e risolti i problemi con i dolori, la 39enne ha deciso di rivolgersi all’avvocato Francesca Ponticello, legale del foro di Cosenza, per fare causa risarcitorioa al nosocomio castrovillarese. Ricevuta l’esposto l’Asp di Cosenza ha disposto che la paziente venisse sottoposta ad una perizia medico-legale. La cartella clinica in mano delle donna e la relazione medica dei medici romani hanno incastrato l’Asp che senza batter ciglio ha pagato il risarcimento. La 39enne ha ripreso in mano la sua vita ed è ritornata a far pace con il cibo.