Arrestati consiglieri regionali della legislatura Scopelliti, indagati tutti gli assessori della Giunta Oliverio

Terremoto tra le ‘stanze dei bottoni’ dell’amministrazione regionale. In manette noti politici calabresi.

 

REGGIO CALABRIA – Peculato e falso: queste le accuse formulate a vario titolo a carico di consiglieri regionali della Calabria in carica nella passata legislatura nell’ambito di un’inchiesta della Procura della Repubblica di Reggio sulla gestione dei fondi dei gruppi consiliari. La Guardia di Finanza ha dato esecuzione stamane a tre ordinanze di custodia cautelare degli arresti domiciliari e cinque ordinanze di divieto di dimora. Nel corso dell’operazione, chiamata “Erga Omnes”, sono stati sequestrati anche beni per 2,5 milioni di euro nei confronti di 27 indagati. Le indagini, effettuate anche attraverso intercettazioni telefoniche e accertamenti bancari, avrebbero consentito di individuare discrasie tra le movimentazioni ed i saldi in conto corrente dei gruppi consiliari regionali negli anni 2010/2011/2012 e le presentazioni del rendiconto annuale. In alcuni casi sarebbe stata riscontrata anche la presentazione di una doppia documentazione di spese per ottenere un doppio rimborso.

 

Tra i politici coinvolti c’e’ anche l’assessore regionale in carica Nino De Gaetano del PD nominato da Oliverio il quale è stato sottoposto agli arresti domiciliari. Un senatore calabrese risulta invece essere tra i tre destinatari di ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal gip di Reggio Calabria. Si tratta di Giovanni Bilardi, del Nuovo Centrodestra. C’è anche Luigi Fedele tra i tre ex consiglieri regionali della nona legislatura della Regione Calabria per i quali il gip ha disposto gli arresti domiciliari. Dal 2010 al 2012 Fedele è stato capogruppo del Popolo della Libertà in Consiglio regionale; il 18 Aprile fu nominato assessore regionale con delega ai trasporti, ai rapporti con il consiglio regionale, alle politiche euromediterrannee e all’internazionalizzazione. In passato Fedele è stato presidente del Consiglio regionale. Tra le cinque persone a cui è stato notificato il provvedimento di divieto di dimora in Calabria: l’ex capogruppo dell’Udc e poi assessore regionale nella Giunta di centrodestra, Alfonso Dattolo; l’ex consigliere Giovanni Nucera (Udc); l’ex capogruppo del Centro democratico, Pasquale Tripodi; l’ex consigliere del Pd, Nicola Adamo. Il divieto di dimora e’ stato notificato anche all’ex autista del senatore Giovanni Bilardi, Carmelo Trapani.

 

A chiedere un passo indietro era stata per prima l’ex ministro degli Affari Regionali, Maria Carmela Lanzetta, che rifiuto’ l’ingresso in Giunta come vice presidente proprio per la presenza di De Gaetano nell’esecutivo. A sostenere la posizione di Lanzetta fu l’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Graziano Delrio. Una seconda polemica ha travolto De Gaetano pochi giorni fa e riguarda la costruzione del nuovo ospedale della piana di Gioia Tauro. L’argomento e’ finito sul tavolo della Commissione parlamentare antimafia nel corso della visita in Calabria di pochi giorni fa. Il Movimento 5 Stelle aveva chiesto l’audizione dell’assessore, ma davanti alla Commissione e’ stata decisa la presenza del presidente Oliverio. Quest’ultimo, anche in quella occasione, si e’ assunto la responsabilita’ politica della nomina di De Gaetano, mentre la presidente Rosy Bindi aveva dichiarato chiusa la polemica sull’assessore. Oggi la contestazione dei reati relativi ai rimborsi regionali e la notifica dell’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per l’esponente della giunta di centrosinistra.

 

Il presidente della Regione, Mario Oliverio, aveva scelto De Gaetano in rappresentanza del territorio reggino come assessore esterno. Le prime contestazioni sulla nomina arrivarono dallo stesso PD, partito di cui De Gaetano fa parte. A fare scattare l’allarme era stata la presenza del suo nome in un una informativa della Polizia di Stato che segnalava il presunto sostegno di una cosca della ‘ndrangheta in occasione delle elezioni regionali del 2010. L’informativa , comunque, non aveva fatto scattare alcun provvedimento, tanto che De Gaetano non risulto’ nemmeno iscritto nel registro degli indagati. Nel registro degli indagati oggi invece pare figurino tutti gli assessori in carica e l’attuale presidente del Consiglio, Antonio Scalzo. Si tratta del vice presidente Vincenzo Ciconte, e dell’assessore Carlo Guccione, tutti in quota al Pd. In pratica tutta la Giunta in carica risulta indagata, considerato che il governatore Masrio Oliverio, del Pd, eletto a novembre, non ha completato l’esecutivo, in attesa che entrino in vigore alcune modifiche allo statuto recentemente varate dall’assemblea. Le contestazioni si riferiscono comunque alla passata legislatura, quando gli attuali membri dell’esecutivo erano consiglieri regionali. Ci sono anche un altro senatore in carica e un ex presidente della Regione Calabria tra gli indagati dell’operazione: l’onorevole Piero Aiello, eletto in Senato nel 2013 nelle liste del Popolo delle Liberta’ e poi passato al Nuovo Centro Destra e Agazio Loiero, ex presidente della Regione Calabria nonche’ ex ministro della Repubblica. Sono quindi tre i deputati del Pd indagati: Bruno Censore, Demetrio Battaglia e Ferdinando Aiello, tutti consiglieri della Regione nella passata legislatura.

 

Ammontano a quasi 2,5 milioni di euro le somme contestate alle 27 persone indagate somme sequestrate “per equivalente” dalle Fiamme Gialle agli indagati. I finanzieri, coordinati dalla Procura di Reggio, hanno svolto un’ampia attivita’ di indagine, finalizzata alla verifica del corretto impiego delle somme stanziate dalla Regione Calabria per le finalita’ di funzionamento dei gruppi consiliari. Le condotte illecite contestate sarebbero emerse dai documenti acquisti in Consiglio regionale nonche’ da accertamenti bancari, indagini tecniche, riscontri contabili esterni finalizzati alla “verifica oggettiva e soggettiva” delle operazioni documentate dai vari esponenti politici. Le verifiche hanno interessato la IX Legislatura ed hanno riguardato tutti i gruppi politici operanti nel triennio 2010/2012. Oltre alla non “idoneita’” della spesa, sarebbero state rilevate dai finanzieri casi di operazioni inesistenti. Diverse, secondo l’accusa, le discrasie tra le movimentazioni ed i saldi in conto corrente dei gruppi e quanto documentato mediante la presentazione del rendiconto “annuale”, celando il corretto impiego per cui i fondi pubblici erano destinati. Un ulteriore elemento di frode, rilevato nel corso delle indagini, sarebbe stata stata la doppia documentazione delle spese che, in taluni casi, avrebbe consentito agli indagati di ottenere un duplice rimborso per le spese.

 

“Con effetto immediato comunico le mie dimissioni dalla carica di assessore regionale e mi auto sospendo dal Partito Democratico”. A seguito delle vicende giudiziarie che lo vedono coinvolto, Nino De Gaetano, “pur dichiarando – spiega in una nota – la propria estraneita’ ai fatti contestatigli ed avendo piena fiducia nell’operato della magistratura”, ritiene di dover compiere quello che definisce “un atto politico dovuto per non intralciare l’attivita’ della giunta regionale e del presidente Oliverio. Presidente che ringrazia “per la fiducia accordatagli”. “Il governatore della Calabria, Mario Oliverio, deve dimettersi subito. Egli ha difeso a oltranza e senza riserve morali la nomina di Antonino De Gaetano, anche col silenzio tombale tenuto nella sua recente audizione in Antimafia“. Lo dichiarano i parlamentari del M5s calabresi Dalila Nesci, Nicola Morra, Paolo Parentela, Federica Dieni e Riccardo Nuti, in seguito alla notizia degli arresti domiciliari per l’assessore regionale. “Nonostante destinatario di tre informative e di una richiesta di arresto per presunto appoggio elettorale dalla ‘ndrangheta, De Gaetano – proseguono i parlamentari M5s – e’ stato mantenuto al suo posto da Oliverio, che non ha voluto ascoltare nessuno. Pertanto l’allora ministro Maria Carmela Lanzetta rifiuto’ di entrare nella giunta regionale. In Calabria – continuano i parlamentari M5s – le istituzioni sono fortemente inquinate e cio’ ne causa l’arretratezza. Oliverio sapeva pure – secondo i grillini – che De Gaetano era indagato per i rimborsi, ma ha dato una prova di forza, mostrando ai calabresi che il potere sta al di sopra dell’etica e dell’interesse pubblico. Adesso – concludono i parlamentari M5s – in Calabria e’ scoppiata una questione morale gigantesca tutta interna al Pd, che noi avevamo gia’ denunciato con chiarezza in commissione Antimafia, nell’indifferenza complice del presidente, Rosy Bindi. Adesso il segretario del Pd Matteo Renzi si assuma le sue responsabilita’ e cacci Oliverio“.

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