COSENZA – Durante la consueta conferenza stampa riguardate l’analisi epidemiologico il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, ha sottolineato che: “l’Italia è ancora in una situazione di controllo della pandemia e ha le incidenze più controllate rispetto all’Ue mentre in altri Paesi c’è una risalita della positività”.
Riguardo i nuovi dati emerge che l’incidenza è in lieve risalita in Italia ed è pari a 34 casi per 100.000 abitanti, rispetto al valore di 29 per 100.000 abitanti della scorsa settimana. Incidenza che è aumentata questa settimana in 17 Regioni e Province autonome. Le Regioni con l’incidenza più elevata sono Provincia autonoma di Bolzano (85,6), Friuli Venezia Giulia (51,7) e Veneto (48,3).
Al contrario invece si è registrata una diminuzione dell’incidenza, rispetto alla scorsa settimana, della Basilicata (da 22,3 a 18,4), della Calabria (da 43 a 36,7), della Sardegna (da 13,3 a 7,9) e della Sicilia (da 43,0 a 38,3).
I dati della Calabria
Nella nostra regione la situazione relativa ai contagi da Covid-19 rimane quasi del tutto invariata con un ulteriore lieve miglioramento per l’incidenza e i ricoveri. Per quanto riguarda l’analisi del rischio la Calabria resta classificata a un livello basso con uno scenario di tipo 1. L’indice Rt è in lieve aumento e si attesta, questa settimana, sul valore di 1.07 (range 0.94 – 1.22) rispetto allo 0.88 della scorsa settimana. Scende, come detto l’incidenza che si attesta a 36,7 casi ogni 100.000 abitanti, rispetto ai 43 casi della settimana 8/14 ottobre. Per quanto riguarda l’occupazione dei posti letto in area medica e in terapia intensiva i valori scendono ulteriormente. Nei reparti covid l’occupazione complessiva è all’8,1% (limite 15%) mentre in rianimazione i posti occupati sono al 4,1% (limite 10%).
Lieve aumento dell’RT nazionale
Per quanto concerne invece la situazione dell’Rt a livello nazionale, nel periodo compreso tra il 29 settembre al 12 ottobre 2021, è stato pari allo 0,86 (range 0,82 – 0,90), in leggero aumento rispetto alla settimana precedente, quando si registrava il valore di 0,85, già in leggera crescita rispetto alla settimana ancora precedente che aveva visto l’indice a 0,83. I dati sono ora all’esame della cabina di regia. A rischio moderato questa settimana ci sono 4 regioni, rispetto alle 3 della settimana scorsa. Sono Abruzzo, Campania, Friuli Venezia Giulia e Piemonte. Le restanti 17 Regioni/Province autonome risultano classificate a rischio basso. Una Regione, la Campania, riporta un’allerta di resilienza.
Ancora in calo l’occupazione negli ospedali
Continua a diminuire, invece, il tasso di occupazione dei malati di covid negli ospedali italiani secondo quanto riferisce la bozza di monitoraggio settimanale Iss-Ministero della Salute. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è in diminuzione al 3,9% rispetto al 4,1 della settimana precedente, con una lieve diminuzione del numero di persone ricoverate da 370 a 355 . L’occupazione in aree mediche diminuisce ancora al 4,2% dal 4,6. I ricoverati in queste aree diminuiscono da 2.665 a 2.423
Circa 7 milioni di italiani senza vaccino
A incidere profondamente sui dati sono ancora 7 milioni e 600mila gli italiani che non hanno fatto neanche una dose di vaccino anti Covid. Questo è quanto emerge dall’ultimo report del governo, in base al quale sono le fasce d’età 30-39 e 40-49 quelle in cui in percentuale si registra il più alto numero di persone che non si sono ancora immunizzate, oltre alla fascia dei più giovani, quella tra 12 e 19 anni. Molto alta, invece è la percentuale di chi si è vaccinato tra i 20 e i 29 anni: l’80,53% ha completato il ciclo con entrambe le dosi. Intanto resta il dubbio sulle prossime mosse riguardanti la rivaccinazione della popolazione più giovane. “In questo momento – ha sottolineato il direttore della prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza – non sappiamo ancora quanto presto dovremo rivaccinare le persone più giovani per far sì che il virus continui a circolare poco: probabilmente ci sarà un po’ di tempo per decidere se e quando rivaccinarli, anche perché i giovani sono stati vaccinati dopo rispetto ai fragili e agli anziani”.