COSENZA – “Negli ultimi giorni abbiamo assistito alla violenta aggressione subita da colleghi delle Forze dell’ordine nel corso di una manifestazione di protesta contro il green pass e alla devastazione della sede nazionale della Cgil. Ci stringiamo in un abbraccio con i rappresentanti della Camera del lavoro, con i lavoratori e con i nostri colleghi a cui va tutta la nostra solidarietà e la vicinanza del SIULM. Ogni forma di squadrismo e di sopraffazione deve essere condannata senza mezzi termini e noi ci auguriamo che gli autori delle violenze vengano presto individuati e fermati con gli strumenti che la legge mette a disposizione”.
Amedeo Di Tillo, segretario generale SIULM Calabria però spiega che “c’è anche un altro evento a cui abbiamo dovuto assistere impotenti e sgomenti: l’ennesima prematura scomparsa di un nostro collega rimasto vittima del Coronavirus. Secondo le ultime notizie anche altri colleghi di quel reparto sarebbero stati contagiati e tra, loro, quelli che hanno fatto registrare una sintomatologia medica non erano ancora vaccinati. Ciò lascia aperte una serie di riflessioni. Considerare risolto il problema della pandemia è un errore che non possiamo permetterci di fare. Il virus serpeggia ancora tra di noi e questo è un dato di fatto che ci pone dinanzi alla necessità di non abbassare la guardia e di mantenere ancora vigili e pienamente operativi i presidi di monitoraggio e controllo dell’andamento del virus”.
“Per quanto ci riguarda – scrive Di Tillo – come organizzazione sindacale delle Forze armate, non possiamo che richiamare i colleghi ma soprattutto la nostra Istituzione ad un rigoroso utilizzo del vaccino come strumento di tutela della salute di ogni militare e di salvaguardia di quella collettiva. Non ci stiamo a continuare a fare la conta dei morti e dei colleghi che in questo momento stanno lottando contro una patologia che non è stata debellata e che ci rende tutti più fragili e indifesi. Occorre che la nostra Amministrazione si faccia sentire con parole chiare e univoche e indichi la strada per gestire questa complessa fase in maniera uniforme ponendo al centro delle proprie decisioni, la sicurezza dei militari, dei familiari e di tutti i cittadini, nella consapevolezza che il benessere degli uomini è una precondizione per poter portare a termine i delicati compiti a cui ogni carabiniere, donna e uomo che sia, è chiamato ad assolvere”.
“Senza alcuno spirito polemico – conclude il segretario del SIULM Calabria – sarebbe stato forse più opportuno applicare una regolamentazione chiara e univoca senza aspettare di arrivare a pochi giorni dall’entrata in vigore dell’obbligo del Pass per dettare norme di comportamento, disposizioni e sanzioni. In questo momento è necessario assumere scelte responsabili finalizzate alla tutela della salute pubblica. L’obiettivo deve essere quello di rafforzare il sistema di screening e rendere sicuri i luoghi di lavoro e questo possiamo farlo attraverso una seconda campagna vaccinale che completi la prima fase a beneficio di tutti i servitori dello Stato e di quanti svolgono servizi di pubblica utilità; donne e uomini che dobbiamo difendere e tutelare e verso cui occorre garantire ogni opportuna iniziativa che consenta loro di svolgere in sicurezza e piena efficienza il proprio lavoro”.