SCILLA (RC) – “La commissione antimafia si limita a chiedere alla procura se i candidati hanno condanne, ma questo non risolve il problema. Non si candidano in prima persona i boss, ma giovani di bella apparenza e belle speranze sui quali non si può dire nulla. È chiaro, però, che diventano a tutti gli effetti dei prestanome. Non si risolve il problema con la patente antimafia ma con la serietà della politica”. A dirlo il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, nel corso di un incontro, moderato dai giornalisti Paola Bottero e Alessandro Russo, nell’ambito di SUDeFUTURI, l’evento giunto alla terza edizione organizzato a Scilla, nel reggino, dalla Fondazione Magna Grecia insieme all’Amministrazione comunale.
Gratteri è intervenuto in merito alla “candidabilità” dei politici in lista per le prossime elezioni regionali e al lavoro svolto dalla Commissione antimafia che ha vagliato tutte le liste inviate anticipatamente da alcuni partiti. “Senza aspettare una eventuale condanna definitiva – ha aggiunto Gratteri – si dovrebbe essere in grado sul piano morale ed etico di valutare se un candidato ha la statura e le competenze per fare progredire il territorio in cui si candida”.
Antonio Nicaso, docente, esperto di mafie e di criminalità organizzata, in collegamento da New York, ha sostenuto che “La politica dovrebbe essere al servizio della gente e non dei centri di potere”. Gratteri – che insieme a Nicaso, ha parlato del loro ultimo libro “Non chiamateli eroi” – ad una precisa domanda di Paola Bottero ha escluso un suo impegno diretto in politica ancora una volta: “Sono felice del mio lavoro di procuratore a Catanzaro”.