CATANZARO – “I comuni calabresi devono tenere ed aggiornare annualmente il catasto delle aree incendiate: lo stabilisce la legge n. 353/2000, che prevede un preciso obbligo di un catasto in cui registrare i terreni che sono stati attraversati dalle fiamme negli ultimi cinque anni.” E’ quanto sottolinea Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale Codacons, il quale evidenzia il rischio di un affare illecito alle spalle dei cittadini.
“Tale norma – prosegue l’avvocato catanzarese – stabilisce che sulle aree colpite da incendio non possano essere realizzati strutture o infrastrutture civili, commerciali o industriali per 10 anni dal rogo e, in caso di trasgressione, che i Comuni siano obbligati a disporre la demolizione immediata delle opere realizzate a spese dei responsabili. Inoltre i fondi percorsi dal fuoco non possono subire cambi di destinazione d’uso per 15 anni e nei contratti di disposizione di detti fondi va richiamato questo vincolo, pena la nullità dell’atto stesso. Sulle predette aree, infine – aggiunge Di Lieto – sono vietate per 5 anni le attività di rimboschimento sostenute con risorse pubbliche e per 10 anni pascolo e caccia, proprio per evitare che lo stesso rimboschimento si trasformi in un vero e proprio affare, pagato dai cittadini”.
Il Codacons ha avanzato una formale richiesta di accesso alla Regione Calabria ed ai comuni calabresi, tra cui Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria, Crotone e Vibo Valentia, per ottenere copia del Catasto dei terreni, aggiornato con l’attestazione dell’avvenuta pubblicazione annuale sull’albo pretorio e di tutte le osservazioni pervenute. “Nel contempo – conclude Di Lieto – abbiamo chiesto alla Regione Calabria di elaborare uno specifico piano di protezione civile per le aree poste a valle dei costoni devastati dagli incendi che, con le piogge autunnali, rischiano di essere invase dai flussi fangoso-detritici”.