Diagnosi false e accessi irregolari, a processo 4 medici del “Pugliese Ciaccio”

Sono accusati, a vario titolo, di abuso d'ufficio e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale e truffa. Avrebbero arrecato all'azienda sanitaria un danno economico di oltre 62mila euro

CATANZARO – Quattro medici rinviati a giudizio e due prosciolti. È questa la decisione del gup di Catanzaro Paola Ciriaco sulla richiesta della Procura nell’ambito di una inchiesta su presunte diagnosi non veritiere. I medici rinviati a giudizio, tutti in servizio all’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio, sono Fulvio Zullo, in qualità di direttore del Dipartimento universitario di Ostetricia e Ginecologia fino al 2017, e consulente ginecologo/oncologo fino a tutto il 2019; Roberto Noia, dirigente di primo livello nel reparto di Ostetricia e Ginecologia; Menotti Pullano, medico specialista in Ostetricia e Ginecologia; Roberto Venturella, responsabile del centro di Procreazione medicalmente assistita. Il processo è stato fissato per il 19 aprile 2022. Sono accusati, a vario titolo, di abuso d’ufficio e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale e truffa.

Diagnosi non veritiere e pazienti  indirizzate a Napoli

Secondo l’accusa, Zullo dal 2011 al 2017 avrebbe attestato diagnosi non veritiere in 12 piani terapeutici indicando falsamente che le pazienti erano affette da patologie rientranti tra quelle che consentono la prescrizione gratuita dei farmaci e avrebbe sottoscritto 94 piani terapeutici a favore di pazienti che non avevano mai fatto regolare accesso al reparto traendo in inganno l’amministrazione con un danno economico superiore alle 62mila euro. Stesse accuse vengono mosse a Noia, per un danno complessivo calcolato in 4.644,95 euro. Zullo e Venturella, inoltre avrebbero emesso 281 piani terapeutici per 177 pazienti per il contrasto dell’infertilità e avrebbero indirizzato esplicitamente le pazienti, per le procedure di Procreazione medicalmente assistita, nelle cliniche Mediterranea di Napoli, dove operava fino al 2015 l’associazione “Capiello- Del Negro” riconducibile allo stesso Zullo e nella casa di cura “Rueschi” di Napoli, dove Zullo riveste il ruolo di medico specialista. Il tutto nonostante la presenza di strutture pubbliche in Calabria.

Zullo, inoltre, avrebbe in più occasioni certificato nel registro cartaceo della facoltà di Medicina dell’Università Magna Graecia di Catanzaro la propria presenza mentre in realtà si trovava contestualmente nella sala operatoria del Pugliese-Ciaccio per interventi. Prosciolti Saverio Miceli, dirigente medico al reparto ostetricie e ginecologia e Andrea Gregorio Cosco, medico specialista in Ostetricia e Ginecologia, anche loro dell’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro.

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