COSENZA – Si è conclusa ieri sera la nuova mobilitazione dei tirocinanti calabresi, che da 3 giorni stanno manifestando per chiedere risposte e decisioni certe sul loro futuro. Sono scesi in piazza, hanno bloccato strade, urlato la loro rabbia e protestato per chiedere l’intervento da parte della Regione e dello Stato. La vertenza di 6.500 calabresi ha ormai assunto una valenza regionale e nazionale. Gli scioperi all’interno dei comuni e degli enti, il blocco dell’accesso all’aeroporto di Lamezia, il blocco della 106 nella Sibaritide e ieri sera il presidio al Consiglio Regionale sotto Palazzo Campanella proprio mentre era in corso il consiglio regionale, “sono la continuazione di una battaglia che non ammette rese” scrive l’USB che per quanto concerne la mobilitazione di ieri, al termine del presidio a Reggio Calabria ha comunicato di aver “avuto un incontro con il Presidente del Consiglio Regionale, il quale si era impegnato a farsi promotore dell’avviamento di un tavolo interministeriale con il Governo nazionale al fine di offrire soluzioni quanto più immediate possibile.
L’esito del Consiglio Regionale, però, ci restituisce uno scenario opposto rispetto alle parole del Presidente, in cui la situazione dei tirocinanti non è stata minimamente presa in esame, dimostrando per l’ennesima volta la totale inadeguatezza dei nostro governanti. Le mobilitazioni devono quindi proseguire, ribadendo l’urgenza di ottenere soluzioni immediate, di ottenere impegni concreti, perché i tirocinanti meritano dignità e diritti, non campagne elettorali fatte sul loro futuro e a scapito delle loro famiglie. In questo contesto, anche coloro che si servono dei tirocinanti ogni giorno, vale a dire i sindaci e le amministrazioni comunali tutte, i responsabili e i dirigenti degli enti ministeriali, devono stabilire da che parte stare, se con i lavoratori o con il silenzio della politica regionale e nazionale. L’obiettivo a breve termine è quello di ottenere la modifica degli emendamenti al Decreto Sostegni Bis, che sono al vaglio della Commissione Bilancio nazionale. La strada è ancora lunga, ma noi abbiamo intenzione di percorrerla tutta fino in fondo, fino alla vittoria”.