COSENZA – Ci apprestiamo a vivere quello che probabilmente sarà il fine settimana più bollente del mese di giugno, anche se il picco di questa prima e duratura ondata di caldo si avrà a metà della prossima settimana quando l’anticiclone africano sarà alla massima potenza e la sua lingua di fuoco avrà abbracciato buona parte delle regioni meridionali, in particolare Sicilia, Calabria, Puglia e Basilicata che saranno quelle maggiormente colpite. Tradotto significa giornate di sole torrido e temperature ben oltre i 40 gradi con picchi anche di 42 nelle zone interne e accentuazione di afa e umidità.
Martedì e mercoledì due giornate di fuoco
Questa prima ondata di calore è particolarmente precoce rispetto ad anni record come il 2003, il 2017 e il 2019 quando arrivarono a fine giugno. Le temperature sono salite già oggi in tutta la regione con picchi di 33 gradi tra Cosenza e Rende. Domani si replica con ulteriore lieve aumento del caldo che arriva dal cuore dell’Africa, mentre domenica le temperature saliranno in modo ancora più deciso con punte che di 36-37 gradi. Ma, come detto, è solo l’inizio del picco di caldo previsto tra martedì e mercoledì con punte di oltre 40 gradi. A risentire in particolare del clima umido e senza vento, in questi giorni, saranno le vallate e le pianure dove la percezione del caldo sarà maggiore rispetto ad aree con temperature più elevate.
Piano del Ministero “caldo e i rischi del long covid”
E quest’anno nel Piano operativo per l’estate 2021, lente sui guariti dal Covid-19. Per i pazienti long Covid si rileva “maggior rischio di subire gli effetti del caldo” e minore tolleranza alle alte temperature estive, si legge nel Piano Attività estate 2021 in relazione all’epidemia Covid19 del 17 maggio scorso messo a punto da ministero della Salute, Centro nazionale prevenzione e controllo malattie (Ccm) e Dipartimento di Epidemiologia SSR Regione Lazio per pianificare la sorveglianza per le ondate di calore. Si sottolinea la particolare condizione degli “oltre 3,5 milioni di italiani guariti dal Covid-19”. Alcuni recenti casi studio, “suggeriscono, infatti, una minore tolleranza al caldo delle persone che hanno sviluppato una sindrome post Covid caratterizzata, anche a distanza di mesi dall’infezione, da sintomi quali difficoltà di respiro e tosse, o altri disturbi come palpitazioni, debolezza, febbre, disturbi del sonno, vertigini, difficoltà di concentrazione, disturbi gastrointestinali, ansia e depressione”. Da qui un piano “rimodulato” sia del rischio ondate di calore che del rischio associato al Covid-19, in virtù delle azioni da attivare sui territori. Tra i punti chiave del piano proprio quello di identificare, tra coloro che sono a maggior rischio di sviluppare effetti avversi del caldo, anche i pazienti dimessi/guariti da Covid-19 che manifestano sintomi cronici (pazienti long-term Covid-19). Il piano di prevenzione sulle ondate di calore sottolinea poi la necessità di seguire i protocolli anti-Covid in caso di assistenza domiciliare mentre ricorda che “febbre, tosse secca e debolezza possono essere sintomi del Covid-19”.