CATANZARO – Non accennano a placarsi le fibrillazioni nel centrosinistra in Calabria, alle prese con il nodo del secondo ritiro di Nicola Irto dalla candidatura a presidente della Regione. Uno scoglio che sembrava essere superato dopo la due giorni calabrese di Francesco Boccia che aveva ribadito il sostegno del Pd nazionale e regionale ad Irto, indicandolo anche come leader del centrosinistra incaricato di partecipare, insieme a Enrico Letta, al tavolo romano proposto da Giuseppe Conte per giungere ad un accordo per una coalizione larga. Ma a distanza di una settimana giunge il secondo “no” che si ammanta anche di giallo.
Il M5S e la candidatura non gradita di Irto
“Ho incontrato nei giorni scorsi il segretario del Pd, Enrico Letta. È stata – spiega Irto sulla sua pagina Facebook – una discussione vera, forse la più sincera di sempre. Mi è stato spiegato che per fare un accordo politico con il M5S è opportuno individuare un’altra candidatura. Pur confermando il mio impegno, ribadisco che nei fatti la mia candidatura, e quindi la scelta della comunità democratica calabrese, è del tutto superata”. Nel post Irto sottolinea che la sua non è stata un’autocandidatura – “avevo dato la mia disponibilità dopo una pressante richiesta da parte di tutto il Pd” – quindi, è il ragionamento, se c’è un nuovo passo di lato “non è per una mia indisponibilità alla costruzione di nuove alleanze”.
Il Nazareno smentisce
Fonti del Nazareno, tuttavia, smentiscono questa ricostruzione: “Nessuno ha chiesto a Irto di ritirarsi”. Ma se per la segreteria Pd il candidato è e rimane Irto, le stesse fonti spiegano che la rinnovata fiducia non esclude l’opportunità politica e l’utilità della costruzione di una coalizione di centrosinistra forte e di un dialogo positivo e costruttivo con M5s che è andato avanti nelle scorse settimane e che certamente proseguirà. Dialogo che per i 5 Stelle, però, prevede l’individuazione di un candidato di alto profilo proveniente dalla società civile e senza primarie. Tant’è che dalle parti del Movimento si apprezza il passo indietro di Irto.
E chissà che sulla decisione dell’esponente Dem non abbia inciso anche l’apertura fatta giorni fa da Luigi de Magistris ad un dialogo con centrosinistra e M5S con l’idea di un “laboratorio Calabria” per uscire dallo “schema partitico tradizionale”. “Non possiamo ritenere le alleanze un dogma o un fine in sé, da perseguire anche a costo di perdere di vista la nostra identità o le posizioni dei nostri militanti sui territori” è il commento del vice presidente del Gruppo Pd alla Camera Piero De Luca. Di certo, in un senso o nell’altro, dovrà essere il tavolo romano a sciogliere il nodo Calabria. E più di uno si interroga se Irto vi parteciperà come da programma o se preferirà declinare l’invito.
Tassone “incontro Irto-Letta è sconcertante”
“L’esito dell’incontro con il segretario Letta, che Nicola Irto ci ha comunicato, lascia sinceramente perplessi. Grande è la delusione nell’apprendere che la unanime decisione, registrata da Francesco Boccia, di chiedere ad Irto di rappresentare il Pd e la coalizione al tavolo con il presidente Conte sia stata completamente disattesa. Bene ha fatto Irto, nel rispetto del mandato ricevuto, a non prestarsi ad una operazione di svendita totale della Calabria, dei calabresi e delle loro ragioni“. Lo afferma, in una dichiarazione, il consigliere regionale del Pd, Luigi Tassone. “Non si tratta di mettere in discussione il dialogo ed il confronto con i 5 stelle – prosegue Tassone – ma di rispettare una proposta forte e di rinnovamento che, come partito calabrese, abbiamo avanzato. Mi auguro che non si prosegua in avventure e che non si consideri la Calabria merce di scambio. Il processo di rinnovamento del Pd nella nostra regione andrebbe rispettato e sostenuto, non ignorato. A Nicola Irto ribadisco fiducia e stima”.