COSENZA – Lunedì è il giorno tanto atteso per le prime riaperture in Italia. Ritornano le zone gialle (seppur “rafforzate”) e con esse molte delle prime riaperture previste, le scuola superiori in presenza almeno al 60%, i ristoranti aperti anche la sera all’aperto, il ‘certificato verde’ che consentirà di spostarsi anche tra le zone rosse e arancioni, il via libera a teatri, cinema, sale da concerto e musei e con ancora l’incognita sul coprifuoco che per ora resta alle 22 mentre si discute ancora se posticiparlo alle 23 come richiesto dalle Regioni.
Regioni “ristoranti al chiuso, palestre e piscine già da lunedì”
“Consentire, nel rispetto dei protocolli di sicurezza, i servizi di ristorazione sia al chiuso che all’aperto, senza distinzione di trattamento in base agli orari di somministrazione, la proroga del coprifuoco dalle 22 alle 23, la ripresa delle attività individuali in palestra al chiuso e in piscine all’aperto, già a partire dal 26 aprile“. Sono queste – a quanto si apprende- le ulteriori osservazioni e modifiche alla bozza del decreto-legge che dovrà essere varato e che, a seguito delle interlocuzioni con il Governo, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha trasmesso ai ministri Gelmini e Speranza, nel pomeriggio di oggi. I governatori chiedono anche “la riapertura del settori wedding e l’avvio anticipato, rispetto a quanto disposto in bozza, dei mercati, l’uniformazione delle date di riapertura degli spettacoli all’aperto e degli eventi sportivi all’aperto”
Sicure 13 regioni, Calabria ancora in attesa
Mezza Italia spera venerdì, giorno del consueto monitoraggio settimanale della cabina di Regia, di conquistarsi la fascia di minor rischio e quindi saltare sul treno delle annunciate riaperture. In attesa dei dati di oggi e di domani, che saranno analizzati insieme a quelli del resto della settimana dalla cabina di regia ministero della Salute-Iss-Regioni, sarebbero 13 le Regioni che possono aspirare alla zona gialla. Si tratta di Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Umbria, Veneto e le Province autonome di Trento e di Bolzano. Tutte avevano già venerdì scorso l’indice Rt sotto 1 e un’incidenza lontana dalla soglia di rischio di 250 casi settimanali per centomila abitanti, e in questi giorni sono in ulteriore calo, pur differenziato.
Dati ancora da zona arancione
Con molta probabilità resteranno in arancione ancora Calabria, Sicilia, Basilicata e Molise, tutte con incidenza in salita ma, come nel caso della Calabria, il superamento della soglia critica dei posti letto occupati in area medica (circa il 50%), mentre quella delle terapie intensive era al limite la scorsa settimana con il dato che sembra rimasto invariato anche a causa dell’elevato numero di decessi, molti dei quali avvengono proprio nelle rianimazioni. Rispetto a scorsa settimana il trend dei nuovi casi è rimasto sostanzialmente invariato. Venerdì scorso, con i dati riferiti alla settimana dal 5/4/2021 all’11/4 la Calabria era l’unica regione a rischio alto, la percentuale tra positivi e tamponi processati era al 13.5%, e ha rappresentato il dato più alto di tutta Italia, e sono state rilevate 2 allerte di resilienza nelle strutture ospedaliere con l’incidenza salita a 129.19 per 100mila abitanti. Unico dato positivo l’indice Rt sceso 0.9.
Ma c0è chi sta peggio della Calabria. È il caso delle Valle d’Aosta (che ha ancora oggi un’incidenza di 266 casi per centomila) e della Sardegna, che la scorsa settimana aveva un Rt molto alto (1,38, quando il limite per passare in rosso e’ 1,25) e che dovrebbero rimanere ancora in rosso. Spera di lasciare il rosso invece la Puglia, ma per finire in arancione: l’incidenza è ancora alta (239 casi per centomila), anche se l’Rt la scorsa settimana era sotto 1 e i casi sono in calo del 7% in 7 giorni. Oscilla tra arancione e rosso la Campania, che aveva un Rt intorno a 1 ed è cresciuta ulteriormente questa settimana (+8% di casi positivi) arrivando a un’incidenza di 235 casi per centomila.
Riaperture graduali da lunedì
La bozza del decreto legge che arriva sul tavolo del Consiglio dei ministri conferma sostanzialmente quanto annunciato dal presidente del Consiglio Mario Draghi nella conferenza stampa di venerdì scorso e sarà in vigore fino al 31 luglio, quando scadrà anche lo stato d’emergenza, prorogato dunque per 3 mesi. Il testo, se non cambierà nelle prossime ore, è un compromesso tra le diverse posizioni delle maggioranza, con il centrodestra e la Lega in particolare che continuano a chiedere maggiori aperture da subito e il posticipo del coprifuoco almeno alle 23, e l’ala più prudente del governo, con il ministro della Salute Roberto Speranza che anche oggi ha sottolineato come il decreto rappresenti un “primo messaggio di fiducia al Paese” che però richiede massima “prudenza, per non vanificare gli sforzi fatti finora”. Ed è un compromesso anche tra le Regioni e il governo, soprattutto sulla scuola. Non ci sarà, infatti, il ritorno in presenza da lunedì per tutti gli studenti delle superiori. Una soluzione “tecnicamente impraticabile” secondo i presidenti per due motivi: la capienza dei traporti pubblici ridotta al 50% per le normative anticovid e i limiti strutturali delle scuole italiane, che non consentono di rispettare le restrizioni con la presenza di tutti gli studenti. Nella bozza il governo prevede dunque dal 26 il ritorno in classe almeno al 50% per gli studenti delle superiori nelle zone rose e almeno al 60% e fino al 100% in quelle arancioni e gialle.
SPOSTAMENTI
Da lunedì tornano invece gli spostamenti tra le regioni gialle (e bianche, quando ci saranno), sospesi ormai da quasi 5 mesi. Si potrà andare da un territorio all’altro o muoversi in ambito regionale ma fino al 15 giugno sarà consentito un solo spostamento al giorno per andare a trovare amici o parenti tra le 5 e le 22, in massimo 4 persone oltre ai minorenni su cui si esercita la potestà genitoriale. In zona arancione, invece, si potrà farlo solo in ambito comunale.
CERTIFICATO VERDE
Ma il decreto prevede anche la possibilità di entrare e uscire anche dalle zone arancioni o rosse. Bisognerà avere la ‘certificazione verde’: un documento che potrà essere cartaceo o digitale e sarà valido per sei mesi per coloro che sono vaccinati o che sono guariti dal Covid mentre avrà una durata di 48 ore per chi ha un tampone con esito negativo. A rilasciarlo potranno essere le strutture che effettuano le somministrazioni, gli ospedali in cui si è stati ricoverati per il virus o il medico di base, i centri e le farmacie autorizzati per i test.
CHI LO FALSIFICA RISHIA L’ARRESTO
A proposito di spostamenti. Chi falsifica il certificato verde per gli spostamenti rischia anche il carcere. E’ quanto prevede la bozza del decreto legge con le nuove misure. In particolare, al comma 2 dell’articolo 13 si prevede che per tutti i reati di falso che hanno ad oggetto la certificazione verde Covid-19, le pene previste dagli articoli 476, 477, 479, 480, 481, 482, 489 del codice penale, anche se relativi ai documenti informatici di cui all’articolo 491 bis, sono aumentate di un terzo.
A CENA FUORI ALL’APERTO, DAL 1/6 ANCHE AL CHIUSO
Da lunedì si potrà anche tornare a fare qualcosa che manca da mesi: cenare fuori al ristorante. Almeno nelle regioni gialle e “con consumo al tavolo esclusivamente all’aperto”. Chi non ha spazi all’esterno dovrà attendere fino al 1 giugno, una decisione contro la quale si sono già schierati oltre la Lega anche i manifestanti di ‘IoApro’: “il 26 apriremo comunque, senza rispettare coprifuoco ne pass” dicono.
TORNANO CINEMA, TEATRI E SPETTACOLI LIVE
Al chiuso si potrà invece andare al cinema o assistere a spettacoli “in teatri, sale concerto, live club e altri locali” sulla base dei protocolli approvati dal Cts: prenotazione obbligatoria, un metro tra le persone, massimo 500 persone al chiuso e mille all’aperto. Per alcuni eventi potranno essere riservati solo a chi avrà il certificato verde.
A GIUGNO ANCHE ALLO STADI
Il cronoprogramma definito dal decreto, sempre se confermato dal Cdm, prevede poi il 15 maggio l’apertura delle piscine all’aperto, dei mercati e dei centri commerciali, anche nei giorni festivi e prefestivi; dall’1 giugno quello delle palestre e anche degli stadi e dei palazzetti, con una capienza non superiore al 25% e comunque non oltre i mille all’aperto e 500 al chiuso; dal 1 luglio delle fiere, dei congressi, dei centri termali e dei parchi a tema.
CONTROLLI NELLE ZONE DELLA MOVID
Tutte misure che saranno accompagnate da un rafforzamento dei controlli, come ha confermato il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. “Saremo particolarmente rigidi, non possiamo rischiare di buttare a mare quello che abbiamo fatto fino ad ora”