‘Ndrangheta: favorirono la latitanza di Domenico Romeo, 5 arresti

L'indagine ha permesso di scoperchiare l’articolato sistema messo a punto dagli arrestati che consentiva a Romeo di avere rapporti con i propri familiari

REGGIO CALABRIA – Favorirono la fuga dell’ex latitante Domenico Romeo arrestato il 2 febbraio 2020.

I Carabinieri di Palmi, supportati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di 5 misure cautelari, 2 in carcere e 3 ai domiciliari, emesse dal Tribunale di Reggio Calabria, a seguito della richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria nei confronti di Versaci Biagio cl ’74 e della moglie Cammaroto Maria Francesca cl ‘81, dai fratelli Alvaro Antonio cl ’99 e Francesco cl ’98 e dalla cugina Alvaro Domenica cl ’88, ritenuti i favoreggiatori del latitante Romeo Domenico cl ‘80, arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Palmi poiché ricercato dal luglio 2019 a seguito dell’emissione di ordinanza di custodia cautelare in carcere da parte della DDA di Genova per traffico internazionale di stupefacenti aggravato dalle finalità mafiose nell’ambito dell’indagine “Buon vento genovese” della Guardia di Finanza del capoluogo ligure.

Disarticolata la rete che favoriva la latitanza

L’indagine, coordinata dal Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, dall’Aggiunto Gaetano Paci e dal P.M. Giulia Pantano, ha consentito di scoperchiare l’articolato ed organizzato sistema messo a punto dagli arrestati al fine di favorire la latitanza di Romeo, garantendogli plurimi incontri con i suoi familiari, in particolare la moglie Lirosi Angela e il figlioletto di soli 17 mesi, oltre che con i suoi genitori, che venivano trasportati attraverso movimenti e trasbordi da un’autovettura all’altra e condotti sino al covo del fuggiasco; in tal modo consentendo a quest’ultimo di aver contatti e rapporti con i suoi prossimi congiunti senza esporsi e senza ostentare la propria persona, messa così al riparo dalle ricerche in atto. Ma non solo. L’aiuto al latitante è stato garantito anche attraverso la messa a sua disposizione di un immobile nella esclusiva disponibilità degli Alvaro e di proprietà di Alvaro Domenica  nonché attraverso le garanzie di telefoni cellulari che permettevano all’uomo di avere rapporti con i suoi familiari.

Il meccanismo escogitato, semplice e sofisticato nel contempo, prevedeva numerosi cambi di vettura, effettuati in punti strategici e poco controllabili dalle forze dell’ordine, per mezzo dei quali i parenti venivano trasportati sino al covo del latitante, senza il ricorso ad alcuna comunicazione telefonica.

Nel corso delle indagini è stato fotografato passo passo il sistema di favoreggiamento della latitanza  alimentato e gestito con continua e meticolosa organizzazione dai coniugi Versaci – Cammaroto e dai fratelli Alvaro Antonino e Francesco, figli di Vincenzo cl ’72 condannato nel procedimento Santa Fè nonché fratello di Antonio, coindagato del Romeo nel procedimento penale “Buon vento genovese”.

In particolare ai fratelli Alvaro Antonino e Francesco, destinatari della misura della custodia cautelare in carcere in ragione della maggiore gravità delle condotte, nonostante fossero considerati dai coindagati come “ragazzini”, il Romeo si era materialmente affidato in ragione della loro fedeltà alla cosca Alvaro, dimostrata in più circostanze durante l’attività d’indagine.

Alvaro Domenica, che non ha esitato a mettere a disposizione della “famiglia” un immobile in favore del pericoloso latitante, è stata invece destinataria della misura cautelare degli arresti domiciliari.

Medesima misura cautelare è stata applicata anche nei confronti dei coniugi Versaci – Cammaroto, che hanno ripetutamente, “con dedizione assoluta e massima disponibilità”, garantito non solo tutti gli spostamenti dei familiari del latitante nel suo covo, ma anche custodito un prezioso cellulare attraverso il quale i familiari, e probabilmente non solo, intrattenevano colloqui riservati e segreti col fuggiasco.

La cosca Alvaro si conferma così non solo estremamente pericolosa, come testimoniato dai molteplici processi, tra cui da ultimo Iris ed Eyphemos nei quali sono state emesse diverse decine di ordinanze custodiali che hanno decapitato la struttura di ‘ndrangheta, ma anche assai esperta nella gestione dei latitanti. Moltissimi sono stati infatti gli Alvaro o contigui ad essi di cui è stata garantita la latitanza nel tempo a prova della vasta e fitta rete di fiancheggiatori su cui costoro possono contare e nella quale rientrano gli odierni indagati.

Al termine delle formalità di rito, i fratelli Alvaro Antonio cl ’99 e Francesco cl ’98 sono stati tradotti in carcere mentre Alvaro Domenica cl ’88, Versaci Biagio cl ’74 e Cammaroto Maria Francesca cl ’81 sono stati posti in regime di arresti domiciliari.

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