Ancora una volta in una diretta su Facebook, Spirlì commenta la decisione del Consiglio di Stato e si dice ‘sorpreso’ della “rapidità supersonica con cui è stata svolta questa attività giudiziaria”. poi gira la ‘patata bollente’ ai sindaci: “solo loro, comune per comune, potrebbero decidere con apposite ordinanze di chiudere le scuole”
CATANZARO – “Il Tar si è riunito in 24 ore e il Cosniglio di Stato nelle 24 ore successive. Mi auguro che questa rapidità ci sia per tutte le attività giudiziarie”. Ironizza sui tempi celeri della giustizia amministrativa in merito alla decisione sull’aperture della scuola in presenza, il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, che in una diretta video su Facebook questa mattina, interviene sulla decisione del Consiglio di Stato che ha annullato la sua ordinanza.
«La “carenza motivazionale” con cui il Consiglio di Stato ha deciso di bocciare il ricorso della Regione Calabria contro la decisione del Tar di riaprire le scuole elementari e medie “è una motivazione politica“. Le motivazioni ci sono, sono corpose, e già basterebbe il parere del Cts che ha portato al rinvio delle elezioni regionali. Si capisce che è un fatto politico dai commenti: Spirlì ha perso, è stato battuto».
Da questo, secondo Spirlì, si evincerebbe la motivazione politica: «Ma ci rendiamo conto? Pensano veramente fosse una battaglia politica? Lasciamo perdere i cavillini da azzeccagarbugli. Non è finita qui. Un dato è chiaro, un centinaio di famiglie e vogliamo sapere chi sono, hanno messo in scacco non il presidente Spirlì ma oltre diecimila famiglie calabresi che hanno fatto una petizione»
Rispondendo ai commenti della diretta Facebook Spirlì lancia un messaggio ai sindaci: «non mi dite chiudi le scuole, io vorrei farlo ma non è possibile dopo un pronunciamento del Consiglio di Stato. E allora cosa succede? I sindaci dovrebbero prendere, comune per comune, dove si verificano contagi, prendersi la responsabilità ed emettere ordinanze di chiudere le scuole territorio per territorio».
«Continueremo a vigilare – ha aggiunto – ed a controllare i risultati territorio per territorio. State sicuri che laddove mi dovessi rendere conto che veramente cominciano casi veri e reali – e spero che non accada – sarò ancora una volta sulle barricate insieme a voi. In Germania, che è stata la prima a sbandierare ‘tutti a scuola’, adesso hanno messo tutti in dad fino alla fine di gennaio e sono disponibili ad allungarla anche dopo. Perché? Perché sono aumentati i casi e sono fuori controllo. Dagli screening che faremo in questi giorni potrebbe accadere che proporremo la didattica a distanza e mi auguro si possa fare e che non ci sia una sorta di guerra».