Il messaggio dei vescovi calabresi ai presbiteri ed ai fedeli “la vigilia di Natale sarà celebrata solo la messa Vespertina”. E l’orario d’inizio può variare tra le 17 e le 20
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COSENZA – Gli arcivescovi e vescovi della Calabria, in un messaggio rivolto ai presbiteri ed ai fedeli, hanno comunicato che il 24 dicembre sarà celebrata solo la “Messa vespertina (comunemente chiamata “prefestiva”), nella vigilia”. “L’orario di inizio – sottolineano i prelati – può variare in considerazione di realtà locali e secondo le varie esigenze, ma quello tra le 17 e le 20 sembra il più conveniente“. La Messa vespertina fu introdotta dal Pontefice Pio XII attraverso due decreti: La Costituzione Christus Dominus nel 1953 e il Motu porprio Sacram Communionem nel 1957. Nel 1972, i Vescovi italiani, durante il pontificato di Paolo VI, stabilirono che si potesse anticipare la Messa domenicale e festiva al giorno precedente.
Nell’attuale condizione pandemica, come previsto dall’ultimo Dpcm che ha stabilito il “coprifuoco” alle 22.00, la Messa della notte, infatti, non può essere celebrata per il rispetto delle norme anticovid. Secondo quanto evidenziano i vescovi, tuttavia, è possibile comunque rientrare in questa logica seguendo e le indicazioni liturgiche. Nel contesto dell’attesa della celebrazione del Natale i vescovi avvertono, si legge nel messaggio “la responsabilità di continuare a mantenere vivo il senso autentico dello spirito cristiano. Lo facciamo senza sottrarci alle leggi civili che, in questo contesto pandemico, sono state previste per il bene della collettività. Ma siamo anche ben convinti, che l’obbedienza alle leggi dello Stato, come buoni cittadini, possa essere inglobata all’osservanza delle norme liturgiche che, provenienti dalla sapienza e dalla tradizione della Chiesa, ci permettono di viverne pienamente lo spirito”. I prelati approfondiscono la liturgia natalizia nella storia cristiana, sottolineando che “la Chiesa, come madre e maestra, per aiutare i fedeli ad entrare meglio nel mistero della nascita di Gesù, nella solennità del Natale ha quattro formulari per la Celebrazione Eucaristica, Messa vespertina nella vigilia, Messa nella notte, Messa dell’aurora e Messa del giorno, e che niente vieta che queste ultime tre possano essere riunite in un’unica celebrazione nel giorno di Natale”.
“Le prossime festività natalizie ci trovano ancora coinvolti in una situazione sanitaria preoccupante e seria – aggiungono – e la pandemia, in corso ormai da mesi, ha attraversato quest’anno che volge al termine, scombinando abitudini e mettendo in discussione convinzioni che sembravano ormai radicate in ciascuno, sia livello sociale sia a livello ecclesiale. Il Natale è stato “considerato strettamente legato alla Pasqua”, – scrive ancora la Conferenza episcopale calabra – “quasi una sua anticipazione, il suo punto di partenza” e “proprio a partire dalla venuta di Cristo, questo tempo si trasforma in un kairòs, cioè in una speciale grazia“. I vescovi rammentano che “la Messa nella notte, non può essere celebrata per il rispetto delle norme rituali“. Una condizione che però, specificano i vescovi calabresi, non è avvertita “né come limitazione né come mortificazione di una consuetudine vissuta da sempre e ben radicata: purtroppo la fase pandemica ci sta portando a seguire scelte alternative, con un potenziale di flessibilità che non dispiace ad una capacità di adattamento a situazioni nuove e impreviste. La liturgia ci permette, però, di vivere la solennità di Natale anche nella Messa vespertina nella vigilia. A conferire un tono consono alla solennità, la celebrazione può essere preceduta da un’introduzione comunitaria di preghiera, come, ad esempio, la celebrazione dei Primi Vespri o il canto dell’antica Kalenda del Martirologio”.
“Il contenimento negli orari scelti potrebbe rendere anche possibile di partecipare, mediante i mezzi di comunicazione, – sottolineano i vescovi – alle celebrazioni presiedute da Papa Francesco nella Basilica Vaticana, per vivere in comunione di spirito e preghiera con Lui”. I vescovi invitano anche a momenti di preghiera in famiglia, magari davanti al tradizionale presepe o davanti all’albero di Natale, “un simbolo fortemente evocativo, assai diffuso negli ambienti cristiani; evoca sia l’albero della vita piantato al centro dell’Eden, sia l’albero della croce, ed assume quindi un significato cristologico: Cristo è il vero albero della vita, nato dalla nostra stirpe, dalla vergine terra santa Maria, albero sempre verde, fecondo di frutti. Tra i doni posti sotto l’albero di Natale non dovrà mancare il dono per i poveri: essi fanno parte di ogni famiglia cristiana“.