I due restano accusati soltanto di traffico di stupefacenti. L’accusa di omicidio che, unita a quella di tentata estorsione e della detenzione di armi, è stata annullata dal Tribunale del Riesame
CATANZARO – Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Antonio Criniti, 30 anni, e Filippo De Marco, 41enne, entrambi di Soriano ed accusati di omicidio, tentato omicidio aggravato dalle modalità mafiose, danneggiamento, detenzione di esplosivi e tentata estorsione. I due (Criniti difeso da Pamela Tassone e De Marco da Vincenzo Cicino e Giuseppe Orecchio) restano accusati soltanto di traffico di stupefacenti.
Entrambi erano stati raggiunti dal provvedimento emesso dal gip distrettuale nell’operazione “Demetra 2”, scattata lo scorso 20 ottobre. Nel corso dell’operazione erano finite nella rete anche altre cinque persone, alcune delle quali già destinatarie di un’ordinanza riguardante il primo step dell’indagine sull’autobomba che, secondo gli inquirenti, i due sorianesi per saldare un debito di droga avrebbero accettato di fabbricare. L’autobomba sarebbe stata poi collocata sotto l’auto, esplosa il 9 aprile del 2018 a Limbadi, che uccise il 43enne biologo Matteo Vinci e ferì gravemente il padre Francesco. Un’accusa che, unita a quella di tentata estorsione e della detenzione di armi, è stata annullata dal Tribunale del Riesame.