Le due Regioni del nord, attualmente in zona rossa, potrebbero passare già domani nella fascia intermedia con conseguente allentamento di regole e misure. Resterebbero ancora in zona rossa invece la Valle D’Aosta e la Calabria che paga il tracciamento saltato e la pressione sugli ospedali
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COSENZA – Domani nuova riunione del Comitato Tecnico Scientifico per l’analisi dei dati sulla situazione epidemiologica in Italia. Il Cts si confronterà sull’andamento del contagio da Covid e dal susseguente report del Ministero della Salute, quando saranno illustrati i nuovi dati con tutti gli indicatori, Lombardia e Piemonte dovrebbero lasciare la zona rossa (dove invece rischiano di entrare Basilicata e Sicilia) per entrare già da sabato, ma verosimilmente da lunedì, in quella arancione che prevede un allentamento delle misure.
A tre settimane dall’introduzione del Dpcm con le misure restrittive, i dati nelle due grandi regioni del Nord hanno mostrato significativi miglioramenti sia dal punto di vista del contagio (con l’RT sceso sotto l’uno in diverse province) che delle ospedalizzazioni che sono compatibili con un allentamento delle misure. La Calabria invece, salvo clamorose novità dell’ultim’ora, resterà in zona rossa. Sebbene l’indice RT del contagio sia già sceso al valore di 1.06 nella scorsa settimana e con un nuovo decremento atteso anche dai dati di domani, la pressione sugli ospedali, che aveva già penalizzato nella scelta il 3 novembre, ma soprattutto un tracciamento completamente saltato, non danno speranze di uscite dalla zona rossa per una Regione che attende ancora la nomina del suo nuovo commissario. La Valle D’Aosta, invece, si trova in difficoltà per il riempimento dei posti in terapia intensiva.
L’attuale ripartizione delle Regioni nelle diverse aree:
- zona gialla: Lazio, Molise, Provincia autonoma di Trento, Sardegna, Veneto
- zona arancione: Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Liguria, Puglia, Sicilia, Umbria
- zona rossa: Abruzzo, Calabria, Campania, Lombardia, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta, Provincia Autonoma di Bolzano.
“La curva dell’epidemia di Covid-19 in Italia ha raggiunto il picco e sta cominciando a scendere. Questo significa che in media in Italia l’indice di contagio Rt è inferiore a 1, mentre nelle regioni si osservano situazioni molto diverse. È quanto emerge dai calcoli fatti dal fisico Roberto Battiston, dell’Università di Trento. “Siamo al picco e la curva comincia a scendere“, ha detto il fisico “Siamo al massimo per gli infetti e abbiamo superato il massimo nei ricoveri in terapia intensiva e nelle ospedalizzazioni”. Adesso, ha aggiunto, “è fondamentale non lasciare andare la situazione e accompagnare la decrescita, che richiederà la massima cautela e molto tempo, almeno un paio di mesi”.
Restano obbligatorie le mascherine a scuola
Intanto il Consiglio di Stato ha confermato in via cautelare l’obbligo delle mascherine per i bambini a scuola previsto dai Dpcm del 3 e 17 novembre e chiesto gli atti del Cts su cui si basa questo provvedimento. Con questo decreto monocratico il giudice ha respinto l’istanza dei genitori di alcuni bambini – tra i 6 e gli 11 anni – che chiedevano sospensione dei Dpcm concernenti l’obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie nei luoghi al chiuso, per bimbi di età superiore ai sei anni.