Maria Antonietta Rositani era entrata nel Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria il 13 marzo dello scorso anno, quando il suo ex Ciro Russo – condannato a 18 anni di reclusione – dopo essere fuggito dai domiciliari a Ercolano (Napoli) era arrivato a Reggio Calabria col preciso intento di ucciderla
REGGIO CALABRIA – Nella giornata in cui si esprime con forza il No alla violenza sulle donne Maria Antonietta Rositani rappresenta il simbolo della rinascita e della rivalsa contro i soprusi e le vessazioni da parte degli uomini. La sua è una storia di atroci sofferenze fisiche durate mesi, dopo essere stata avvolta dalle fiamme appiccate dall’ex marito all’interno della sua auto. Uscita dal veicolo si gettò in una pozzanghera mentre il suo carnefice le gridava “devi morire“. Si salvò solo grazie alla sua forza d’animo ed alla sua voglia di vivere.
Dopo aver combattuto per venti mesi contro le gravissime ustioni che le ricoprivano il 50% del corpo, Maria Antonietta Rositani è stata sottoposta a decine di interventi chirurgici ed oggi, finalmente, è uscita dal Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria. Vi era entrata il 13 marzo dello scorso anno, quando il suo ex Ciro Russo .- condannato a 18 anni di reclusione – dopo essere fuggito dai domiciliari a Ercolano (Napoli) era arrivato a Reggio Calabria col preciso intento di ucciderla. Un attacco brutale e vigliacco.
Ma il carattere di Maria Antonietta è stato più forte di quella violenza inaudita. “Oggi, davvero, mi ritengo fortunata di essere donna. Noi – aveva detto in una intervista già pochi giorni dopo dal suo letto nel Centro grandi ustionati di Bari dove ha trascorso un lungo periodo di degenza – non ci dobbiamo mai arrendere e permettere a nessuno di spezzarci le ali, che sono poi quelle che fanno volare e sognare. Lo dobbiamo fare per noi, per le nostre famiglie e per i nostri figli”.
Una forza d’animo che Maria Antonietta non ha mai perso, grazie anche alla fede, al sostegno del padre e dei 2 figli e, poi, anche dal Comitato sorto per sostenerla psicologicamente, moralmente e materialmente la donna. La sua triste vicenda ha colpito anche Papa Francesco che, nell’agosto scorso, attraverso l’Elemosiniere pontificio, le ha fatto recapitare un biglietto in cui il cardinale Konrad Krajewski, assicurava la vicinanza del Pontefice nella preghiera mandandole anche un rosario benedetto dal Santo Padre. Un dono accolto con grande commozione dalla donna.
Rositani: “Chi ci vuole togliere la vita deve marcire in galera”
Adesso i momenti più bui sembrano alle spalle, anche se Maria Antonietta dovrà ancora sottoporsi a cure e interventi. Ma la cosa importante è essere tornata a casa, “finalmente liberi” come dice lei in un video su facebook. Liberi anche, aggiunge, di “dire a questi esseri che non hanno nome, che ci volevano togliere la vita che non ce l’hanno tolta. Noi li dobbiamo portare a marcire in galera e insieme ce la faremo, sì ce la faremo insieme, ne sono sicura. Non abbiate paura di nulla donne, denunciate. Io ci sono, sono con voi, non permettete a nessuno di togliervi il sorriso e questo sole che ci può scaldare”.