Il Gip non crede al suicidio. Riaperte le indagini sulla morte di Sissy Trovato Mazza

Il magistrato ha disposto ulteriori accertamenti sul caso della morte dell’agente di polizia penitenziaria calabrese, Maria Teresa Trovato Mazza, trovata in una pozza di sangue in uno degli ascensori dell’ospedale di Venezia nel 2016. Respinta la richiesta di archiviazione

 

VENEZIA – “La richiesta di archiviazione del pm non può trovare accoglimento”. Il caso di Sissy Trovato Mazza, agente di polizia penitenziaria calabrese, ritrovata in una pozza di sangue in uno degli ascensori dell’ospedale di Venezia nel novembre 2016, riapre clamorosamente. Il gip impone al pm nuove verifiche. Per Elisabetta Spigarelli, pm titolare delle indagini, invece, si trattava senza dubbio di un suicidio legato ad una depressione per motivi personali. Proprio per questo aveva chiesto già una prima archiviazione del caso un paio di anni fa, ma anche allora il gip Barbara Lancieri, sulla base delle obiezioni della famiglia, aveva disposto nuove indagini sulle celle telefoniche, sul Dna, sulla pistola e sul computer della ragazza. La famiglia non si è mai rassegnata all’ipotesi del suicidio. I genitori di Sissy, così chiamata da amici e conoscenti, sin dall’inizio hanno seguito la strada del delitto, il cui movente potrebbe essere legato alle denunce sull’ingresso di droga nel carcere della Giudecca e i rapporti ambigui tra agenti e detenute, che le stavano creando molti nemici anche tra i colleghi.

Accolta, dunque, la richiesta di opposizione all’archiviazione presentata dai legali della famiglia, l’avvocato Eugenio Pini (legale di Patrizia Trovato Mazza) e l’avvocato, Girolamo Albanese (difensore del padre). Riaprono le indagini in base, anche, a ciò che è stato affermato dal consulente della famiglia Luciano Garofano, ex comandante dei RIS e dal medico legale Aldo Barbaro; secondo i quali non è possibile che Sissy si sia sparata da sola: in quel caso ci dovrebbero essere delle tracce di sangue cosiddette “da retroproiezione” su maniche, braccio e pistola, che invece non ci sono. E poi spunta la testimonianza di una ex detenuta, riguardo ai presunti aggressori dell’agente calabrese di stanza alla Giudecca. Sono i due ultimi tasselli che il gip Lancieri chiede di approfondire sul caso di Maria Teresa Trovato Mazza. Le nuove indagini saranno svolte dalla Procura in un arco di tempo di 90 giorni, dopodiché il giudice deciderà nuovamente se archiviare il caso come suicidio oppure se procedere con un rinvio a giudizio o con nuove indagini per omicidio.

Sissy Trovato Mazza venne ritrovata nell’ascensore dell’ospedale civile di Venezia ferita con un colpo di pistola esploso dalla sua arma di ordinanza il 1 novembre del 2016. Era in ospedale per il controllo di una detenuta ricoverata in maternità, e nonostante i numerosi dubbi sia sulla dinamica che sulla vita di Sissy, erano emerse perplessità sulla tesi del suicidio. Sissy, lavorava nel carcere della Giudecca. E’ morta il 12 gennaio 2019 senza mai più risvegliarsi dal coma, nella casa di Taurianova (RC) dei genitori.

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