Quando Tallini, finito negli impresentabili, attaccò Morra “è una sua meschina vendetta”

Per la commissione parlamentare antimafia, il forzista Mimmo Tallini era impresentabile perché rinviato a giudizio per corruzione e non doveva neanche essere messo in lista. Morra “ero accusato di accanimento e di una vendetta personale verso di lui, ma la lista gli impresentabili non è discrezionale e viene sottoscritta anche dai partiti politici”

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COSENZA – Era il gennaio 2020 quando quando la commissione antimafia diretta dal senatore Morra inserì nella lista degli impresentabili per le successive elezioni regionali anche i forzisti Giuseppe Raaffa e proprio Domenico Tallini, allora consigliere uscente e poi rieletto arrivando primo degli eletti nella circoscrizione centrale della Calabria. La motivazione era il rinvio a giudizio per più fattispecie di corruzione. La legge non impediva e non impedisce a costoro di candidarsi o di essere eletti, ma la politica avrebbe avuto l’obbligo morale di offrire ai cittadini il meglio anziché degli “impresentabili” – aveva specificato Morra che si poneva una domanda “può il Consiglio regionale calabrese,  pensare di eleggere il consigliere Tallini, “impresentabile” che potrebbe subire gli effetti della legge Severino?”. Immediata fu la reazione di Tallini che attaccò Morra con parole durissime e parlando di “una meschina vendetta personale per le critiche da me rivoltegli in merito alle sue farneticanti dichiarazioni sul ‘rosario’ quale simbolo della mafia”. Morra fu definito da Tallini un nemico della Calabria e dei calabresi, un “giacobino di periferia che utilizza le istituzioni per demolire i suoi avversari” Se c’é un impresentabile in Calabria è proprio il senatore Morra, che risponderà in tutte le sedi di questa vergognosa manovra ai miei danni.

Morra “Lista degli impresentabili sottoscritti anche dai partiti”

Oggi la notizia dell’arresto del presidente del Consiglio regionale della DDA di Catanzaro. Tallini è accusato di aver favorito la cosca Grande Aracri soprattutto nella formazione di una società che approvvigionava farmacia e parafarmacia in Calabria, Puglia ed Emilia Romagna. In cambio avrebbe avuto l’appoggio della cosca in occasione delle elezioni del 2014. La notizia è stata commentata proprio dal senatore Nicola Morra che ricorda come “la commissione del gennaio 2020 inserì il nome di Tallini tra gli impresentabili con criteri per nulla discrezionali ma decisi dalla scelta da un’intera commissione e votati anche dal gruppo politico per cui era in consiglio regionale Tallini, ovvero Forza Italia. Se qualcuno non soddisfa quei criteri non può essere considerato presentabile, ovvero non è bollinato come un candidato decente da parte delle forze politiche ha hanno sottoscritto quel codice di autoregolamentazione”.

La ‘ndragheta fa business con la sanità più della cocaina

Ma proprio quelle forze politiche – ricorda Morra – , con straordinaria ipocrisia e doppiezza, si mettono una maschera in faccia e dopo aver firmato anche loro, presentano quelle persone che pur avendo quei problemi, sono portatori di voti ed è con i voti che vinci le elezioni e gestisci il poteri, magari facendo anche traffici illeciti sulla pelle dei calabresi come succede per la sanità. Le varie DDA calabresi hanno dovuto occuparsi assai spesso di criminalità organizzata con interessi nella sanità. Sia in quella pubblica sia in quella con perversi rapporti tra la sanità pubblica e privata. Ed è per questi rapporti che la ‘ndrangheta ha subito capito che quello dovesse essere il business su cui puntare. Anche Gratteri ha evidenziato che i guadagni sulla sanità sono paragonabili a quelli dello spaccio di cocaina. Se in Calabria viviamo in questa situazione e dal 2010 siamo commissariati, dobbiamo certamente capire che c’è bisogno  un nuovo rapporto tra la struttura commissariale e la Regione, è altrettanto vero che adesso c’è necessità di fare la guerra promuovendo un commissariamento che sia il più combattivo possibile. Dobbiamo mandare un messaggio chiaro alla ‘ndrangheta con gli interessi dei colletti bianchi che hanno inquinato la sanità pubblica, per permettere ai calabresi onesti di non vivere la sanità pubblica come una delle sette piaghe d’Egitto ma come una dimensione dignitosa ed in cui tantissimi potranno essere orgogliosi di essere di appartenere ad un sevizio sanitario che funzioni e non fa prosperare la ‘ndrangheta”.

 

 

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