Quanto costa il servizio idrico al cittadino nelle varie province? Quanta acqua va persa per inerzia o impianti obsoleti? Pubblicato il rapporto di Cittadinanzattiva sul servizio idrico. In Calabria la spesa media è di 341 € +3,2% rispetto al 2018. Cosenza il capoluogo più economico e con meno dispersione idrica
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COSENZA – I nuovi dati dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva evidenziano che la spesa media sul servizio idrico delle famiglie italiane nel 2019 è pari a 434€. Grosseto e Siena si confermano i capoluoghi di provincia più cari con una spesa media a famiglia di 781€, Isernia resta ancora la più economica con 130€. Gli incrementi più elevati si registrano a Crotone (+13,5%) e Varese (+12,3%), seguono Roma (+10,7%) e Palermo (+10,5%). Le regioni centrali confermano il primato per le tariffe più alte con €595 annuali (+2,7% rispetto al 2018) ma l’incremento maggiore si rileva nel Sud e Isole (+3,1%). A livello regionale, le famiglie più “tartassate” risiedono nell’ordine in Toscana (688€), Umbria (531€), Marche (527€) ed Emilia Romagna (511€). La regione più economica resta il Molise con 163€ l’anno. I capoluoghi che registrano le tariffe migliori e che si posizionano tra i 10 più economici sono localizzati per metà nelle aree settentrionali e per l’altra metà in quelle meridionali dove figura al 4 posto Cosenza con una media di 180€.
La situazione del servizio idrico del nostro Paese negli ultimi anni ha certamente fatto importanti passi in avanti ma continuano a permanere criticità su vari aspetti in molte aree del Meridione a causa delle quali si parla di un vero e proprio water service divide. A oltre 5 anni dallo Sblocca Italia, la riforma della governance locale è quasi completata e tutte le Regioni hanno definito gli ATO e istituito gli Enti di Governo degli stessi. Tuttavia il processo non è ancora completo in Regioni come Calabria, Molise, Campania e Sicilia, dove gli Enti di Governo degli Ambiti non sono pienamente operativi e la gestione del servizio idrico in numerosi Comuni non è conforme alla normativa nazionale e rimane fuori dalle previsioni della regolazione ARERA, con ripercussioni negative per i cittadini in termini di fruizione e qualità del servizio idrico. In relazione a quanto detto, secondo l’Istat l‘87% circa delle famiglie italiane si dichiara molto o abbastanza soddisfatto del servizio idrico ma la percentuale si riduce nelle aree del Sud e delle Isole dove invece si avvertono ancora numerose criticità legate alla presenza di interruzioni e razionamenti del servizio, alla periodicità della fatturazione e comprensibilità delle bollette e alle caratteristiche organolettiche dell’acqua potabile.
I numeri e la spesa dei calabresi
314€: questa è la cifra spesa nel 2019 da una famiglia calabrese per la bolletta idrica (434€ la media nazionale), con un aumento del 3,2% rispetto al 2018. Notevoli spesso le differenze tariffarie anche fra i singoli capoluoghi di provincia della stessa regione: in Calabria, si va dai 438€ di Reggio Calabria ai 180€ di Cosenza.
La fotografia emerge dall’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva realizzato nell’ambito del progetto “Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino”, finanziato dal Ministero dello sviluppo economico (DM 7 febbraio 2018). Le tariffe sono indicate rispetto ad una famiglia tipo di tre componenti ed un consumo annuo di 192 metri cubi. Con un uso più consapevole e razionale di acqua, che abbiamo quantizzato in 150mc invece di 192mc l’anno, una famiglia media avrebbe un risparmio medio di 115€ circa a livello nazionale e di circa 73 euro in Calabria. Ad esempio, in un anno si possono risparmiare 42mc di acqua con questi piccoli accorgimenti: sostituendo, una volta su due, la doccia al bagno (risparmio di 4,5mc), riparando un rubinetto (21mc), usando lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico (8,2mc), chiudendo il rubinetto mentre si lavano i denti (8,7mc). Tutto il Dossier, con i dati nazionali e regione per regione, è disponibile su.
I dati sulla dispersione idrica
In riferimento ai soli capoluoghi di provincia italiani, dagli ultimi dati Istat disponibili (2018) emerge che a livello nazionale va dispersa il 37% dell’acqua immessa, con evidenti differenze nelle differenti aree geografiche e singole regioni: si va dal 45% nel Sud ed isole, al 40% al Centro e al 29% al Nord. In testa per livelli di dispersione il Lazio con il 56%, segue la Sardegna con il 52% e l’Abruzzo con il 51%. In Calabria la dispersione si attesta al 45% ma con alcune differenze tra i capoluoghi. A Cosenza, dove in 8 anni la dispersione idrica è diminuita del 35%, la percentuale di acqua che si perde è al 31.6%. La percentuale di dispersione maggiore è del capoluogo visto che a Catanzaro si perde ben il 57,8% di acqua. Crotone è 45,7%, Reggio di Calabria al 47,9% e Vibo Valentia al 43,5%. Le cause sono da ricercare nella vetustà delle reti e degli impianti che, soprattutto nei grandi centri urbani, sono stati realizzati da oltre 30 anni nel 60% dei casi e da oltre 50 anni nel 25%.
Famiglie soddisfatte dell’acqua pubblica?
Le famiglie italiane sono mediamente soddisfatte dell’acqua di rubinetto ma vorrebbero vederci chiaro su qualità e bollette. Secondo dati Istat, l’86,6% delle famiglie si dichiara molto (22,2%) o abbastanza soddisfatte (64,4%) del servizio idrico, contro un 13,3% poco o per niente soddisfatto. I livelli di soddisfazione espressi dalle famiglie italiane diminuiscono spostandosi dalle aree del Nord verso il Centro e quindi al Sud e nelle Isole. Le criticità più marcate riguardano soprattutto Calabria, Sardegna e Sicilia, dove le famiglie poco o per niente soddisfatte rappresentano rispettivamente il 36%, il 35,1% e il 29,1% del totale. in particolare una famiglia su tre si dichiara poco soddisfatta della comprensibilità delle bollette, quasi una su quattro di odore, limpidezza e sapore dell’acqua di rubinetto. Dalla nostra analisi delle Carte dei servizi, emerge inoltre che nel 63% non viene data alcuna informazione sul bonus sociale a disposizione delle famiglie e in un caso su tre non viene data alcuna informazione sulla qualità dell’acqua erogata.