Il Governo promette procedure più snelle per fa arrivare i soldi nelle tasche dei lavoratori. La Cig in deroga sarà autorizzata dall’Inps e non più dalle Regioni e l’Istituto anticiperà subito il 40% della somma spettante entro 15 giorni dalla domanda. Il resto sarà pagato a saldo dopo aver ricevuto i dati dalle aziende.
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COSENZA – A distanza di due mesi e passa dalla chiusura delle attività economiche e produttive, la stragrande maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori calabresi attendono ancora i soldi della cassa integrazione stanziate dal primo decreto Cura Italia. In molti non ha ancora percepito un euro nonostante 1 domanda su 2 sia stata comunque accettata. Al 12 maggio in Calabria le richiese di CIG autorizzate dall’Inps di Cassa integrazione straordinaria Covid-19 sono state 4.015 su 5.230 decretate dalla Regione. Ma di queste poco più del 30% è stato liquidato. In tutta Italia sono state erogate 57mila domande di Cig in deroga su 365 mila richieste, una su cinque. Ritardi enormi, burocrazia insopportabile e, come spesso avviene in Italia, il solito rimpallo di responsabilità tra le Regioni e l’istituto di previdenza sociale. Lungaggini che stanno mettendo a serio rischio i bilanci familiari dei lavoratori anche perchè non tutte le aziende hanno la disponibilità e le risorse per anticipare gli stipendi dopo due mesi in cui il fatturato è stato quasi pari a zero.
Aldilà delle responsabilità restano i ritardi dovuti ad un vero e proprio collo di bottiglia e ad un meccanismo che si fonda su regole previste per situazioni ordinarie e che pertanto comporta tempi non conciliabili con una situazione di emergenza e straordinarietà quale è quella che stiamo vivendo a causa del coronavirus. L’INPS deve attendere che le domande delle aziende vengano decretate dalle Regioni. Successivamente autorizza le domande e in una seconda fase le aziende confermano se il lavoratore sta o meno lavorando. Solo allora viene pagata la Cassa integrazione straordinaria, a volte in modo diretto, altre attraverso l’impresa.
Ecco che nel Decreto Rilancio approvato mercoledì scorso in Consiglio dei ministri il premier Conte ha promesso di snellire le procedure ma che riguarderà solo le nuove domande relative alle ultime 9 settimane. Come? La Cassa integrazione in deroga sarà autorizzata dall’Inps e non più dalle Regioni e l’Istituto anticiperà subito il 40% della somma spettante entro 15 giorni dalla domanda. Il resto sarà pagato a saldo dopo aver ricevuto i dati completi dalle aziende. Le aziende che intendono avvalersene sono tenute ad inviare apposita domanda entro il quindicesimo giorno dall’inizio della sospensione o riduzione di orario. L’Istituto quindi autorizza direttamente le domande e dispone l’erogazione delle anticipazioni entro quindici giorni dal ricevimento delle domande. In questo modo si eviterebbe lo scoglio delle regioni. Una volta che l’INPS ha ricevuto i dati completi dall’azienda provvede alla liquidazione delle somme residue o al recupero di quelle indebitamente percepite.
Il Governo ha annunciato ulteriori 9 settimane di cassa integrazione, che si aggiungono alle 9 del Cura Italia
- cinque che comprendono il periodo 23 Febbraio – 31 agosto 2020
- ulteriori quattro settimane dal 1° Settembre al 31 ottobre 2020. Le aziende del settore turismo, fiere, congressi e spettacoli, potranno accedere alle quattro settimane anche per periodi antecedenti il 1° Settembre 2020.
Sono stati stanziati 16 miliardi di euro dopo i 5 del primo decreto. Di questi 2,7 sono messi i n un fondo del ministero del Lavoro per coprire le richieste. Cassa integrazione concessa a tutte le imprese anche con un solo dipendente con tre forme diverse di ammortizzatori: la Cig ordinaria per la manifattura, l’assegno ordinario per il turismo il terziario e gli artigiani e la Cig in deroga per il commercio e le piccole imprese sotto i 5 dipendenti.