Dall’inizio dell’anno ed in particolare con l’emergenza Coronavirus, su oltre 600 Rsa, centri di riabilitazione e lungodegenza e case di riposo controllate dai carabinieri del Nas, il 17% presentava irregolarità
ROMA – Tra gli interventi più significativi effettuati dai carabinieri del Nas quelli nelle strutture di Taranto, Campobasso, Perugia, Reggio Calabria, Napoli, Roma, Cosenza, Udine e Torino. Complessivamente, dall’inizio dell’anno i Nas hanno eseguito controlli in 918 centri, di cui 183 sono risultate irregolari, circa il 20%. Le irregolarità riscontrate sono relative alla gestione delle procedure e degli spazi riservati a possibili casi di positività per il Covid-19 o alla formazione di operatori e la dotazione di dispositivi protettivi. Nelle 104 strutture non in regola, 61 persone sono state denunciate e 157 sanzionante. A causa delle gravi carenze sono state sospese o chiuse 15 attività ricettive, mentre i pazienti sono stati trasferiti in altri centri. Il problema delle strutture per anziani ha colpito duramente tutta Italia e la Calabria registra ormai tre casi ‘focolaio’: Chiaravalle Centrale, Bocchigliero e da ieri, anche Torano Castello.
Maurizio Lupi, presidente di Noi con l’Italia: “nostro allarme inascoltato”
“Il 2 aprile insieme ad altri 10 deputati ho chiesto formalmente nell’Aula della Camera dei deputati al ministro della Salute che cosa intendesse fare il governo di fronte all’allarme che veniva dalle case di riposo per anziani, che si stavano trasformando ‘in focolai e lazzaretti’. Ho citato, fra i tanti – sottolinea Maurizio Lupi, presidente di Noi con l’Italia – il caso della casa di riposo Santissima Maria Immacolata di Nerola, dove 16 operatori su 40 risultavano positivi al Coronavirus e con loro anche 56 degenti sui 63″.
“Poi ho fatto un triste elenco: Milano, Lecco, Brescia, Bergamo, Roma a Messina, Cremona, Foggia, Lecce, Civitavecchia, Rieti, Cingoli, Pesaro. Ho citato l’accorato appello dell’Associazione nazionale strutture terza età”. “La risposta del sottosegretario Sileri – spiega – è stata allora molto burocratica”, afferma Lupi.
“Il giorno dopo Papa Francesco lanciava un identico appello durante la sua messa mattutina. Non lo cito per dire che ci ha ascoltati, lo cito per dire che il problema era noto, ma stranamente silenziato. Il 2 aprile avevo chiesto di istituire presso il commissario straordinario Borrelli una specifica commissione dedicata a monitorare e a intervenire urgentemente sulle RSA in Italia. Ora, dopo più di dieci giorni, media e magistratura si scatenano. Mi sembra che il problema in Italia sia mai quello di prevenire e risolvere, magari accettando le proposte anche se vengono dall’opposizione, tanto più quando c’è in gioco la vita umana, ma solo a posteriori di cercare sempre un colpevole (è ovvio che se ci sono responsabilità è giusto accettarle, ma ci sono tempi e modi), creando un clima di caccia a qualcuno in cui anche chi cerca di intervenire per risolverli, in questo caso per salvare vite, è messo in difficoltà”.