Coronavirus, censimento per chi torna dal Nord. Santelli: “non siamo in grado di reggere”

Allo stato dai dati forniti dalla Protezione civile nazionale risulta che sono 9 le persone contagiate in Calabria e 113 i tamponi eseguiti. Disposizioni per chi è rientrato dal Nord e il video di Jole Santelli che sottolinea come la Calabria non sia in grado di reggere ad un emergenza come questa

 

CATANZARO – “È attivo sul sito istituzionale della Regione Calabria una scheda censimento (QUI),  per il monitoraggio dei rischi da Covid-19.  E’ quanto rende noto Jole Santelli, presidente della Regione Calabria, in un comunicato nel quale invita “chiunque arrivi in Calabria o vi abbia fatto ingresso negli ultimi quattordici giorni, dopo aver soggiornato in zone a rischio epidemiologico a compilarlo. Questo ci permette di creare, nel rispetto della privacy, un database e monitorare il flusso degli arrivi, le località di destinazione e lo stato di salute delle persone interessate”. La scheda potrebbe essere utile per contenere la situazione a seguito dell’esodo incontrollato di persone rientrate dalle località a rischio del nord Italia e che – spiega la Santelli – “porterà all’aumento esponenziale del contagio anche da noi”.

VIDEO

La sanità calabrese non è in grado di reggere la situazione

“È evidente che una sanità come quella calabrese, vessata da anni da tagli selvaggi, non è in grado di reggere una situazione di totale emergenza” sottolinea la governatrice della Calabria, che lancia un appello per chiedere a chi vive o lavora al Nord di non rientrare, annunciando la quarantena obbligatoria per chi torna. Insomma, quella della Calabria potrebbe rivelarsi una guerra da combattere con poche armi e tutto sta nel buonsenso e nella coscienza dei cittadini.

“Dobbiamo considerare che già il primo decreto sulla zona rossa aveva determinato l’arrivo in Calabria di molte persone provenienti da lì. E in effetti le persone sottoposte a tampone con risultati positivi avevano tutti collegamenti con quelle zone – spiega – Il decreto di sabato, che non ha previsto contromisure per le regioni del Sud, ha dato il via a un esodo di massa. Il timore di una diffusione massiva del contagio anche nelle nostre regioni è una possibilità realistica”. Ora per la governatrice vanno controllati treni e pullman di lunga percorrenza, serve che il governo impegni prefetti e forze dell’ordine nei controlli e “occorrono sanzioni per chi non rispetta le prescrizioni. Ci sono materie che attengono alla potestà dello Stato che deve esercitarla”.

La sanità calabrese è sottoposta “da anni a piano di rientro, a commissariamento ed infine c’è stato il decreto Calabria e il risultato è che “abbiamo una sanità che già boccheggia per offrire un servizio sufficiente. Fronteggiare un’ emergenza che ha portato al collasso una sanità modello come quella lombarda fa venire decisamente i brividi. Abbiamo predisposto il piano di emergenza, ma siamo consapevoli dei nostri limiti”. C’è la necessità “di ulteriori 50 posti letto in Terapia intensiva e 140 posti tra Malattie infettive e Pneumologia” e “c’è bisogno di attrezzature e di personale medico e paramedico”. Per questo “abbiamo fatto le nostre richieste al Ministero, che ha varato un decreto apposito in materia di personale sanitario. È una lotta contro il tempo, ma se ciascuno svolgerà il proprio compito istituzionale, ce la possiamo fare”.

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