Nicola Gratteri intervistato da Lucia Annunziata su Rai3 ‘Mezz’ora in +’ ha parlato di prescrizione, della corruzione tra i magistrati e della sua maxi inchiesta “chi afferma che Rinascita-Scott abbia perso di validità per le 69 scarcerazioni è in malafede. I Guidici corrotti? Sono il 6/7% e lo fanno per ingordigia. Salvini? Io incontro tutti”
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Un’intervista dal titolo “la Giustizia di Gratteri” nella quale il procuratore di Catanzaro, intervistato su Rai3 da Lucia Annunziata ha innanzitutto difeso con forza la sua maxi inchiesta Rinascita Scott precisando, a chi lo ha attacco o definito l’inchiesta un flop, che “69 persone sono state scarcerate, ma questo non significa che non sono più sotto processo o siano innocenti. Molte di queste erano prestanomi e una volta che gli sono stati bloccati i suoi beni e una vota che la persona viene interrogata e risponde alle domane, non c’è più l’esigenza cautelare e viene scarcerato, ma è il codice penale. Solo chi è in malafede può dire che l’indagine è fallita perché hanno scarcerato delle persone“. Lucia Annunziata ha poi chiesto a Gratteri un suo parere sulla prescrizione “è una mediazione al ribasso – ha detto detto il procuratore – perché serviva la prescrizione per costringere il legislatore ad interessarsi concretamente per modifiche procedurali al codice di procedura per velocizzare il processo senza diminuire le garanzie dell’imputato. Un legislatore serio deve preoccuparsi del perché un fascicolo resta 4 anni in un armadio del PM. Tutte queste persone che si stanno ammazzando a gridare contro la prescrizione – ha aggiunto Gratteri – perché nel mentre non presentano un’alternativa, un articolato di legge dove dimostrano concretamente che è possibile velocizzare i processi, che è possibile far funzionare la giustizia? “E’ necessario togliere tutte le condizioni perché un fascicolo non rimanga più fermo. Ogni bambino ha un tablet, ogni persona ha due telefoni però quando chiediamo la tecnologia applicata al processo viene l’orticaria a tutti e dicono che si abbassa il livello di garanzia dell’indagato. L’informatica non abbassa la garanzia, lascia traccia. Non fa altro che aumentare le garanzie. Tecnologia vuol dire efficienza, diminuire il potere discrezionale dell’uomo, quindi diminuire l’abuso. La legge Bonafede ne esce cambiata? si certo ma la storia insegna che le cose dirompenti si fanno nei primi 6 mesi di legislatura poi qualsiasi governo man mano che va avanti ha sempre meno potere e energia”. La corruzione tra i magistrati? “Il problema nella magistratura c’è, possiamo parlare del 6-7%. E’ grave inimmaginabile, terribile. Noi guadagniamo bene. Io prendo 7200 euro e si vive bene e non c’è lo stato di necessità, non è un padre che ruba per fare mangiare i figli. E’ un fatto di ingordigia. Il potere è avere incarichi o chiedere incarichi per amici degli amici“.
La politica
“Se il politico volesse ci sarebbe la possibilità, in pochissimo tempo, di fare tante di quelle modificare dove diventi non conveniente delinquere. Questa è la barra, la non convenienza a delinquere, non dobbiamo parlare di morale o etica. Spetta al legislatore – ha aggiunto – avere il coraggio, la volontà, la libertà di creare un sistema proporzionato a questa realtà criminale. Anziché perdere mesi ad appigliarsi sulla prescrizione, andiamo a rileggere il codice di procedura penale e applichiamo la tecnologia per velocizzare i processi e cominciamo a rivedere tutta l’esecuzione della pena perché chiunque entri in carcere non sa quando uscirà, anche dopo una sentenza definitiva”. “Io – ha detto Gratteri – sono contrario ad ogni forma di violenza, ad uno schiaffo in carcere o in caserma. Sono per il rispetto assoluto della Costituzione e per il rispetto ortodosso della legge. Lavorare con il codice in mano, perché se vado oltre la legge faccio il gioco del mafioso perché diventa vittima e quindi cerca la sponda, la solidarietà nella persona in malafede, negli sporcaccioni, in quelli che in nome del garantismo dicono falsità continue, assolute e reiterate e non aspetterebbero altro che essere denunciati per farsi pubblicità e per darsi un tono che nessuno gli ha mai dato nel corso della loro vita o professione
I complimenti di Salvini? Incontro tutti
“Queste cose non mi toccano più di tanto, non mi cambia il modo di lavorare. Salvini è venuto anche a trovarmi ma io parlo con tutti. Mi chiamano parlamentari da Fdi a Leu, faccio il consulente gratuito ma poi fanno quello che vogliono. Lo posso fare perché non ho mai chiesto niente a nessuno. Quando vado a Roma faccio la questua dalle forze dell’ordine al ministero, ma è normale se si dirige un ufficio”.
A Renzi avevo detto le mie idee
“Renzi l’ho conosciuto nel 2014 il giorno prima che andasse dal presidente Napolitano. Io sono uno che dice sempre quello che penso e faccio una cosa se ci credo, sono allenato a decidere. Ho detto le cose che bisognava fare e lui era d’accordo su tutto, cose strutturali che riguardavano tutto il sistema giudiziario. Se mi è andata bene viste le posizioni di adesso di Renzi? Io non ho problemi, sono fatto così sono decisionista diretto e dico quello che penso. Lui – ha aggiunto il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri – ha insistito non è che appena me l’ha proposto ho detto sì perché poi una volta finito di fare il ministro non sarei tornato a fare il magistrato avrei forse aperto un’azienda agricola. Di certo non sarei tornato a fare il magistrato perché per la gente non solo devi essere serio e credibile, ma deve anche avere fiducia in te. Perché il no di Napolitano? Non mi sono fatto un’idea. Pare che abbia detto che sono un pm troppo caratterizzato. Non so cosa voleva dire. Chi è in confidenza come giornalista può andare a chiederlo a lui. E’ vero che sono molto indipendente, non faccio parte di nessuna corrente e ho un carattere forte, duro, a volte burbero. Non esiste la mediazione al ribasso. La cosa più bella del mio lavoro è che se uno veramente vuole essere libero, è l’unico lavoro in cui non si dipende da nessuno”.