COSENZA – Colpo grosso. Il colonnello Francesco Ferace, comandante provinciale dei carabinieri di Cosenza, l’aveva messa tra le priorità dell’Arma: catturare Lanzino. Stasera, poco prima delle 19, i detective
del Comando provinciale, al termine di una lunga e minuziosa attività investigativa, hanno stretto le manette ai polsi del capoclan dell’omonima cosca criminale. Ettore Lanzino, “uccel di bosco” da diverso tempo, è stato “catturato” all’interno di una mansarda al settimo piano di un residence di Rende. La primula rossa è stata arrestata dai carabinieri di Rende fra le 18 e le 19 di oggi. L’uomo è stato trovato all’interno del condominio Residence park di via Adige a Rende. Si era rifugiato in una mansarda. Oltre al “capo dei capi” sono finiti in manette anche due suoi fiancheggiatori: Umberto di Puppo, 43 anni, e Renato Mazzulla, incensurato. Il latitante, ritenuto il capo dell’omonima cosca di ‘ndrangheta era ricercato dal 2008. E’ stato lo stesso “Ettaruzzu” ad aprire la porta ai carabinieri, pensando che quella “bussata” fosse di un suo fedelissimo. I carabinieri, oltre all’arresto dei tre, hanno anche ispezionato ogni singolo centimetro della mansarda, sequestrando tutto quello che hanno trovato: telefoni cellulari, supporti elettronici, agende, scontrini, apunti e soldi, tanti e di vario taglio. L’operazione è stata condotta dai carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale di Cosenza e del Ros, con la collaborazione dei ”Cacciatori”. Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e dai sostituti procuratori Pierpaolo Bruni e Vincenzo Luberto.
IL PROFILO – Lanzino, 57 anni, era considerato l’ultimo boss ancora latitante della ‘ndrangheta cosentina. A lui i carabinieri sono giunti dopo mesi e mesi di pedinamenti e intercettazioni e dall’analisi dei dati acquisiti. Non ci sarebbe stata alcuna soffiata o collaborazione.”Ettaruzzo” era ricercato per quattro ordinanze di custodia cautelare per associazione mafiosa e omicidio. Nell’aprile scorso, inoltre, era stato condannato all’ergastolo in primo grado dalla Corte d’assise di Cosenza come mandante di due omicidi compiuti nel 1999 e inseriti nell’ambito dello scontro tra cosche di Cosenza e della zona tirrenica per il controllo degli appalti.
Lanzino era inserito nell’elenco dei 100 ricercati più pericolosi. Nel momento dell’irruzione dei carabinieri, Lanzino che avrebbe aperrto proprio lui la porta ai militari, non ha opposto resistenza. Assieme a lui c’era quello che gli investigatori indicano come il suo luogotenente, Umberto Di Puppo, che è stato arrestato per favoreggiamento. Lanzino è stato bloccato nella stessa zona in cui, nell’aprile scorso, fu catturato dalla polizia un altro latitante, Franco Presta, ritenuto uno stretto alleato dello stesso Lanzino. Dopo l’arresto di Lanzino, fermato anche un altro uomo, Renato Mazzulla, bloccato mentre portava derrate alimentari a casa del latitante.