La Procura di Locri ha notificato all’ex sindaco di Riace un avviso di garanzia che riguarda un’indagine sulla falsificazione di alcuni documenti d’identità degli immigrati
RIACE (RC) – Nuovi guai giudiziari per Mimmo Lucano che risulta indagato per la falsificazione di alcuni documenti di identità degli immigrati ospiti nei progetti di accoglienza. La Guardia di Finanza si è recata infatti al Comune per acquisire atti e determine sulla gestione dei progetti Sprar dal 2014 al 2018. Lucano è già imputato nel processo scaturito dall’inchiesta Xenia, ed insieme ad altri 25 soggetti è accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, truffa e abuso d’ufficio.
Lucano ha confermato di aver ricevuto l’avviso di garanzia e si è detto amareggiato: «Mi sembra tutto così assurdo, mi viene contestato un reato che avrei commesso nel settembre 2016 – ha spiegato Lucano – per aver fatto due carte di identità a una donna eritrea e a suo figlio di pochi mesi, che erano inseriti in un progetto di accoglienza al Cas a Riace».
Lucano ha spiegato: «la prefettura ci aveva chiesto l’inserimento per la madre e il bambino e noi avevamo detto di sì perché c’era la disponibilità. Poi fu fatta l’iscrizione al registro anagrafico e poi fu richiesta la carta d’identità perché il bambino aveva necessità di vedersi assegnato un pediatra». L’ex primo cittadino ha spiegato che gli viene contestato il fatto che «la carta d’identità sia stata rilasciata nonostante la donna e il bimbo non avessero il permesso di soggiorno».
«Io lo rifarei», ha aggiunto Lucano ricordando che «la Costituzione prevede il diritto alla salute, il diritto alla salute è inviolabile e fondamentale». «La carta d’identità era legata ad esigenze sanitarie – conclude Lucano – e per me è prioritario rispettare la dignità umana di un bambino di pochi mesi».