Nicola Morra, il rosario di Salvini e la ‘ndrangheta. Le reazioni: “surreale e fuori luogo”

Il primo ad aver replicato alle parole del senatore pentastellato Nicola Morra è stato lo stesso Salvini. Ma l’accostamento del rosario alla ‘ndrangheta non è piaciuto a tutti.

 

COSENZA – “In Calabria, stando a Morra, non si può tirar fuori il Rosario, nè pregare, nè affidarsi alla Madonna: alla faccia della libertà e della democrazia”. Così il ministro dell’Interno dopo le parole di Nicola Morra, presidente della commissione parlamentare antimafia pronunciate nell’aula del Senato. “Io parlo da cittadino – ha risposto Salvini – affidando il futuro del popolo italiano a Maria e al buon Dio, ma secondo il presidente dell’antimafia Morra ho mandato un messaggio alla ‘ndrangheta. E’ una offesa a tutti i calabresi e i cattolici”. Salvini, già prima, al momento dell’affondo da parte del premier Giuseppe Conte, rispetto all’utilizzo della religione, aveva baciato il rosario in Aula.

Cannizzaro: “I 5 Stelle prendano le distanze dalle sue parole”

“Troviamo assolutamente surreale e fuori luogo che che in un momento così delicato per il Paese e nel bel mezzo di una grave crisi di Governo, si possano dedicare anche solo pochi minuti di intervento in Senato su crocifissi, madonne, rosari e quant’altro, così come ha fatto, evidentemente irritato per la caduta del suo Governo, il senatore Nicola Morra, presidente della Commissione Antimafia, in piena esaltazione grillina”. Così Francesco Cannizzaro, deputato di Forza Italia eletto in Calabria.

“Le parole di Morra, che ha attaccato Salvini sull’esibizione di simboli sacri in Calabria, che equivarrebbe ad un messaggio alla ‘ndrangheta – aggiunge Cannizzaro – sono inqualificabili, un’offesa alla mia regione e a tutti i calabresi, alle nostre tradizioni culturali millenarie, agli uomini e donne che in quei simboli credono fermamente e ritengono il santuario un luogo di fede, cultura e storia. In modo particolare il Santuario della Madonna di Polsi è una meta di pellegrinaggio in cui ogni anno si ritrovano migliaia di fedeli, calabresi e non, assolutamente onesti e genuini che nulla hanno a che fare con le dinamiche della criminalità organizzata. Piuttosto, il senatore Morra, che farebbe bene a dimettersi, ci ragguagli su quanto fatto dalla Commissione da lui presieduta finora e quali misure abbia messo in campo per contrastare le mafie. È tempo di bilanci per il Governo Conte; aspettiamo il suo, augurandoci che anche i suoi colleghi deputati 5 stelle calabresi prendano le distanze da queste offese così pesanti nei confronti dei cittadini della Calabria”.

Siclari: “Non voglio credere a ciò che ha detto”

“Il Crocifisso l’ho portato sin da piccolo e credo lo porti anche Morra, il senatore calabrese del Movimento 5 Stelle che, come é stato possibile ascoltare in diretta tv, ha dichiarato che ‘la Madonna e il Rosario in Calabria sono utilizzati per mandare messaggi alla ‘ndrangheta. Sono certo, e mi auguro di non essere smentito, che il Presidente della Commissione Bicamerale Antimafia non voleva affermare quanto ha dichiarato, oggi, in aula del Senato. Non ci credo e non voglio crederci!”.

Questo invece il commento del senatore di Forza Italia Marco Siclari. “Piuttosto ci tengo a dire, ancora una volta – aggiunge Siclari – che in Calabria non vivono quattro milioni di presunti ‘ndranghetisti, ma quattro milioni di vittime di ‘ndrangheta che, maledettamente, ha distrutto la vita e la reputazione dei calabresi impoverendo la nostra regione, colpendo gli imprenditori calabresi ed impedendo ai giovani di avere un futuro nella nostra terra. Mi piacerebbe che la stampa nazionale, però, parlasse della parte sana della Calabria e che la politica lavorasse seriamente per creare sviluppo in Calabria investendo in modo sano e serio quei miliardi di euro che sono stati sottratti negli ultimi 40 anni ai calabresi e che devono essere destinati alla realizzazione delle infrastrutture e dei trasporti necessari per lo sviluppo del territorio e dell’occupazione. In questo modo la Calabria uscirà dall’isolamento geografico e culturale e saremo, veramente, utili anche alla magistratura che lavora per liberare definitivamente e finalmente i calabresi dalla ‘ndrangheta“.

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