NOMI – Lotta tra cosche per il predominio: arresti per droga, armi ed estorsioni

L’operazione “Altanum” dei carabinieri nella piana di Gioia Tauro, in Provincia di Bologna e Aosta scattato all’alba, ha portato all’arresto di 13 persone. Le attività illecite sempre più penetranti di due consorterie di ‘ndrangheta, i Facchineri di Cittanova e la locale di San Giorgio, nel territorio valdostano. Tutte le persone sono accusate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso

 

REGGIO CALABRIA – Il penetrante controllo del territorio esercitato da due cosche e i relativi interessi illeciti, ma anche la proiezione delle due consorterie nel territorio valdostano, dove risiedono soggetti originari di San Giorgio Morgeto collegati con alcuni indagati, la disponibilità di armi e munizioni, funzionali all’imposizione della volontà mafiosa: sono gli elementi emersi dall’inchiesta “Altanum”. I carabinieri di Reggio Calabria, con il supporto di militari del Comando Provinciale di Bologna e del Gruppo di Aosta, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia reggina, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia in carcere emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Procura distrettuale diretta da Giovanni Bombardieri, nei confronti di:

    1. FACCHINIERI Giuseppe, nato a Cittanova (RC), il 02.02.1960
    2. CHEMI Giuseppe, nato a Taurianova (RC), il 10.03.1960
    3. RAFFA Roberto, nato a Taurianova (RC), il 06.12.1975
    4. FACCHINIERI Vincenzo, nato a Cittanova (RC), il 09.01.1967
    5. FACCHINERI Giuseppe, nato a Cittanova (RC), il 16.05.1970
    6. RASO Michele, nato a San Giorgio Morgeto (RC), il 17.06.1962
    7. RASO Vincenzo, nato a San Giorgio Morgeto (RC), il 13.01.1953;
    8. RAFFA Giorgio, nato a San Giorgio Morgeto (RC), il 19.04.1970
    9. RAFFA Vincenzo, nato a San Giorgio Morgeto (RC), il 04.11.1976;
    10. FAZARI Tommaso, nato a San Giorgio Morgeto (RC), il 12.08.1960;
    11. SORBARA Giuliano, nato a San Giorgio Morgeto (RC), il 14.04.1973;
    12. SORBARA Raffaele, nato a San Giorgio Morgeto (RC), il 12.10.1969;
    13. AGOSTINO Mario Gaetano, nato a Carpanzano (CS), il 06.05.1944 (agli arresti domiciliari).

Tutte le persone sono accusate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso (per il solo Facchinieri Giuseppe, anche estorsione aggravata dal metodo mafioso), in qualità di appartenenti alla cosca “Facchineri” di Cittanova e alla locale di San Giorgio, organizzazioni di matrice ‘ndranghetistica riconducibili al mandamento tirrenico della provincia di Reggio Calabria. Le cosche della ‘ndrangheta colpite sono quelle di San Giorgio Morgeto e Cittanova, con diramazioni nel nord Italia, tutte dedite alle estorsioni, a reati in materia di armi e stupefacenti e al controllo delle attività economiche del territorio.

L’attività investigativa, convenzionalmente denominata “Altanum”, è stata avviata dai carabinieri di Taurianova coordinati dal Procuratore Aggiunto Calogero Gaetano Paci e dal Sostituto Procuratore Gianluca Gelso –  a seguito delle risultanze dell’indagine “Crimine” che, nel 2010, avevano sancito l’esistenza a San Giorgio Morgeto, di una locale con a capo Agostino Mario Gaetano, oggi 75enne. Sebbene assolto dall’accusa, il materiale acquisito nell’ambito di quel procedimento penale ha consentito ai carabinieri di Taurianova di avviare una più specifica attività investigativa, volta ad individuare i presunti appartenenti alla locale di San Giorgio e a comprovarne la loro attuale operatività.

Facchineri e San Giorgio: due cosche al comando

In particolare, serrate attività tecniche e dinamiche hanno permesso ai reparti dell’Arma di documentare: l’operatività attuale della cosca Facchineri di Cittanova e della locale di San Giorgio, facendo luce sul ruolo ricoperto dai rispettivi sodali (per la prima, diretta da Giuseppe Facchinieri detto “il professore, il fratelloVincenzo, Roberto Raffa , basista in Valle d’Aosta e cognato dei Facchinieri, Giuseppe Chemi, Salvatore Facchinieri e Giusseppe Facchineri detto “scarpina, che per conto della cosca si occupava anche di estorsioni nel territorio reggino. Per la seconda, al cui vertice si conferma il nominato Agostino Mario Gaetano, i suoi nipoti Raffaele Sorbara e Giuliano, i fratelli Michele e Vincenzo Raso, da tempo punto di riferimento della locale in Valle d’Aosta, i fratelli Vincenzo e Giorgio Raffa, cognati dei Raso e Tommaso Fazari).

Il penetrante controllo del territorio esercitato dalle due cosche e i relativi interessi illeciti, con particolare riferimento agli appalti di lavori pubblici, ai tagli boschivi, alla compravendita dei terreni e all’assunzione dei lavoratori da parte delle locali aziende. La proiezione delle due consorterie nel territorio valdostano, ove risultano risiedere svariati soggetti originari di San Giorgio Morgeto, risultati collegati con alcuni degli odierni indagati e la disponibilità, in capo ad entrambi i sodalizi, di armi e munizioni, funzionali all’imposizione della volontà mafiosa attraverso il sistematico ricorso a minacce, estorsioni e danneggiamenti.

I ruoli degli indagati nell’ambito della cosca Facchineri e della locale di San Giorgio con i rispettivi interessi illeciti sono emersi nell’ambito delle indagini che hanno documentato la “fibrillazione” generatasi nel 2011 tra i due sodalizi, entrambi determinati a mantenere il proprio predominio nel territorio di San Giorgio Morgeto, nell’ambito della quale è maturato l’omicidio di Raso Salvatore, esponente della locale di San Giorgio ucciso il 16 settembre 2011 in località Sant’Eusebio del comune di San Giorgio Morgeto, nei pressi della sua abitazione. Dalle modalità esecutive dell’efferato fatto di sangue – nei confronti della vittima sono stati esplosi 10 colpi di “pallettoni”, uno dei quali alla nuca – e dagli esiti dei preliminari accertamenti, era emerso sin da subito che la chiave di lettura del grave delitto non fosse da ricercare in un isolato episodio di criminalità comune ma in un ben più ampio ed articolato contesto di criminalità organizzata.

Alla base dell’agguato vi erano i contrasti generati dall’azione estorsiva tentata in danno due imprenditori operanti in Valle d’Aosta, ma originari di San Giorgio Morgeto, promossa da esponenti della cosca Facchineri. Per tale tentativo di estorsione, svolto mediante atti intimidatori e lettere minatorie, sono stati condannati in via definitiva Giuseppe Facchineri “il professore”, Giuseppe Chemi e Roberto Raffa, tutti destinatari dell’odierno provvedimento in qualità di appartenenti alla cosca Facchineri. In particolare, in uno dei due episodi, l’imprenditore vittima dell’estorsione si era rivolto ai fratelli Raso, Michele, Salvatore e Vincenzo, cui aveva richiesto un aiuto per evitare le pretese dei Facchineri. Proprio il conseguente intervento dei Raso in favore dell’imprenditore sangiorgese li ha posti in netto contrasto con Giuseppe Facchineri e i suoi sodali, gettando le premesse per l’omicidio di RASO Salvatore.

Gli esiti delle investigazioni condotte dai Carabinieri di Taurianova – compendiate nell’odierno provvedimento e apprezzate unitamente alle risultanze delle indagini svolte dalla DDA di Torino – hanno consentito una più approfondita chiave di lettura della vicenda estorsiva, collocandola nel contesto mafioso poiché volta, da una parte, a far conseguire ai Facchineri l’illecito vantaggio economico dell’estorsione e, dall’altra, ad affermare il principio che, pur operando in altra regione d’Italia, le attività economiche condotte da soggetti originari del sangiorgese devono dare conto alla famiglia mafiosa predominante nell’area di provenienza, i “Facchineri”.

‘ndrangheta operativa in Valle d’Aosta

Infine, nel delineare la rilevanza dei ruoli dei singoli indagati nell’ambito della locale di San Giorgio e le dinamiche interne al sodalizio, le indagini dell’Arma di Taurianova hanno permesso di evidenziare l’attualità dei collegamenti fra questi e alcuni affiliati alla locale di ‘ndrangheta operativa in Valle d’Aosta. Tale circostanza si salda coerentemente con i recenti esiti dell’indagine “Geenna”, svolta dal ROS e dai Carabinieri del Gruppo di Aosta coordinati dalla DDA di Torino, che ha portato nel gennaio scorso all’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare a carico, fra gli altri, di 9 soggetti (alcuni dei quali originari di San Giorgio Morgeto) accusati di associazione mafiosa in quanto affiliati alla locale aostana.

 

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