A fine giornata con un nulla di fatto in mano, l’amarezza ha prevalso per la bocciatura di una Legge chiesta da migliaia di donne e uomini calabresi.
COSENZA – A Palazzo Campanella ieri, c’era il movimento delle donne, l’associazionismo e tutte e tre le sigle sindacali. Anche il consigliere comunale di Cosenza, Bianca Rende, ha raggiunto Reggio Calabria, per seguire il Consiglio regionale che avrebbe dovuto approvare la legge sulla doppia preferenza di genere e che invece è finita a scontro politico, sulla pelle delle donne: “Un diritto – ha dichiarato Bianca Rende stamattina ai microfoni di Rlb – che per l’ennesima volta viene negato”.
“Pari opportunità per tutti in Calabria? No”
“Gli uomini sono grandi o piccoli in base alle loro visioni e ieri non c’è stata alcuna lungimiranza e nessuna capacità di visione da parte di alcuni. La proposta della doppia preferenza di genere è stata rinviata più volte – ha spiegato Bianca Rende, che è anche componente dell’associazione What Woman Want – per quanto sia stata licenziata in commissione nel 2016. Con varie motivazioni nel tempo, è stata rinviata la discussione in merito fino a quando ieri si sono avuti i voti della maggioranza non compatta con tre defezioni importanti per assenza, astensione o voto contrario. E poi la minoranza, il centrodestra, ha scelto di astenersi e questa per me è una forma di ipocrisia enorme che ha contribuito a scrivere davvero una pagina nera di regionalismo e di negazione delle libertà di tutti perchè astenersi su una materia del genere è pura tattica politica. Su una questione del genere, si è favorevoli o contrari, con le motivazioni legittime e possibili”.
“Astenersi è pura tattica che serve solo a mettere in difficoltà l’avversario”
“Sulla pelle delle donne, ci sono questioni come sanità, i diritti e le libertà, che non dovrebbero vedere questi teatrini e giochetti tattici tra maggioranza e opposizione ma le coscienza convergere verso un avanzamento legislativo della Regione tutta. Il Consiglio regionale – sottolinea Bianca Rende – non è solo un terreno di scontro e non dovrebbe, davanti a certe questioni, esserlo; dovrebbe invece essere un luogo in cui la Calabria, avanza, cresce, innova. Ieri c’era l’opportunità che questo avvenisse, con il riconoscimento della doppia preferenza, intesa come opportunità per l’elettore di esprimere due voti, purchè di genere diversi, e che avrebbe favorito l’ingresso di un maggior numero di donne e questa opportunità è stata sprecata per un vile gioco politico a mio avviso”.
Il movimento delle donne ieri era massicciamente presente insieme a tutte e tre le sigle sindacali davanti a Palazzo Campanella: “E’ questo è l’unico aspetto positivo di questa vicenda – spiega Bianca Rende – che ha determinato la nascita di un ‘moto popolare’ sostenuto dalle forze sindacali e dall’associazionismo tutto: vuol dire che c’è una capacità dei calabresi di organizzarsi che dovrebbe esserci anche in altri ambiti e settori. Siamo delusissimi ma guardiamo alla possibilità che entro la fine della legislatura si possa mettere mano alla legge elettorale e che questa opportunità possa essere introdotta. Ma non per favorire qualcuno o qualcuna, ma perchè si aprano le porte delle istituzioni a chiunque abbia da dare un contributo. E purtroppo guardando i numeri che vedono nel consiglio regionale una sola donna, al massimo due, ed è da sempre così, questa è la dimostrazione che la Calabria è una di quelle regioni in cui c’è bisogno di sostenere la partecipazione e non l’elezione delle donne. La doppia preferenza non introduce un obbligo di eleggere le donne ma rimuove gli ostacoli alla partecipazione che oggettivamente per una donna ci sono”.
“La Calabria dunque, è una delle ultime regioni a non aver adottato la doppia preferenza pur in presenza di una Legge dello Stato e quello che ferisce è che la nostra regione, ultima in tutte le classifiche e graduatorie, quando ha l’opportunità di segnare un passo avanti, lo spreca. Questo è un tema nevralgico perchè attiene alla democrazia, ai diritti, al pluralismo”.