Ambiente, turismo e tecnologia: il progetto di Occhiuto per la nuova Calabria

 

Altro argomento portato all’attenzione della platea è stato quello dell’attuazione del POR Calabria 2014/2020: “Fra un anno si chiude il ciclo di programmazione comunitaria 2014/2020 e bisogna procedere ad una immediata verifica sull’attuazione del POR Calabria, non solo per accelerare la spesa ed evitare la perdita di cospicui finanziamenti, ma anche, ovunque ancora possibile, per indirizzarla nei settori che possono avere una ricaduta positiva per la valorizzazione del territorio e delle sue molteplici risorse materiali ed umane”.

“Nel contempo, occorre predisporre tutti gli strumenti e le strategie più adeguate per affrontare e superare, in caso di ulteriore assegnazione dei fondi strutturali dopo il 2020, le criticità che oggi impediscono l’utilizzo di tali fondi, nei modi ed alle condizioni imposte dalle regole comunitarie”

“In particolare, per il prossimo POR Calabria – spiega Mario Occhiuto – si dovrà investire anche:
– sui servizi pubblici di tipo ambientale ed a rilevanza industriale (acqua e depurazione, rifiuti, trasporti, energia ecc.);
– sul recupero e la valorizzazione dei beni culturali esistenti (archeologia, architettura, paesaggio ed identità);
– sui programmi di rigenerazione urbana;
– sulle realtà produttive più sensibili rispetto all’aumento del PIL regionale.

IL TURISMO

“E’ l’unica Regione che da 10 anni non ha un assessore”

Ed arriviamo ad uno degli argomenti più amati dal sindaco di Cosenza, quello dei “turismi possibili”: “in questa Regione –  ha dichiarato – vorrei fare un discorso a parte. La Calabria ha un primato unico nel settore del Turismo, in Italia e in Europa. È l’unica Regione che, da 10 anni ormai, non ha un Assessore al Turismo e che è priva di un Piano Strategico Pluriennale coerente con i Piani Nazionali e le linee programmatiche dell’Unione Europea.  Strumenti necessari per definire le politiche di offerta e di captazione della domanda”.

Poi l’interrogativo: “quali attività sono possibili da subito per riallineare il turismo al nuovo paradigma della sostenibilità? Ed è qui che parte con alcuni esempi a suo dire concreti per sottolineare la “sterminata prateria delle cose possibili”.

Turismo e ricerca archeologica: le proposte

“È mai possibile – tuona Occhiuto – che distretti storico-archeologici, territorialmente contigui, come Sibari, Crotone, Capo Colonna, Isola Capo Rizzuto, Scolacium e Locri Epizefiri, tutte sul versante jonico, che il mondo intero ci invidia, non riescano a diventare un’eccellenza turistica? Non riescano a definire una comune politica dell’accoglienza e, quindi, a fare la differenza sotto il profilo dell’offerta turistica? Perché non nasce una “settimana archeologica dello Jonio Calabrese”?

“E lo Jonio – spiega Occhiuto – è solo un esempio. Abbiamo tanti siti archeologici praticamente inesplorati o da valorizzare: il Castello Normanno Svevo di San Teodoro a Lamezia, la Grotta del Romito di Papasidero, Casignana a Bovalino e Bianco, Castiglione a Paludi, Francavilla Marittima, Monasterace Marina, Punta Alice, Vibo Valentia. E poi i tanti musei annessi o dislocati altrove. Anche in questo caso la criticità è rappresentata dalla qualificazione dell’offerta, che non riguarda l’oggetto in sé ma le infrastrutture, le strutture ricettive e di assistenza al turismo, l’organizzazione della gestione. La ricerca archeologica può diventare la nostra sorpresa occupazionale perché potrebbe generare enormi ricadute occupazionali dirette ma anche generare ricchezza sul turismo archeologico che si riuscirebbe a creare. Il moltiplicatore di un investimento importante sulla ricerca archeologica è davvero straordinario considerato che abbiamo esplorato aree davvero modeste rispetto al potenziale presente”.

Il turismo religioso

“Rappresenta un’altra grande opportunità di sviluppo della risorsa turistica per la nostra Regione. E’ un turismo qualificato – sottolinea il candidato Occhiuto – meno impattante del turismo di massa, e può contribuire a risolvere il problema dell’eccessiva stagionalizzazione dei flussi turistici. Non mancano i grandi attrattori, come i Santuari di San Francesco di Paola, di Santa Maria dell’Isola a Tropea, della Madonna di Polsi, la Certosa di Serra San Bruno, della Madonna della Quercia di Visora, della Madonna delle Armi di Cerchiara, della Madonna di Porto a Gimigliano, di Mamma Natuzza, di Fratel Cosimo, del Beato Angelo ecc. Ma anche tante chiese e tanti eventi sparsi capillarmente sul territorio, che offrono l’occasione di valorizzare borghi tra i più belli d’Italia (Aieta, Altomonte, Bova, Chianalea, Civita, Fiumefreddo Bruzio, Gerace, Oriolo, Santa Severina, Stilo, Rossano, ecc.). La recente Borsa italiana del turismo Aurea ha dimostrato la notevole potenzialità di questo settore”.

Centri storici e ospitalità diffusa

Parte dal concetto che il turismo è cultura: “molte Regioni a noi vicine, la Puglia per esempio, partendo dalle identità è riuscita a creare un modello di ospitalità vincente integrando bellezze naturalistiche e patrimoni culturali. La Calabria può e deve fare altrettanto, definendo un proprio modello di ospitalità diffusa partendo dalla valorizzazione dei centri storici. Anche questo è turismo sostenibile. Abbiamo centri storici con palazzi del ‘600 praticamente abbandonati al degrado che potrebbero, viceversa, diventare parte dell’offerta turistica regionale integrando i residence e i grandi alberghi già operanti sul territorio”.

“Un modello di ospitalità che si rivolge a tutta la cittadinanza. In particolare a chi cerca nuovi sbocchi imprenditoriali, anche a chi, avendo una seconda casa ubicata nei centri storici voglia trasformarla in fonte di reddito attraverso esperienze di micro imprenditorialità artigiana, turistica, formativa o eno-gastronomica”.

I Piani Comunali di Spiaggia

“Per una regione come la Calabria con circa 800 chilometri di costa, i Piani Comunali di Spiaggia, strumenti urbanistici attuativi, devono garantire servizi balneari, sicurezza, pulizia e decoro delle nostre splendide spiagge e, dove le condizioni lo consentono, favorire la destagionalizzazione dell’utilizzo del demanio marittimo per finalità turistico-ricreative. Le imprese balneari, per tornare a investire, hanno bisogno di lavorare con tranquillità, senza avere più la spada di Damocle della direttiva Bolkestein. Entro il mese di aprile il governo si è impegnato a definire le nuove linee guida ed una nuova normativa e l’ANCI nazionale darà il suo apporto per assicurare una soluzione definitiva al problema delle concessioni demaniali”.

Non risparmia considerazioni su quello che Occhiuto ha definito il “paradosso dei dati sul turismo in Calabria”: Il turismo è competizione. Competizione tra destinazioni. Concorrenza spietata. Con la tecnologia che ha stravolto il settore, la sfida è capire come modellare l’offerta digitale della Calabria sui bisogni dei target. Occorrono dati in tempo reale per misurare i risultati delle strategie in materia turistica. Molte regioni, tra cui la Calabria, gestiscono lo scambio dei dati dei pernottamenti con sistemi tradizionali. Un esempio su tutti: siamo ad aprile 2019 e dovremo aspettare ancora molti mesi per avere i dati ufficiali del 2018! Tutto questo è ridicolo. Ecco perché il tema del digitale riguarda anche il supporto a processi tradizionali che nulla hanno a che vedere con la comunicazione, la promozione e la profilazione degli utenti potenziali”.

AGENDA ONU 2030 ED ECONOMIA DELLA CONOSCENZA

Esistono due dinamiche internazionali dalle quali non possiamo prescindere

– gli obiettivi stabiliti dall’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile

– la crescita di investimenti e di occupazione nel settore del digitale e dell’economia della conoscenza

L’Agenda ONU 2030 pone, come noto, 17 obiettivi specifici che oltre ad influenzare le agenda politiche globali, devono diventare la bussola cognitiva e metodologica della Calabria della svolta.
Si tratta di obiettivi specifici non ulteriormente differibili a livello di governo regionale.
Cosa stabilisce l’AGENDA ONU per il 2030?
Mi piace citare solo alcuni obiettivi:
– Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili
– Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo
– promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile
– Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni
– Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico
– Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età.

“Sapete cosa significa tutto ciò? Significa che dobbiamo cambiare il paradigma dello sviluppo. Che dobbiamo acquisire una sensibilità diversa. Ripensare tutto, trasporti, città, rifiuti, infrastrutture, modelli di crescita industriale, consumi, lotta al mutamento climatico, turismo, agricoltura, solidarietà”.

Secondo Occhiuto dunque tutto va ripensato in termini di sostenibilità ambientale

-Il manifatturiero deve immediatamente aprirsi alle opzioni green.

-Le costruzioni devono sfociare da subito verso la bio edilizia.

-Così per i nuovi materiali nascenti dal ciclo dei rifiuti.

-Spazio alla bio agricoltura e ai sistemi di certificazione e tracciamento dell’intera filiera della trasformazione magari puntando sulla blockchain che non significa solo cripto valute

“La sfida di una Calabria ispirata al digitale e all’economia della conoscenza deve infatti partire dai punti di forza che il sistema universitario regionale, nella sua interezza, offre ormai da tempo al territorio”. E’ questa per Occhiuto la vera svolta culturale, una sfida che deve poggiare su un partenariato strategico tra la Regione e il sistema universitario regionale”.

La tecnologia, dove ci spinge?

“Paradossalmente, ma non troppo in verità, ci spinge proprio dove la Calabria dispone di reali vantaggi competitivi strutturali: esattamente cioè verso settori produttivi non colpiti, significativa¬mente, dall’automazione. Parliamo quindi di cultura, archeologia, ambiente, turismo, digitale, istruzione, enogastronomia, agricoltura biologica, economia circolare e del riciclo, termalismo, etc. Basti pensare – conclude – all’artigianato digitale piuttosto che alle creatività artistica supportata dal digitale, alle tecnologie di monitoraggio dei disastri ambientali, all’agricoltura di precisione supportata da web, droni e robotica, alla riqualificazione del patrimonio artistico, ai parchi eolici e fotovoltaici off-shore, alla riqualificazione edilizia legata a tecnologie antisismiche, di efficienza energetica, di bioedilizia”.

La Sanità e le sue tante priorità

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