L’Ultimo contatto tra i due il 20 novembre scorso. Oliverio disse no alla candidatura di Minniti: non lo avrebbe sostenuto
CATANZARO – “Per la vicenda giudiziaria che mi ha riguardato ho ricevuto tanta, ma tanta solidarietà. A parte la mia famiglia, i miei figli e i miei cari, che mi sono stati vicinissimi in tutti i modi, e i miei amici di sempre, ho sentito anche l’afflato largo di tantissimi cittadini calabresi”. Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, ospite della trasmissione televisiva “Articolo 21”, condotta da Lino Polimeni. “Queste esperienze – ha aggiunto Oliverio – ti mettono anche nella condizione di capire e valutare le persone. In momenti come questi c’é chi si nasconde, chi scappa. Ci sono state anche persone, poche per la verità, che non mi hanno chiamato, e tra loro anche persone che esercitano funzioni di potere, anche del Partito democratico”.
Oliverio, rispondendo ad una specifica domanda di Polimeni, ha detto che tra le persone che non lo hanno chiamato c’é Marco Minniti. “L’ho visto l’ultima volta – ha aggiunto il Governatore della Calabria – il 20 novembre in occasione della presentazione del suo libro a Cosenza. In quella occasione mi chiese di essere sostenuto alla segreteria nazionale del partito, alla quale lui era candidato, e io gli dissi, con molta schiettezza, come io faccio sempre, perché di tutto mi si può accusare tranne che di mancanza di lealtà e schiettezza, che io ritenevo sbagliata la sua candidatura e non mi sentivo di sostenerlo. Da quel momento non l’ho più visto, nè sentito. Ognuno ha un suo modo di agire ed interpretare le relazioni”.
“La pronuncia della Corte di cassazione, il 20 marzo, che ha revocato l’obbligo di dimora emesso a mio carico, ha sgombrato il campo da tutto perché ha praticamente cancellato non solo il provvedimento, ma anche l’ordinanza, nel suo complesso. Accogliendo la richiesta in tal senso fatta dalla stessa pubblica accusa, il che succede rare volte”. “Mi aspettavo che la Corte di cassazione, nel mio caso – ha aggiunto Oliverio – facesse giustizia perché la verità é più forte di ogni cosa, é più dura delle pietre. Al dottore Gratteri mi sento di dire che ho accolto con grande soddisfazione la sua nomina a Procuratore della Repubblica di Catanzaro perché in una regione come la Calabria, pervasa in molti territori ed in molte attività dalla presenza della ‘ndrangheta, avere un uomo come Gratteri, di riconosciuta forza e levatura, non può che fare piacere.
Ho rispetto dell’autonomia dei poteri e non mi sono mai permesso di interloquire con la magistratura proprio per evitare che si potesse interpretare diversamente una richiesta di interlocuzione. Ma credo che anche su questo bisogna riflettere perché tra le forze che sono impegnate in un’azione di bonifica di un territorio così importante come il nostro, ci sono le istituzioni, ed in particolare l’istituzione Regione, di cui ho assunto la guida da gennaio 2015”. “Nella mia vicenda, se si fosse scelta la strada di approfondire, come ritengo sarebbe necessario – ha detto ancora il Governatore della Calabria – si sarebbe potuto evitare quello che é successo. Aspetto, come tutti, le motivazioni del pronunciamento netto della Corte di cassazione di annullamento della misura cautelare nel suo complesso. Le motivazioni ci diranno in modo più esplicito perché la Corte Suprema, a fronte delle decisioni gravi assunte nei miei confronti, ha valutato, leggendo le carte, di annullare il provvedimento”.