Dopo l’annuncio del Ministro Salvini, il primo cittadino Andrea Tripodi, ha firmato l’ordinanza per lo smantellamento della baraccopoli e l’immediato sgombero dell’area
SAN FERDINANDO (RC) – Ci aveva già provato nel 2017 con una medesima ordinanza, ma l’area nella quale sorge la baraccopoli era stata presto ripopolata. Il primo cittadino, Andrea Tripodi, ha nuovamente ordinato lo smantellamento delle baracche di San Ferdinando, luogo nel quale solo nell’ultimo anno sono morti 3 migranti a causa di roghi. L’ultimo Al Ba Moussa, senegalese di 28 anni, morto nella sua tenda lo scorso 16 febbraio. Una situazione insostenibile che aveva portato il Ministro dell’Interno Matteo Salvini ad annunciare l’immediato sgombero. “L’avevamo promesso e lo faremo, illegalità e degrado provocano tragedie.Per gli extracomunitari di San Ferdinando con protezione internazionale, avevamo messo a disposizione 133 posti nei progetti Sprar. Hanno aderito solo in otto, preferendo rimanere nella baraccopoli. Basta abusi e illegalità”.
Il 24 febbraio la prefettura di Reggio Calabria aveva iniziato i trasferimenti volontari negli Sprar e nei Cas. Ieri il sindaco di San Ferdinando Andrea Tripodi ha emesso l’ordinanza, notificata a tutti coloro che vivono nella tendopoli e tradotta in francese, inglese e arabo, con cui dispone “l’immediato sgombero di persone e cose dall’area adibita a vecchia tendopoli per immigrati extracomunitari di proprietà Corap ex Asireg” per la “bonifica e la demolizione di quanto intorno alla stessa abusivamente realizzato”.
Come detto si tratta in realtà di una “reiterazione di sgombero”, visto che Tripodi aveva già ordinato lo smantellamento della tendopoli nell’ottobre 2017. Ma poco più di un anno dopo, si legge nel documento “la baraccopoli risulta nuovamente ‘edificata’ e popolata abusivamente. Negli ultimi 14 mesi – continua il documento pubblicato sul sito del comune – si sono ripetuti gravi incendi, di natura dolosa o più probabilmente causati da stufe e accessori di fortuna utilizzati per riscaldarsi, che hanno causato la morte di tre ospiti e aggravato le condizioni di insalubrità dell’intera area, contribuendo a esasperare gli animi degli immigrati che gravitano. Al fine di scongiurare gravi danni alla salute e all’incolumità pubblica – si legge ancora – è necessario e urgente rendere l’area libera da persone e cose per poter consentire l’immediata rimozione dei rifiuti presenti, l’abbattimento delle vecchie tende e baracche e la successiva bonifica e sanificazione dell’area”.