La Dia di Reggio Calabria ha sequestrato un ingente patrimonio, il valore complessivo supera i 20 milioni di euro, ad un imprenditore reggino
REGGIO CALABRIA – L’imprenditore Angelo Emilio Frascati, 62 anni, è molto noto nel settore della grande distribuzione alimentare e del commercio di autovetture, ed è ritenuto socialmente pericoloso proprio per i suoi rapporti di stretta vicinanza con la ‘ndrangheta. Il provvedimento di sequestro è stato emesso dal tribunale, sezione misure di prevenzione, su proposta del direttore della Dia e sotto il coordinamento della locale procura della Repubblica-Dda.
Frascati fu arrestato nel 2016 nell’ambito del procedimento “Fata Morgana“, poi confluito nel procedimento “Ghota“. Era accusato di avere fatto parte della cosca Libri, diventando, al termine di una guerra di mafia, espressione della ‘ndrangheta nel settore della grande distribuzione alimentare e, più in generale, dell’imprenditoria; e di aver turbato il regolare svolgimento delle gare pubbliche nell’affare che consentiva ad un altro imprenditore, Giuseppe Chirico, di inserirsi nel consorzio dei commercianti del centro commerciale “La Perla dello Stretto” di Villa San Giovanni. Per questa vicenda, è stato condannato in primo grado a 13 anni e 4 mesi di reclusione per associazione mafiosa e turbata libertà degli incanti, aggravata dal metodo mafioso.
In foto, la conferenza stampa del blitz Fata Morgana
Numerosi collaboratori – Antonino Fiume, Consolato Villani, Roberto Moio, Mario Gennaro, Santo Siclari, Cosimo Virgiglio – hanno indicato Frascati quale imprenditore espressione della ‘ndrangheta reggina, nella sua componente più alta e rappresentativa, costituita dalla famiglia De Stefano. Il suo strettissimo rapporto con esponenti di primo piano della cosca, secondo gli investigatori, emerge anche dall’indagine svolta nell’ambito del procedimento “Recherche”, mentre la vicinanza con esponenti apicali della cosca Libri anche da quella denominata “Roccaforte”.
Dalle indagini della Dia sul patrimonio dell’imprenditore è emersa anche la sproporzione tra i redditi dichiarati e gli investimenti effettuati. Tra i beni sequestrati figurano 11 aziende, di cui 10 società di capitali ed una società in accomandita semplice, 4 per l’intero capitale sociale e patrimonio aziendale (Parma Reggio Distribuzione srl, P.R.D. srl, Demi Auto 2 srl e Demi Auto Services srl) e le altre 7 solo per le quote riconducibili a Frascati. Le aziende sono attive nei settori della grande distribuzione alimentare, del commercio automezzi, delle costruzioni, immobiliare e sale da gioco. Posti i sigilli anche a 20 immobili e a disponibilità finanziarie in fase di quantificazione.