Cocaina e ‘ndrangheta: tra gli arrestati l”amico’ di Escobar, ruolo di spicco alle donne (NOMI)

Venticinque le persone finite oggi in manette e ritenute a vario titolo vicine al business del narcotraffico della cosca Mancuso tra Europa e Sud America

 

CATANZARO – Oltre 300 finanzieri e 25 arresti questa mattina. Le indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri e dal Sostituto Procuratore Annamaria Frustaci, hanno consentito di disarticolare un’organizzazione estremamente complessa, dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, tra le cui fila compaiono esponenti di spicco della famiglia di ‘ndrangheta Mancuso egemone sulla criminalità organizzata vibonese che, dall’area geografica insistente tra i comuni di Limbadi e Nicotera, hanno, man mano, esteso forti interessi delinquenziali nell’hinterland milanese. C’é anche un narcotrafficante colombiano, Julio Andres Murillo Fugueroa, di 44 anni, tra le 25 persone fermate dalla Guardia di finanza nell’ambito dell’operazione coordinata dalla Dda di Catanzaro, denominata “Ossessione” per l’assillo costante manifestato dai principali indagati di essere monitorati dalle forze dell’ordine. Sono tutte accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, aggravata dalla modalità mafiosa e dalla detenzione di armi.

 

 

L’inchiesta ha dimostrato come i vertici dell’organizzazione fossero in grado di disporre di canali diretti di approvvigionamento di cocaina dalla Colombia, dal Venezuela e dalla Repubblica Dominicana, oltre che dall’Olanda. Fugueroa, secondo quanto riferito dagli investigatori, veniva ospitato dai calabresi a Milano per pianificare gli arrivi della cocaina dai Paesi dell’America Latina. Il colombiano, secondo l’accusa, in passato ha collaborato con i guerriglieri colombiani e con Pablo Emilio Escobar Gaviria, capo storico del “cartello di Medellin” tra gli anni ’80 e ’90 del secolo scorso. Un ruolo fondamentale, nell’ambito dell’organizzazione, era affidato, poi, alle donne, che dal ruolo di “teste di ponte” per le comunicazioni tra gli accoliti erano passate a quello di co-finanziatrici ed “intermediarie di alto rango”, secondo la definizione degli investigatori, con gli esponenti dei Cartelli sudamericani.

 

 

Spiccano, in particolare, le due venezuelane Clara Ines Garcia Rebolledo e Gina Alessandra Forgione, note nel panorama del narcotraffico internazionale ed in grado di mettere in contatto i calabresi con i narcos sudamericani, entrambe fermate nell’operazione di stamattina. Una vera e propria “multinazionale del narcofraffico”: così la Dda di Catanzaro e la Guardia di finanza definiscono l’organizzazione criminale sgominata stamattina. Dall’inchiesta sono emersi, in particolare, i forti interessi delinquenziali gestiti dall’organizzazione nell’hinterland milanese. In questo senso un ruolo significativo sarebbe stato svolto da Giuseppe Campisi, di 59 anni, originario di Vibo Valentia, personaggio, secondo quanto riferito dagli investigatori, “dall’elevatissimo spessore criminale”, che dopo avere espiato una condanna a 30 anni di reclusione per un omicidio di stampo mafioso è tornato sulla scena del crimine. Tra le persone “pienamente inserite” nella cosca, sempre secondo gli investigatori, c’erano anche i fratelli Salvatore, Giuseppe e Fabio Costantino, già detenuti, attivi nella gestione del narcotraffico.

 

L’HASHISH DAL MAROCCO

Nella rete degli inquirenti sono, di fatti, caduti i fratelli Salvatore, Giuseppe e Fabio Costantino pienamente inseriti nella cosca Mancuso, così come il pluripregiudicato Giuseppe Campisi rappresentante della famiglia ‘ndranghetistica di Limbadi in Lombardia, condannato per associazione mafiosa e ritornato sulla scena del crimine dopo aver finito di espiare una lunga condanna pari a 30 anni di reclusione per un omicidio mafioso. Giuseppe e Fabio Costantino risultano, tra l’altro coinvolti nella nota Operazione “Black Money” che ha duramente colpito la cosca di Limbadi. Le indagini svolte dalla Guardia di Finanza hanno consentito di accertare anche che, seguendo un’ottica prettamente imprenditoriale, l’organizzazione, in attesa dell’arrivo delle partite di cocaina dal Sudamerica, con lo scopo di massimizzare il profitto, intesseva rapporti d’affari con un personaggio marocchino residente a Milano, in diretto contatto con i principali cartelli maghrebini, per l’importazione di massicce quantità di hashish.

 

COCAINA PURA AL 98%

La spiccata transnazionalità dell’organizzazione, che evidenzia nuovamente l’indissolubilità del trait d’union tra la criminalità organizzata calabrese e i “cartelli” mondiali della droga ed una capillare diffusione sul territorio nazionale, fanno si che la consorteria criminale operi come una vera e propria multinazionale del narcotraffico, curando l’acquisto “all’ingrosso”, a prezzi assolutamente concorrenziali, della droga, direttamente dai produttori, per poi smistarla in territorio calabro e lombardo tramite una fitta rete di accoliti. In tale contesto, le indagini hanno fatto registrare come i vibonesi siano in affari anche con esponenti legati al clan di Gioiosa Ionica da anni trapiantati nel milanese e nel comasco, in grado di smistare importanti quantità di narcotico in Lombardia. Proprio ad uno dei soggetti coinvolti i finanzieri hanno sequestrato nel marzo del 2018 un chilogrammo di cocaina pura al 98%. Un ruolo fondamentale era affidato, poi, alle donne: da “teste di ponte” per le comunicazioni tra gli accoliti, a co-finanziatrici, come nel caso della cittadina albanese K. E., a intermediarie di alto rango con gli esponenti dei Cartelli sudamericani.

 

IL COLLEGA DI ESCOBAR

Spiccano, in particolare, le due venezuelane Clara Ines Garcia Rebolledo e Gina Alessandra Forgione, estremamente note nel panorama del narcotraffico internazionale, in grado di mettere in contatto i calabresi con i narcos sudamericani. Tra questi Julio Andres Murillo Fugueroa, noto narcotrafficante colombiano, ospitato dai calabresi a Milano per pianificare l’arrivo della cocaina dai paesi dell’America Latina. “Socio” della Forgione, il colombiano ha in passato collaborato con i “guerriglieri colombiani”, nonché con il famigerato Pablo Emilio Escobar Gaviria. Solo una certosina attività di indagine ha consentito di disvelare compiutamente l’assetto organizzativo del sodalizio che, sfruttando le abilità di Michele Viscotti, esperto broker di origine pugliese, più volte recatosi in Sudamerica per contrattare prezzo e quantità del narcotico da inviare verso l’Europa, curava i rapporti con i produttori. Il sodalizio criminale, non solo poteva contare sulle descritte entrature nel florido mercato sud americano, ma era capace di tessere continui collegamenti con le principali piazze di approvvigionamento olandesi.

 

SDOGANARE LA DROGA

La vasta esperienza del foggiano, infatti, gli consentiva di sfruttare conoscenze anche nei Paesi Bassi, ove godeva di saldi rapporti con fornitori di droga di primissimo piano. Mentre Viscotti, dall’estero, contrattava su più fronti, in Italia, i Costantino si preoccupavano di quello che nel gergo dei narcos viene chiamato “scarico”, ovverosia la possibilità di far uscire la droga dal sedimento portuale o aeroportuale d’arrivo grazie ad “agganci” utili allo scopo. Per tale delicato compito, il sodalizio contava su un personaggio originario della provincia di Reggio Calabria, C. F., in grado di far uscire il narcotico dall’aeroporto di Malpensa, evitando i controlli di rito. Da segnalare, poi, che grazie ad una costante attività d’indagine, nonostante le estreme accortezze attuate dai trafficanti, nel mese di marzo 2018, i finanzieri riuscivano a penetrare in un deposito dove era stata stoccata la droga in Milano. Venivano, così, sequestrati oltre 430 chili di hashish, giunti in Italia dal Marocco, via Spagna, e una pistola, oggetto di furto, in uso proprio al Salvatore Costantino.

 

L’ATTORE DI GOMORRA CHE VENDE ARMI

Come emerso nitidamente dalle attività tecniche, gran parte della droga sequestrata era destinata a soddisfare le richieste dei finanziatori di stanza in Calabria, tra cui compare il pregiudicato vibonese Antonio Narciso. L’ingente quantitativo di droga sequestrato, in realtà, rappresenta solo una quota parte del prodotto commissionato dai calabresi al potente cartello di stanza in Marocco, in grado di assicurare costanti ed enormi forniture di narcotico. I fratelli Costantino, di fatto, stavano trattando con l’organizzazione marocchina l’acquisto di una quantità pari a 3000 chili di hashish che, secondo i calcoli degli stessi affiliati, avrebbe portato nelle tasche dell’associazione un introito che si aggirava tra i 4 ed i 5 milioni di euro, da reinvestire nell’ancor più redditizio traffico di cocaina. I sodali, pienamente ingeriti nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti, hanno, inoltre, dimostrato di voler difendere i propri interessi, ove necessario, anche con le armi. Per tale scopo, un ruolo di fondamentale importanza era ricoperto da un soggetto di Varese, Carlo Cuccia, con un passato da comparsa nella nota serie “Gomorra”.

 

 

Mentre nella fiction all’indagato era stato attribuito il ruolo di “specchiettista”, nell’organizzazione vibonese al personaggio era demandato il compito di reperire le armi, unitamente ad un suo compaesano, Ivo Menotta, anch’egli colpito dagli odierni fermi. L’operazione è il frutto di un intenso lavoro investigativo, durato oltre due anni, che ha visto i finanzieri della Sezione G.O.A. del Nucleo PEF./G.I.C.O, specializzata nelle indagini in materia di contrasto al traffico internazionale, con la collaborazione del Servizio Centrale d’Investigazione sulla Criminalità Organizzata, immergersi nei luoghi e nelle abitudini degli associati, tanto da carpirne a pieno l’organigramma ed il modus operandi. L’inchiesta, oltre ad infliggere all’organizzazione rilevanti perdite economiche, sia sotto il profilo dei capitali investiti che dei mancati guadagni, ha, così, consentito di identificare tutti i soggetti coinvolti, ognuno con un ruolo ben preciso.

 

 

Lo spaccato che emerge in maniera lampante è l’estrema ramificazione delle moderne ‘ndrine che ha consentito alla ‘ndrangheta di disporre di numerosi e floridi canali di approvvigionamento, che ne hanno notevolmente accentuato la pericolosità e l’invasività. La vocazione transnazionale ha rinsaldato affaristici rapporti tra la malavita calabrese e quelle sudamericane, olandesi, spagnole e nordafricane, consentendo un abnorme ampliamento delle zone d’influenza, in molti casi, con l’esportazione del modello organizzativo tipico dei territori d’origine, nelle zone nazionali maggiormente sviluppate, determinando il predominio sulle similari associazioni delinquenziali nazionali e/o estere. Da delinquenza crudele e rurale, un tempo dedita essenzialmente alle estorsioni e ai rapimenti, la ‘ndrangheta ha saputo riciclarsi in una vera e propria holding del crimine, in grado di accumulare e gestire immensi patrimoni illeciti e di inquinare ogni settore del sociale.

 

I NOMI DEGLI ARRESTATI

  1. ACCURSIO Giuseppe, nato a Licata (AG) il 28.05.1953;
  2. AQUILANO Damiano, nato a Tropea (VV) il 07.08.1984;
  3. BOSCO Daniele, nato in Jugoslavia (EE) il 01.12.1977;
  4. BOSCO Vito Jordan, nato in Libia il 07.05.1975;
  5. CAMPISI Giuseppe, nato a Vibo Valentia il 20.01.1960;
  6. CARUGO Gianfranco, nato a Cerro Maggiore (MI) il 29.05.1949;
  7. CUCCIA Carlo, nato a Tradate (VA) il 12.07.1980;
  8. FORGIONE Gina Alessandra, nata in Venezuela (EE);
  9. GARCIA REBOLLEDO Clara Ines, nata in Venezuela (EE) il 27.10.1951;
  10. KOTJA Elisabeta, nata in Albania (EE) il 19.09.1979;
  11. LIMARDO Maria Antonia, nata a Briatico (VV) il 28.01.1965;
  12. MANCUSO Francesco, nato a Vibo Valentia il 07.01.1989;
  13. MARIANI Giorgio, nato a Genga (AN) il 31.03.1958;
  14. MENDOLICCHIO Luigi, nato a Milano il 12.08.1965;
  15. MENOTTA Ivo, nato a Tradate (VA) il 12.02.1980;
  16. MURILLO FIGUEROA Julio Andres, nato in Colombia il 29.03.1975;
  17. MUSCIA Gaetano, nato a Tropea (VV) il 20.04.1964;
  18. NARCISO Antonio, nato a Vibo Valentia il 19.08.1961;
  19. PAPAIANNI Gennaro, nato a Vibo Valentia il 14.02.1976;
  20. PAPANDREA Salvatore, nato a Taurianova (RC) il 16.08.1946;
  21. PILATI Fabrizio, nato ad Arona (NO) il 14.01.1969;
  22. SAFINE Abderrahim, nato in Marocco (EE) il 17.01.1982;
  23. SCAGLIONE Francesco, nato a Palermo il 23.07.1960;
  24. STILO Giovanni, nato a Nicotera (VV) il 04.01.1949;
  25. VISCOTTI Michele, nato a San Severo (FG) il 23.04.1946.

 

Nuovo colpo al clan Mancuso, 25 provvedimenti di fermo per narcotraffico

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