Sanità, Commissariamento Calabria: la Regione ricorre alla Consulta

Sollevato il conflitto di attribuzione su deliberazione del Consiglio dei Ministri. Greco (Op): “è l’esempio di un neocolonialismo in salsa grillina”; Giudiceandrea: “è la quadruplicazione del debito”; Tallini: “è la certificazione del fallimento per l’attuazione del piano di rientro del debito sanitario”

 

Il Governatore Mario Oliverio

CATANZARO – La Giunta regionale della Calabria, riunita oggi pomeriggio a Catanzaro sotto la presidenza di Mario Oliverio, “ha deliberato di sollevare conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale nei confronti della deliberazione del Consiglio dei Ministri del 7 dicembre scorso con cui è stata disposta l’ulteriore prosecuzione dell’istituto del commissariamento statale per i disavanzi del sistema sanitario”. Ne dà notizia un comunicato dell’ufficio stampa dell’esecutivo. “La decisione – si aggiunge – é stata assunta in coerenza con quanto rappresentato dal Presidente della Regione ai Governi nazionali negli ultimi anni”.

«Il nuovo commissariamento sulla sanità in Calabria è l’esempio di un neocolonialismo in salsa grillina che subisce le influenze nordiste della lega – commenta in una nota Orlandino Greco (Op) – . Bene fa Mario Oliverio a nn essere d’accordo con la reiterazione del commissariamento affidato ad un soggetto diverso dal Presidente. Concretizza un’ingiusta differenza con quanto accaduto nel Lazio di Zingaretti e nella Campania di De Luca. Così facendo si assegna la rinascita della Calabria a soggetti estranei ai bisogni dei calabresi dei quali nn si conosce nulla, dei territori che li separano e delle difficili strade che li dividono.

Il consigliere regionale Op Orlandino Greco

I livelli essenziali di assistenza sono un miraggio nella nostra regione, ma siamo alle solite, a ripercorre gli errori di quanto successo nei trascorsi sette anni che hanno schiacciato i diritti sociali e regalato 320 milioni all’anno alle regioni più ricche.
I calabresi dovrebbero unirsi alla protesta del suo Governatore che rivendica per loro una gestione regionale produttiva di salute, condotta all’insegna del suo godimento reale.
La Calabria pretende di scrivere il proprio destino senza imposizioni e scelte calate dall’alto.La rivoluzione delle coscienze è vicina e l’Italia del Meridione vuole interpretare questa volontà con battaglie che riportino al centro del dibattito politico i territori e le comunità».

 

 

 

 

Il consigliere regionale Democratici e Progressisti Giuseppe Giudiceandrea

«Il commissariamento esterno della Sanità calabrese ha prodotto la quadruplicazione del debito e l’incomunicabilità fra gli organi. La Calabria resta l’unica regione d’Italia a non avere le redini di un settore così delicato affidate agli organi eletti dal popolo e questo non è più accettabile. Non metto in discussione le doti umane e professionali del generale Saverio Conticelli e del subcommissario Thomas Schael ma sarebbe stato giusto dare al centrosinistra che governa la Regione Calabria la possibilità di lavorare per migliorare la Sanità così come hanno voluto gli elettori alle scorse elezioni regionali. Non è più concepibile che queste scelte arrivino calate dall’alto ignorando le esigenze del territorio». Queste le dichiarazioni del consigliere regionale e capogruppo di Democratici e Progressisti Giuseppe Giudiceandrea in merito alle nuove nomine sul commissariamento della Sanità calabrese.

«Il rischio concreto è quello di peggiorare ancora di più una situazione che, con la gestione appena sostituita, non ha prodotto benefici per i cittadini. La nostra indignazione è forte nei confronti di una scelta che danneggia, ancora una volta, i calabresi e che non aiuta chi amministra perché a tanto demandato dai cittadini – continua Giudiceandrea – Speriamo che a differenza di quanto accaduto in questi ultimi quattro anni, vi sia almeno la disponibilità a comunicare con la Giunta ed il centrosinistra che governano la Calabria. In mancanza, prepariamoci ad un ultimo anno di lacrime e sangue in Sanità, non addebitabili, appunto, al campo del centrosinistra».

il consigliere regionale FI Domenico Tallini

Per Tallini, il “Peggioramento é colpa Regione, bisogna voltare pagina al più presto”. “La sostituzione dell’ing. Scura con il generale dei carabinieri Cotticelli è la certificazione del fallimento del regime commissariale per l’attuazione del piano di rientro del debito sanitario in Calabria. I tecnici non sempre sono migliori della politica. Rispetto a quando la figura del commissario coincideva con il presidente della Regione, i debiti non solo non sono diminuiti, ma addirittura sono aumentati”. Lo sostiene, in una nota, il consigliere regionale di Forza Italia Domenico Tallini. “Se poi aggiungiamo – prosegue Tallini – che la qualità dei servizi sanitari appare peggiorata, diventa non esagerata l’immagine di ‘stato di calamità’ evocata tempo fa dal segretario regionale dell’Anaao-Assomed, dottor Filippo Maria Larussa, che ringrazio per l’attenzione dedicata alla mia riflessione sulla nomina del generale Cotticelli.

Il disavanzo ha toccato nell’era Scura i 102 milioni di euro, una cifra praticamente insostenibile e che è stata ripianata solo spremendo tutto quello che era possibile spremere dalla fiscalità regionale. Bisogna allora riflettere con serietà e in maniera approfondita sul rapporto tra la politica e il sistema sanitario pubblico, questione molto scottante in Calabria in quanto tocca da vicino i bisogni più sentiti dalla gente. C’è bisogno di un rapporto nuovo, di una politica che non rinunci al suo ruolo, ma che rispetti profondamente le professionalità e la meritocrazia. Se la nomina del generale Cotticelli è una bocciatura per il regime commissariale, non c’è dubbio che il peggioramento della qualità del servizio sia tutta ascrivibile al Governo regionale. E’ il presidente della Regione che nomina i direttori generali e, a cascata, i direttori amministrativi e sanitari delle Aziende ospedaliere pubbliche. Aziende che presentano il loro bilancio in rosso non solo per quanto riguarda i conti, ma anche per l’inefficienza e la scarsa qualità dei servizi, causa principale della massiccia emigrazione sanitaria verso altre realtà del centro-nord. La sanità calabrese ha bisogno di scelte nette.

Dubitiamo che possa farle un presidente che si è rivelato peggiore di tutti i suoi predecessori e più di ogni altro sensibile alle logiche spartitorie. La prima scelta, in un regime normale, dovrebbe essere l’azzeramento di tutti i management responsabili dello “stato di calamità” evocato dal dottor Larussa. La legge Madia parla chiaro: i manager che non raggiungono gli obiettivi decadono anche dall’albo nazionale. In Calabria invece i manager che falliscono vengono addirittura premiati e riconfermati. Una selezione più rigida potrebbe consentire alla politica di sbagliare di meno o, meglio, di compiere le scelte migliori sulla base di curriculum ineccepibili. In Lombardia, tanto per fare un esempio, su 235 domande pervenute alla Regione, ne sono state selezionate 100 da una commissione scientifica di altissimo livello. All’interno di questa lista qualificata, il presidente Fontana potrà fare le sue scelte politiche. La seconda scelta potrebbe essere l’introduzione di un nuovo e più stringente sistema di valutazione delle performance delle Azienda sanitarie.

In Toscana, che è la Regione in cui la sanità funziona meglio, è stato istituito il Laboratorio Management e Sanità, in collaborazione con l’Università Sant’Anna di Pisa. Da noi sarebbe uno strumento fondamentale e mi auguro che il futuro Governatore lo possa realizzare”. “E’ bene che il dibattito sul futuro della sanità calabrese – conclude il consigliere regionale – si alimenti e non diventi, tra qualche mese, solo terreno di scontro elettorale. Su una cosa, credo, siamo tutti d’accordo: bisogna al più presto voltare pagina”.

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