L’Europa discute della tragica situazione dei depuratori calabresi

Lo stato della depurazione è peggiorato dopo le procedure d’infrazione che hanno coinvolto quasi la metà dei Comuni calabresi nonostante siano stati messi a disposizione milioni di euro

 

BRUXELLES – «Ho inteso aggiornare la Commissione europea per le petizioni dell’allarmante stato in cui versa il sistema depurativo calabrese anche alla luce della nuova procedura d’infrazione che coinvolge 48 agglomerati calabresi». L’eurodeputata del Movimento 5 Stelle, Laura Ferrara, aggiorna il Parlamento europeo in merito alla Petizione 0398/2017, discussa ad aprile e diretta a sollecitare valide e urgenti misure dell’Unione Europea per eliminare le criticità che riguardano il sistema depurativo in Calabria, al fine di garantire che le acque reflue urbane siano raccolte e sottoposte a trattamento appropriato in conformità alla Direttiva 91/271/CEE. «L’allarmante stato in cui versa il sistema depurativo calabrese, ad oggi, non ha registrato alcun miglioramento, anzi, – continua la Ferrara nella lettera indirizzata alla Commissione per le petizioni – paradossalmente, si è dovuto assistere addirittura ad un peggioramento del trattamento delle acque reflue urbane nella Regione Calabria».

 

 

«Infatti – scrive l’europarlamentare cosentina -, da pochi mesi, con una nuova procedura d’infrazione, la n.2017/2181, la Commissione europea si è costituita in mora nei confronti dell’Italia a causa di nuove violazioni della normativa europea (Direttiva 91/271/CEE) in materia di trattamento delle acque reflue urbane. Ebbene, dei 276 agglomerati coinvolti in questa nuova procedura, ben 48 sono calabresi. Per cui, sommando a questi ultimi i 13 agglomerati calabresi già condannati lo scorso 31 maggio 2018 dalla CGUE a seguito della causa C-251/17 e gli oltre cento agglomerati ancora coinvolti nella procedura d’infrazione 2015/2059, se ne ricava che il sistema depurativo calabrese stia attraversando una fase di piena emergenza che interessa oltre metà del territorio regionale con altissima probabilità di ricadute negative in termini di salute pubblica e tutela l’ambiente».

 

«La discussione di questa petizione e la volontà del Parlamento europeo di volerla lasciare aperta – spiega la portavoce del Movimento 5 Stelle – ha segnato un capitolo importante in materia di depurazione in Calabria. Sono state illustrate tutte le carenze del comparto sottolineando a più riprese le gravi responsabilità politiche di chi, avendo a disposizione milioni di euro per sanare la situazione non lo ha fatto. La Regione Calabria è ora una sorvegliata speciale e dovrà dare soluzioni concrete per queste annose criticità non solo a noi cittadini, ma anche all’Europa. So bene che la Regione Calabria ha predisposto, come richiesto dalla Commissione europea, un cronoprogramma di interventi speciali, ma so altrettanto bene – conclude la Ferrara – che i primi risultati, se non ci saranno ulteriori ritardi, arriveranno alla fine del 2020».

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