Non aver trasmesso la richiesta di emergenza ha comportato la perdita dei finanziamenti
CATANZARO – “Appena dopo i tragici eventi alluvionali di ottobre, il governatore Mario Oliverio ha assicurato con grande clamore la richiesta di emergenza da parte della Regione Calabria, in realtà mai trasmessa al dipartimento nazionale della Protezione civile, come riferitoci dal governo e dai rappresentanti dello stesso dipartimento nella seduta dello scorso giovedì 18 delle commissioni riunite Ambiente e Infrastrutture della Camera”. Lo affermano, in una nota, i deputati del Movimento 5 Stelle Giuseppe d’Ippolito ed Elisabetta Barbuto, rispettivamente della commissione Ambiente e della commissione Infrastrutture. I due deputati, riferiscono, “che in sede parlamentare avevano portato ‘due specifiche proposte: una finalizzata a un primo impegno di 10 milioni da destinare ai territori calabresi flagellati dalle piogge di ottobre; l’altra per avviare la ricostruzione del ponte delle Grazie a Curinga. ‘Pertanto il governo è stato costretto a invitare al ritiro del secondo emendamento e a dichiarare l’improcedibilità del primo, in mancanza del presupposto per l’intervento governativo, cioè l’invio, da parte della Regione Calabria, della richiesta prescritta in tali casi, indispensabile alla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale”. “Mentre in Calabria si piangevano i morti, Oliverio – sostengono d’Ippolito e Barbuto – annunciava una promessa che sapeva bene di non poter rispettare. La richiesta in questione deve infatti contenere le stime della Protezione civile regionale, in corso, circa i danni causati in 210 comuni calabresi. È imperdonabile il cinismo politico del presidente della Regione, incontrastato dai suoi assessori. Soprattutto, questo ritardo, di cui è in ogni caso responsabile Oliverio, che senz’altro proverà a scaricare su altri, ci ha fatto perdere il treno degli stanziamenti immediati, che avevamo doverosamente rincorso. La Calabria non merita un governatore così sciatto e insensibile”.
LA RISPOSTA DELLA REGIONE CALABRIA: “NON E’ VERO”
“É il caso di ricordare ai deputati calabresi, Giuseppe D’Ippolito ed Elisabetta Barbuto, – scrive in una nota la Regione Calabria – che la richiesta dello Stato di Emergenza, in relazione agli eventi calamitosi dei giorni scorsi, è stata deliberata dalla Giunta Regionale nell’immediatezza, ovvero nella seduta dell’ 8 ottobre u.s. con atto deliberativo n. 443. Riteniamo opportuno informare i suddetti deputati che la procedura per la richiesta dello Stato di Emergenza, per eventi calamitosi di tipo C (valenza nazionale), prevede la richiesta della Regione sulla scorta di un Report Speditivo della Protezione Civile (art. 24 del Nuovo Codice della Protezione Civile). La redazione del report, se pur speditivo, richiede il tempo necessario (qualche giorno) per effettuare i sopralluoghi nei territori colpiti. I Comuni interessati dagli ultimi eventi alluvionali, che hanno avuto superamento di soglie per eventi pluviometrici in corso “L3”, sono stati oltre 220 e sono oltre 60 i Comuni che hanno segnalato danni e richieste di sopralluoghi. Nelle more delle definizione di dette procedure previste dalla legge, la Protezione Civile Regionale, come è sempre avvenuto, ha interessato e formalmente investito le Autorità Nazionali preposte ad attivare le procedure per la dichiarazione dello Stato di Calamità Naturale. La presenza a Lamezia Terme, anche in questa drammatica circostanza, del Dott. Borrelli, Capo della Protezione Civile Nazionale, per effettuare un sopralluogo sui territori colpiti e successivamente per partecipare ad un vertice presso la Prefettura di Catanzaro con la presenza dei Prefetti delle Province interessate, del Presidente della Regione, Mario Oliverio, dei Vigili del Fuoco, delle Forze dell’Ordine, è la prova più evidente di ciò. Sarebbe il caso che chi assume ruoli di rappresentanza evitasse invece le strumentalizzazioni per prestare maggiore attenzione ai problemi del territorio. Se così fosse stato i suddetti deputati si sarebbero accorti che il ponte delle Grazie, a Curinga, non è mai crollato”.
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