In manette due fratelli e il presunto mandante dell’omicidio di Martirano Lombardo

Il delitto si è consumato nel 2005 quando la vittima fu uccisa di notte a colpi di arma da fuoco in auto vicino la propria abitazione

 

CATANZARO – Un omicidio che avrebbe potuto dare inizio a una vera e propria faida tra cosche. Tre persone sono state arrestate perche’ considerate coinvolte a vario titolo nell’omicidio di Filippo Pantano, ucciso a colpi d’arma da fuoco, a Martirano Lombardo, il 20 luglio del 2005. Personale della Squadra Mobile di Catanzaro e del Commissariato di Polizia di Lamezia Terme, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo calabrese, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip distrettuale nei confronti di due fratelli, Gino e Pino Strangis, di 49 e 43 anni, e di Vincenzo Arcieri, 58 anni gia’ detenuto per altra causa nella casa circondariale di Caltanissetta.

 

 

Gino Strangis sarebbe stato ideatore, organizzatore ed esecutore del fatto di sangue, a cui avrebbe preso parte il fratello Pino, mentre Vincenzo Arcieri sarebbe stato fra i mandanti ed ideatori del delitto con i vertici della cosca Giampa’ di Lamezia Terme. L’omicidio fu compiuto nottetempo nei pressi dell’abitazione della vittima che era alla guida di un’autovettura Land Rover. L’uomo fu raggiunto da numerosi colpi d’arma da fuoco, di cui alcuni di fucile calibro 12 e uno di pistola calibro 9×21. Le indagini si sono basate anche sulle dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia che avrebbero consentito agli investigatori di trovare un riscontro agli indizi che gia’ all’epoca dei fatti avevano permesso di inquadrare la cosca Giampà, e in particolare i fratelli Strangis, come responsabili dell’omicidio Pantano.

 

 

L’episodio suscito’ particolare allarme in quanto, in relazione alla caratura delinquenziale della vittima, poteva costituire l’inizio di una faida in quei territori interessati al tempo da lavori pubblici di notevole importanza che avevano scatenato gli appetiti delle famiglie mafiose della zona. Alla base del delitto ci sarebbero stati contrasti tra le famiglie Arcieri-Cappello, a cui gli Strangis erano legati, e la cui ‘ndrina costituiva una promanazione della cosca Giampà nell’area premontana di Lamezia Terme, e Pantano, che rappresentava, secondo gli inquirenti, gli interessi della contrapposta consorteria Iannazzo-Cannizzaro-Daponte.

 

 

In particolare, i fratelli Strangis, per conto delle famiglie Arcieri – Cappello, nell’ambito della cosca di ‘ndrangheta Giampa’, incaricati di fatto del controllo della zona montana di Lamezia Terme, al fine di riappropriarsi della gestione delle estorsioni alle imprese e alle ditte operanti nell’area avrebbero deciso di uccidere il rivale. La decisione fu presa d’intesa con i vertici delle famiglie Giampa’ e Cappello-Arcieri, nell’ambito del quale Arcieri, vantava un ruolo primario. Sarebbe stato accertato che la decisione del delitto maturo’ con il consenso di Giuseppe Giampa’, capo della cosca omonima, figlio del “professore”, Francesco Giampa’, capo del clan, successivamente divenuto collaboratore di giustizia. I fratelli Strangis, ultimate le formalita’ di rito, sono stati associati alla casa circondariale di Catanzaro, mentre la notifica a Vincenzo Arcieri e’ stata effettuata nella casa circondariale di Caltanissetta.

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