Katia Villirillo è la madre di Giuseppe Parretta, il 18enne ucciso lo scorso 13 gennaio a Crotone in una lite per motivi di vicinato: “Mi aspetto giustizia e non vendetta”.
CATANZARO – Katia Villirillo è una donna molto attiva nell’ambito della lotta contro la violenza, ed oggi, davanti la Corte d’assise di Catanzaro, dove è prevista l’apertura del processo sulla morte del figlio, ucciso a soli 18 anni, spera nella giustizia. Il processo vede come imputato il 56enne Salvatore Gerace, ex sorvegliato speciale, che avrebbe ucciso a colpi di pistola Parretta nella sede dell’associazione “Libere Donne” di Crotone mentre il 18enne si trovava in compagnia della madre e della fidanzata.
“Mi aspetto – ha detto Katia Villirillo – giustizia e non vendetta, mi aspetto regole di vita che valgano non solo per Gerace ma per tutti gli altri, mi aspetto umanita’ e una giustizia che si metta a fianco delle famiglie che subiscono un dolore cosi’ grande. Dico questo – ha aggiunto la madre di Parretta – non perche’ si tratta di Giuseppe, ma perche’ si e’ trattato di un omicidio gratuito, inflitto senza alcun motivo alla famiglia, alla fidanzata, agli amici, a tante persone che piangono e soffrono. Come Giuseppe non ha avuto sconti, non debba averne nemmeno chi l’ha ucciso, e che a mio avviso deve scontare la sua pena com’e’ giusto che sia. A essere sincera – ha concluso Katia Villirillo – mi aspetto una condanna importante al carcere perche’ solo cosi’ si puo’ parlare di rieducazione: e lo Stato deve dare un segnale di sicurezza ai suoi cittadini”.
Ad accompagnare Katia Villirillo alla Corte d’assise di Catanzaro ci sono anche una ventina di familiari e amici di Giuseppe Parretta provenienti da Crotone.