“Mosaico”: svuotavano i conti correnti di anziani e disabili, 29 arresti – VIDEO e NOMI

Sarebbero almeno quarantacinque le vittime della truffa. Svuotati conti correnti postali di persone anziane e invalide

 

REGGIO CALABRIA – I carabinieri di Reggio Calabria stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 29 persone presunte componenti di due gruppi criminali del reggino dediti al furto e all’illecita appropriazione di titoli, buoni fruttiferi, libretti postali e liquidità su conti correnti. Dalle indagini, avviate nel 2014 e coordinate dalla Procura di Reggio Calabria, é emerso che anziani o invalidi sarebbero stati derubati di centinaia di migliaia di euro con la complicità di direttori e dipendenti infedeli di alcuni uffici postali che, dietro compenso, attestavano falsamente la paternità dei trasferimenti di denaro e permettevano, con le credenziali di accesso al sistema informatico di Poste italiane, di riciclare il denaro.

Al vaglio dei carabinieri migliaia di operazioni illecite in danno di 45 risparmiatori. Fra gli arrestati, due persone vicine a cosche di ‘ndrangheta di Siderno e due ex direttori di uffici postali della provincia di Reggio Calabria.

VIDEO 

Indagini partite dal caso di un anziano ottantenne

Il provvedimento scaturisce da un’articolata e prolungata attività investigativa avviata nel mese di marzo 2014 a seguito di un evento delittuoso perpetrato a danno di un ottantenne che viveva da solo nelle campagne di Samo, nel reggino e che a febbraio 2014, era stato avvicinato e circuito Filomena Carmela Bentivoglio, classe 1940, che, aiutata dal figlio Antonio Raschella, classe 1960, si sarebbe impossessata di denaro, monili, titoli postali appartenenti all’anziano, per un valore complessivo stimato in quasi 500 mila euro.
In particoalre i buoni fruttiferi postali del valore complessivo di altri 400.000 euro e il libretto postale contenente 51.000 euro, intestati alla vittima, erano stati affidati ad Andrea Commissio e Corrado Femia per le successive operazioni di riciclaggio i quali, a loro volta, si sarebbero rivolti ad Antonio Francesco Felicetti  dipendente di un ufficio postale di Reggio Calabria, che, in cambio del 20% dell’indebito introito, si era reso disponibile ad effettuare svariate operazioni di sportello illecite, per consentire il riciclaggio dei titoli sottratti, funzionale ad incassare indebitamente il controvalore in denaro.

Ricostruito il modus operandi delle due organizzazioni criminali

I successivi approfondimenti investigativi hanno consentito di ricostruire l’esistenza e l’operatività di due distinte organizzazioni criminali operanti principalmente nel territorio reggino, in grado di sviluppare e sostenere un imponente meccanismo che ha permesso di riciclare denaro illecito per decine di milioni di euro. Fra i destinatari della misura cautelare odierna, 14 di essi sono accusati del reato associativo, poiché ritenuti partecipi di due distinti gruppi.

Il primo gruppo era composto da Domenico Commisso, Andrea Commisso, Corrado Femia, Francesco Cincinnato, Carmela Filomena Bentivoglio, Antonio Raschellà, Teodoro Rocco Raschillà, e Domenico Favasuli.

Il secondo da Bruno Gerardo Siciliano, Francesco Oppedisano, Paolo Mollina, Angela Favasuli, Caterina e Paola Parisi.

Il modus operandi

Le due associazioni erano autonome ma organizzate per appropriarsi illecitamente di buoni fruttiferi postali, libretti postali e carte libretto, sottraendole a persone anziane o gravate da patologie invalidanti residenti per lo più nella fascia jonica della provincia reggina oppure all’estero, per poi “ripulire” i titoli, “macchiati” poiché provento di attività illecita, incassandone il controvalore.

Dalle risultanze investigative sono infatti emerse, con dovizia di particolari, le fasi ideative ed esecutive dei reati commessi, accertate tanto dal chiaro tenore dei dialoghi intercettati, quanto dalle dichiarazioni delle persone offese, offrendo un inquietante spaccato della spregiudicatezza dei due gruppi criminali: da una lato, infatti, sono ricostruiti i passaggi con i quali le vittime dei reati vengono avvicinate dai sodali che ne conquistano la fiducia fino al punto di ottenere, con una banale scusa, i loro documenti d’identità, e dall’altro lato sono rappresentate le fasi in cui le stesse vittime vengono allontanate dalle rispettive abitazioni mentre gli associati si appropriano di valori contanti, preziosi, libretti e buoni fruttiferi postali.

I dipendenti, direttori e operatori ‘infedeli’ di Poste Italiane

Tale meccanismo ha trovato indispensabile fulcro nel concorso di alcuni dipendenti infedeli di Poste Italiane, direttori di uffici postali o operatori di sportello, che – accedendo al sistema informatico di Poste Italiane – hanno attestato falsamente, con impressionante spregiudicatezza e senza alcuna remora, la presenza del titolare e la paternità delle operazioni illecite (falsificando la firma e attribuendogli un diverso documento di riconoscimento) per portare all’incasso i buoni fruttiferi o per sottrarre le somme di denaro presenti sui libretti e sulle carte, in parte prelevate in contanti, in parte utilizzate per l’emissione di altri buoni fruttiferi e vaglia postali ed in parte trasferite su conti correnti, libretti postali e carte postepay nella disponibilità di correi, spesso intestate a terzi soggetti che ne risultavano totalmente all’oscuro.
In numerosi altri casi, inoltre, non si assisteva ad operazioni di riciclaggio di titoli rubati, bensì erano gli stessi operatori degli uffici postali a trasmettere ai loro complici i dati afferenti a buoni fruttiferi esistenti e nella disponibilità dei legittimi intestatari, spesso anziani o deceduti e residenti in regioni diverse dalla Calabria, in modo da consentire ai complici di “replicarli” – talvolta anche in modo grossolano – e porli all’incasso sempre con l’aiuto di operatori di sportello conniventi.

operazione mosaico

In questo senso, l’indagine ha anche compiutamente ricostruito i singoli trasferimenti delle somme di denaro oggetto degli illeciti contestati, attraverso meticolose attività di analisi delle tracce lasciate dagli operatori postali infedeli nelle operazioni di cambio dei titoli o di prelievo delle somme sui libretti di deposito. Tale ricostruzione è stata resa ancor più difficoltosa sia dai mirati processi di manipolazione e segmentazione programmati e messi in atto per mimetizzare le condotte delittuose e ostacolare l’individuazione della illecita provenienza dei valori, sia dalle successive decurtazioni, anche ben individuate nel quindici o venti per cento, necessarie al compenso del funzionario infedele.

3000 operazioni, 45 vittime, 157 titoli riciclati e 38 contraffatti

All’esito dell’articolata attività di riscontro, i Carabinieri di Villa San Giovanni hanno complessivamente documentato oltre 3.000 operazioni illecite in danno di 45 persone, nel corso delle quali sono stati riciclati 157 titoli rubati e 38 titoli contraffatti. Nell’ambito delle due organizzazioni criminali spiccano, per il ruolo di promotore e capo in esse rivestito, Domenico Commisso per l’una, e Bruno Gerardo Siciliano, direttore degli uffici postali di Platì e Ciminà, per l’altra.

Il gruppo Commisso e la direttrice Napoli delle Poste di Africo

Con riferimento al gruppo gestito da Domenico Commiso, ha rivestito importanza la disponibilità di Anna Maria Napoli, direttore dell’ufficio postale di Africo, ritenuta responsabile di aver fraudolentemente ed indebitamente incassato una somma di denaro superiore a 600.000 euro, derivante dall’illecito scambio/rimborso di almeno 177 buoni fruttiferi postali risultati trafugati e/o contraffatti.

Analogamente, i riscontri documentali hanno dimostrato come il direttore Siciliano, nell’esercizio delle sue funzioni, abbia fatto incassare illecitamente buoni fruttiferi per oltre 464.000 euro. Sia Siciliano che la Napoli, avrebbero riciclato titoli postali per un valore complessivo di oltre 1 milione di euro, non esercitano più le funzioni, in quanto licenziati dall’azienda. E poi ci sono i ruoli di Domenico e Andrea Commisso, nipoti di Giuseppe Commisso detto “u mastru” capo indiscusso dell’omonima cosca di Siderno; di Caterina Camillò, direttore dell’ufficio postale di San Gregorio d’Ippona nel vibonese; di Nadia Paola Calderone, da poco in pensione, ma che è stata impiegata nell’ufficio postale di Marina di Gioiosa Jonica; di Antonio Felicetti, fino ad oggi impiegato presso un ufficio postale di Reggio Calabria.
A margine dell’esecuzione delle misure cautelari, i Carabinieri di Villa San Giovanni hanno altresì sottoposto a sequestro preventivo 2 conti corrente, 8 libretti postali, 11 carte PostePay, utilizzati dai soggetti destinatari del provvedimento in parola per riciclare i proventi delle operazioni illecite.

I NOMI  – le persone finite in carcere

1. COMMISSO Domenico, nato a Locri il 27.5.1970, residente a Reggio Calabria, Archi, via Quartiere Cep Lotto XVII n.0 s.A p.2 i.4;
2. COMMISSO Andrea, nato a Locri il 19.10.1974, residente a Siderno via Circonvallazione nord n. 121;
3. FEMIA Corrado, nato a Locri il 04.06.1974, residente a Gioiosa Jonica, via Strada Circhietto n. 1;
4. FELICETTI Antonino Francesco, Reggio Calabria il 3.5.1961, ivi residente in via Provinciale Vecchia n. 31;
5. RASCHELLÀ Antonio, nato a Sant’Agata del Bianco il 14.6.1960, residente a Bianco, via D. Salvatori n. 36;
6. NAPOLI Anna Maria, nata a Bovalino il 12.3.1960, ivi residente in via Tarzia 14;
7. SICILIANO Bruno Gerardo, nato a Locri (RC) l’11.9.1955, residente a Gerace (RC), via Zaleuco n. 7;
8. OPPEDISANO Francesco, nato a Locri il 17.1.1981, residente a Siderno, via Dromo Sud n. 46;
9. MOLLICA Paolo, nato a Locri l’8.10.1977, residente a Siderno in via Cerchietto n. 4/A;
10. CALDERONE Nadia Paola, nata a Marina di Gioiosa il 21.10.1959 ed ivi residente in via C. Alvaro n. 1;
11. CINCINNATO Francesco, nato a Marina di Gioiosa il 20.9.1963 ed ivi residente in via S.da Circhetto n. 2.

I soggetti assegnati ai domiciliari

1. BENTIVOGLIO Carmela Filomena, nata a Samo il 22.12.1940, residente a Bianco, via D. Salvadori n. 36;
2. FASANO MARCO, nato a Vietri Sul Mare (SA) il 6.12.1970, residente a Torino, via V. A. Cignaroli n. 8;
3. MARRONI Giovanni, nato a Torino il 12.4.1962, residente a Trofarello (TO), via Belvedere n. 64;
4. DE SANTIS Giuseppe, nato a Patrica (FR) il 16.4.1942, residente a Ciampino (RM), via Muro dei Francesi n. 186;
5. STURMA Esterina, nata a Torino il 17.1.1955, residente a Sangano, via Pinerolo Susa n. 82;
6. PRESCURA Marilena, nata a Focsani (Romania) il 18.2.1981, residente a Aprilia (RM), via Carlo Poma n. 8;
7. CATTANEO Maria, nata a Desio il 3.12.1945, residente a Inverigo (CO), via Fornacetta n. 65;
8. PORCUTAN Cosmin Claudiu, nato in Romania il 20.12.1985, residente a Chieri (TO), via Rosine n. 18;
9. FAVASULI Angela, nata a Locri il 30.07.1979, residente a Siderno in via Cerchietto n. 4/A;
10. PARISI Caterina, nata a Reggio Calabria il 31.8.1988, residente a Bovalino, via Giovanni Verga n. 24;
11. PARISI Paola, nata a Reggio Calabria il 13.11.1983, residente a Delianuova, via T. Campanella n. 26;
12. ROMEO Bianca, nata a Rosarno il 12.2.1956, residente a Bovalino Marina, via Giovanni Verga n. 24;
13. SURACE Pietro, nato a Melito P.S. il 26.3.1975 e residente a Brancaleone via Milite Ignoto n. 130;
14. AURIEMMA Vincenzo, nato a Pomigliano d’Arco il 19.4.1973 e residente in Somma Vesuviana (NA), via Pizzone Cassante n. 17;
15. LEALE Lucia, nata a Napoli il 4.2.1973 e residente in Somma Vesuviana (NA), via Pizzone Cassante n. 17;
16. SANSÒ Luigi, nato a San Giorgio a Cremano il 9.3.1961 ed ivi residente, via Carlo Miranda n. 367;
17. LUINO Pietro, nato a Napoli il 30.12.1974 e residente a Casalnuovo di Napoli, via Cavour n. 12;
18. CAMILLÒ Caterina, nato a Vibo Valentia l’8.5.1966 e residente in Vibo Marina, via Campania n. 5.

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