Non ci sono parole per commentare la vicenda di una ragazza di appena dodici anni che, nel pieno della sua vita, ha deciso di volare via. La riflessione dell’avvocato e criminologa cosentina Chiara Penna
CATANZARO – Forse una banale discussione con i genitori, poi il dramma che ha lasciato attonita un’intera città. L’adolescente si sarebbe tolta la vita lanciandosi dal quinto piano della sua abitazione, nel quartiere Piano Casa. La polizia indaga ma con la massima cautela e il rispetto del caso per capire cosa sia successo nei minuti precedenti alla tragedia che ha visto una madre ed un padre, perdere per sempre la loro figlia maggiore. La coppia infatti, lui agente di commercio e lei casalinga, ha altri due figli più piccoli. Chiara Penna, avvocato e criminologa, con il dovuto limite del caso, ha analizzato ai microfoni di Rlb l’evoluzione dell’adolescenza, tipicamente età della turbolenza che oggi pare sia vissuta senza limiti ben definiti.
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“Senza voler fare riferimento al caso specifico, se di suicidio si è trattato – spiega l’avv. Penna – come nei numerosi casi verificatisi purtroppo negli ultimi mesi, la spiegazione per un tale gesto va ricondotta alla frequente mancanza di strumenti nei ragazzi necessari ad affrontare le normali difficoltà quotidiane. Gli adolescenti sembrano avere una scarsa tolleranza alla frustrazione, ai rimproveri, ansia da prestazione dovuta alle aspettative dei genitori che oscillano tra l’essere spesso assenti e permissivi all’essere improvvisamente troppo rigidi”.
“Tutto questo, unito all’uso distorto dei social che crea relazioni che non si sviluppano sul piano della realtà, non consente loro di sviluppare una adeguata emotività. Pertanto, le normali reazioni a ciò che la vita ci pone di fronte si traducono in aggressività e comportamenti devianti, atti di bullismo o incapacità di reagire ad eventuali fallimenti”.