Bolletta del gas: Calabria, Lazio e Liguria pagano di più

ROMA – I rincari sull’energia hanno colpito tutti gli italiani, ma non tutti allo stesso modo.

Se infatti il prezzo dell’elettricità è uniforme per legge in ogni parte d’italia, per il gas – servizio molto più legato alle reti locali di distribuzione – non c’è una tariffa unica nazionale e la bolletta varia da regione a regione. Con differenze che arrivano a toccare anche i 200 euro all’anno. Supermoney, portale web di comparazione tariffaria certificato da Agcom, ha stilato la classifica delle regioni in cui la bolletta del gas è più salata. Ai primi posti Calabria, Lazio e Liguria, le regioni più “tartassate”, mentre i consumatori più fortunati sono trentini, lombardi e friulani. L’analisi prende in considerazione il costo stimato del gas, con la tariffa di maggior tutela in vigore dal primo ottobre, per un consumatore che ne utilizzi 1.400 metri cubi all’anno. 

In media gli italiani spendono 1.334 euro ogni 12 mesi. Secondo la classifica al primo posto troviamo la Calabria, la regione più ‘tartassata’ con un costo annuo stimato per la bolletta di gas e riscaldamento pari a 1.455 Euro, oltre 100 euro più della media. I laziali, al secondo posto della classifica, pagano 1.427 euro all’anno per acqua calda e riscaldamento e in Liguria il costo del gas è pari a 1.426 euro. Al lato opposto di questa graduatoria ci sono i consumatori più fortunati, che pagano bollette più basse della media: in Trentino Alto Adige, Lombardia e Friuli Venezia Giulia, gas e riscaldamento costano 1.260 euro all’anno. A conti fatti, gli abitanti di queste regioni spendono ben 200 euro in meno rispetto ai cittadini calabresi. 
“Il divario tra una regione e l’altra del prezzo finale del gas al consumatore – ci spiegano all’Aeeg, l’Authority per l’energia elettrica e il gas – è dovuto a quattro componenti: costi di distribuzione, di trasporto, accise (imposte sul consumo, ndr) e addizionali regionali. Le differenze evidenziano soprattutto la necessità di investimenti nelle reti da parte di aziende e amministrazioni”. 
Una questione di tasse locali, dunque, ma anche di infrastrutture. Le imposte rappresentano, infatti, il 35% sul totale della bolletta del gas e comprendono l’imposta sul consumo, l’accisa per l’appunto, che per l’uso domestico incide per il 35% sul totale della bolletta del gas. L’addizionale regionale pesa invece per circa il 2%, ed è decisa in modo autonomo da ciascuna regione nei limiti fissati dalla legge. Sia l’accisa che l’addizionale regionale si pagano in relazione alla quantità di energia consumata. Nelle imposte, infine, viene conteggiata anche l’Iva, che è applicata sulla somma di tutte le voci della bolletta, e incide per circa il 15%. 
Come detto, a far oscillare il prezzo del gas si aggiungono i costi dei servizi di rete, ovvero tutte le attività che consentono alle imprese di vendita e di distribuzione di trasportare il gas fino al contatore del cliente. Proprio per migliorare la qualità del gas distribuito in rete, dal primo ottobre l’Autorità per l’energia ha avviato una nuova campagna annuale di controlli, in collaborazione con la Guardia di finanza, su 60 impianti di 45 società di distribuzione su tutto il territorio nazionale. In particolare, verrà controllata la corretta applicazione delle regole sul potere calorifico e la pressione di fornitura, fondamentali per garantire che i clienti paghino sempre il vero valore dell’energia consumata. 
Le verifiche riguarderanno anche la corretta odorizzazione del gas, essenziale per prevenire esplosioni o intossicazioni. In caso di incidenti provocati da fughe di gas, inoltre, le famiglie italiane potranno contare su una copertura assicurativa “rafforzata”. L’Aeeg ha infatti rinnovato fino al 1 dicembre 2013 l’assicurazione, da tempo attivata, che tutela i clienti del gas distribuito a rete.
”L’unica lista nera che faremo è quella dei venditori cattivi, che applicano pratiche scorrette, come i contratti non richiesti. Quanto ai cittadini, pensiamo solo a difenderli e tutelarli”. Guido Bortoni, presidente dell’Aeeg, torna così sulla nascita di una questione che aveva scatenato nei giorni scorsi l’ira dei consumatori. 
“Il 12 ottobre abbiamo in programma un tavolo operativo con le associazioni – conclude Bortoni – proprio per sviluppare assieme ai consumatori uno strumento che combatta le speculazioni sul mercato libero dell’energia. Tutto ciò anche per meglio individuare quei soggetti più deboli e più colpiti dalla crisi rispetto ai quali proporre al Governo anche nuovi possibili ammortizzatori, oltre ai già esistenti bonus elettricità e gas”.

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