Organizzavano viaggi su un veliero a ‘soli’ 5mila euro, arrestati scafisti (VIDEO)

Sulla barca a vela viaggiavano degli iracheni da giorni senza cibo, senza la possibilità di espletare i bisogni fisiologici e a rischio annegamento

 

REGGIO CALABRIA – Partiti dall’Iraq sono arrivati in Calabria con una barca a vela in condizioni disperate. Tre persone di nazionalita’ ucraina sono state fermate e successivamente arrestate da agenti della Squadra Mobile di Reggio Calabria, dal personale della Guardia Costiera e della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza perché sospettate di essere state al comando del veliero sul quale hanno viaggiato i 36 migranti di origine irachena sbarcati nel porto della città dello Stretto lo scorso 6 aprile. L’attività è scattata dopo un’allerta pervenuta, alle prime ore del 6 aprile, dal dispositivo aereo di Frontex impegnato nelle consuete attività di perlustrazione il quale aveva segnalato la presenza, in acque internazionali, di un natante a vela di circa 9 metri, battente bandiera statunitense, con delle persone a bordo che si sospettava già fossero dei migranti.

 

La barca è stata bloccata non appena ha fatto ingresso nelle acque territoriali italiane dalla Nave “Oreste Corsi” della Guardia Costiera e da una motovedetta delle Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza. Nel corso delle prime verifiche, è stata riscontrata la presenza a bordo di 36 persone che affermano di essere iracheni (di cui 33 uomini, 2 donne e 1 minore) e di tre ucraini, al comando dell’imbarcazione a vela. Terminate le operazioni di recupero, il natante e’ stato condotto nel porto di Reggio Calabria dove e’ giunto in serata. Ad attenderlo c’erano i poliziotti specializzati nel contrasto dei delitti inerenti alla criminalita’ di matrice straniera. Il team interforze composto da operatori della Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Guardia Costiera, coordinato da dalla Procura della Repubblica, ha immediatamente avviato un’indagine che ha consentito, in breve, di stabilire che i migranti si erano imbarcati dalla Grecia tre giorni prima, a bordo di un natante a vela di circa 9 metri denominato “Life”, battente bandiera degli Stati Uniti d’America, per essere condotti da tre scafisti di origine ucraina sulle coste del sud Italia.

 

Dopo le procedure di identificazione e aver sentito i testimoni è stato possibile fare luce sia sulle modalità del viaggio via mare, avvenuto a bordo di un’imbarcazione sovraccarica al punto da comprometterne la sicurezza della navigazione, senza viveri e strumenti di salvataggio e senza la possibilita’ di poter addirittura espletare i piu’ bisogni fisiologici sia sulle modalita’ cha hanno consentito ai migranti di imbarcarsi, pagando la somma di circa 5.000 euro ed affidandosi a trafficanti che gestiscono tutte le varie fasi degli spostamenti, dalla Turchia alla Grecia e poi dalla Grecia alla volta dell’Italia. Le informazioni raccolte hanno consentito agli investigatori di ricondurre l’evento ad alcune organizzazioni criminali che pianificano i viaggi di migranti dalla Turchia e dalla Grecia verso l’Italia, avvalendosi di scafisti ucraini, previo pagamento di cospicue somme di denaro, nell’ordine di 5.000 euro a persona.

 

Negli uffici della squadra mobile della Questura di Reggio Calabria sono stati quindi completati gli accertamenti da cui sono emersi indizi a carico dei tre cittadini ucraini in ordine all’appartenenza ad un’associazione per delinquere transnazionale operante in diversi Stati e finalizzata a favorire l’ingresso illegale di migranti nel territorio dello stato italiano, dalle coste della Grecia, con l’utilizzo di imbarcazioni in massima parte di fortuna. Nei confronti dei tre uomini di nazionalita’ ucraina sono emersi indizi anche in ordine al reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, aggravato dalla circostanza di aver esposto i migranti, durante il tragitto, a pericolo di vita, di averli sottoposti a trattamento inumano e degradante e di aver commesso i fatti allo scopo di trarre profitto. Pertanto, i tre ucraini sono stati portati nella locale casa circondariale in attesa di giudizio. Il natante utilizzato per la commissione del reato e’ stato sequestrato dalla Guardia di Finanza e dalla Guardia Costiera.

GUARDA IL VIDEO 

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