Il caso che potrebbe essere legato ad un presunto business legato alla prostituzione minorile è stato risolto anche grazie alla ricostruzione in 3D del delitto
VIBO VALENTIA – L’omicidio risale alla sera del 15 dicembre del 2015 in Contrada Suriani della frazione Longobardi di Vibo Valentia. Le indagini dei poliziotti della Squadra Mobile di Vibo Valentia e del Servizio Centrale Operativo di Roma, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Vibo Valentia, hanno accertato che Francesco Fiorillo stava rincasando a bordo della sua Fiat Uno presso la propria abitazione, quando è rimasto vittima di un agguato ad opera di almeno due killer, che, dopo averlo atteso, nascosti nella vegetazione presente nei pressi del cancello di ingresso del suo podere, sono usciti allo scoperto ed hanno esploso contro di lui sette colpi d’arma da fuoco, con due diverse armi, colpendolo, attraverso il parabrezza con tutti e sette i colpi. Si tratta di Antonio Zuliani, di 26 anni. E’ stata la ricostruzione in 3D della scena del crimine effettuata dal Servizio polizia Scientifica a fornire un contributo importante nella risoluzione del caso e durante le indagini sono stati sequestrati un paio di guanti in lattice, di cui uno con l’indice tagliato, custoditi all’interno di una busta, trovati nei pressi dall’abitazione di Fiorillo, sulla via di fuga utilizzata dai killer.
Gli accertamenti tecnici hanno permesso di individuare le tracce di residui di polvere da sparo sul guanto che aveva il dito indice tagliato, sul quale veniva anche isolato il profilo biologico di un individuo di sesso maschile. Gli accertamenti tecnici hanno individuato tracce di residui di polvere da sparo e isolato il profilo biologico di un uomo risultato essere proprio Zuliani, gia’ detenuto agli arresti domiciliari in quanto coinvolto in un’inchiesta – sempre della Squadra Mobile – che nell’ottobre scorso ha portato a sgominare un gruppo dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti a Vibo Valentia, anche dinanzi alle scuole. Fiorillo (in foto a sinistra) era stato arrestato il 14 novembre 2014 dai carabinieri della Stazione di Vibo Marina dopo una perquisizione nella sua abitazione nel corso della quale erano stati trovati 37 involucri in plastica, del peso complessivo di 70 grammi, con decine di semi di cannabis indica, due bilancini di precisione, un proiettile calibro 9, oltre a quattro bossoli calibro 7.65×51.
PROSTITUZIONE MINORILE
Potrebbe ruotare attorno alle tendenze omosessuali della vittima e ad un presunto giro di prostituzione minorile oppure a questioni di droga, il movente dell’omicidio di Francesco Fiorillo, per il quale la polizia di Vibo Valentia ha arrestato stamani Antonio Zuliani come uno dei presunti autori. A dirlo sono stati gli investigatori incontrando i giornalisti. Nel corso delle indagini sull’omicidio, in particolare dall’acquisizione dei tabulati telefonici, è emerso un presunto giro di prostituzione minorile che ha portato all’arresto di un sacerdote ed altre due persone e, successivamente, al coinvolgimento di altri soggetti. Gli investigatori, dunque, proseguono le indagini per individuare il movente e identificare il secondo sicario.
“Un ulteriore step di indagine – ha detto il questore di Vibo Valentia Filippo Bonfiglio – è stato chiuso attorno all’omicidio di Fiorillo. Chi ha operato ha saputo ben leggere tra le righe di un’inchiesta delicata anche per la presenza dell’indole sessuale della vittima”. “In questa attività investigativa – ha riferito il pm Concettina Iannazzo, titolare del caso – non si può non rilevare l’enorme valore aggiunto fornito dalle prove raccolte dalla Scientifica della Polizia, dei reparti anche di Palermo e di Napoli, sui residui dello sparo e sui profili genetici dell’indagato. Già nell’immediatezza del fatto sono state repertate le tracce sulla scena del crimine evitando così che venisse inquinata. La presenza in questa indagine del Servizio centrale operativo della Polizia rappresenta un’ulteriore nota d’orgoglio per la Procura di Vibo”.
“In base alla morfologia del territorio in cui si è consumato l’omicidio – ha detto Giorgio Grasso, dirigente della Squadra mobile di Vibo – abbiamo ipotizzato la probabile via di fuga degli assassini, e infatti a 75 metri di distanza è stato rinvenuto un paio di guanti, uno dei quali aveva l’indice tagliato. Nella parte interna sono poi stati isolati dei residui polvere da sparo e una traccia biologica dalla quale è stato estrapolato un profilo genetico, denominato ‘Uomo 2’ poi confrontato con quello di Zuliani che ha dato match positivo. In più, l’attività dello Sco, l’analisi di tutto il traffico delle celle telefoniche e degli apparecchi cellulari hanno portato a ritenere con elevato grado di attendibilità come sia la vittima che l’arrestato si trovassero nello stesso luogo e nello stesso orario al momento del delitto“. Sugli aspetti tecnici della ricostruzione 3d si sono soffermati i dirigenti dello Sco Francesca Romana Capando e Mauro Melandri.